Io intervisto te tu intervisti me di Ugo Buzzolan

Io intervisto te tu intervisti me Io intervisto te tu intervisti me Slamo all'Inflazione delle Interviste? Se non ci siamo proprio dentro, ci slamo molto vicini. Tutti sul video intervistano tutti, è un girotondo affannoso di tizi che rincorrono altri tizi — di solito lieti di farsi rincorrere — e gli impongono la patata del microfono sparandogli domande a raffica tra marciapiede, casa, ufficio. Montecitorio e Palazzo Madama (interviste obbligatorie e ricorrenti in ogni Tg). sedi di partiti (idem come sopra), scuole, chiese, ospedali. Ormai non c'è quasi più nessuno In Italia che non sia stato Intervistato almeno una volta dalla tv. magari per quindici secondi, magari solo per balbettare un si o un no come capita. Naturalmente ci sono le interviste più meditate e approfondite, ma la massa è costituita da cosette fatte alla svelta, con l'intervistato colto di sorpresa e l'Intervistatore che ha una fretta terribile e già guata con l'occhio Impaziente la prossima vittima; o con il presentatore o la presentatrice del maxicontenltore che manovrano il gruppetto degli esperti sul sofà, e poi d'improvviso troncano la parola a tutti dicendo: •Il tempo tiranno ci incalza, sarebbe meraviglioso e carinissimo continuare a parlare della fame nel mondo, ma adesso dobbiamo ascoltare una canzone'. Tra l'altro, oggi è il trionfo delle interviste: la domenica ne è piena dalla mattina presto sino a notte fonda con rubriche e rubrichette, e contenitori, e inchieste e dibattiti, e trasmissioni politiche, e con lo sport che è un serbatoio di chiacchiere e sentenze pressoché inesauribile. Alla fine della domenica 11 teledipendente è simile ad un pugile suonato: e tra le immagini più ossessive e confuse che gli turbinano nel cembro ci sono quelle, velocissime, di gente che muove la bocca per fare dichiarazioni su qualsiasi ramo dello scibile umano. Cosi, più o meno, è tutti i giorni. Con alcune eccezioni, come 11 Costanzo Show dove l'intervista è «lavorata- con abile astuzia e con studiata calma per fare spettacolo. Tempo fa Costanzo si era messo su una china rischiosa: folle di ospiti compressi sul divani, domandine a spizzico, numeri di varietà. Adesso 1 numeri sono spariti, gli ospiti sono stati drasticamente ridotti e lo show si è raddrizzato di colpo, cioè è tornato verso Bontà loro. Va da sé che gli ospiti vengono da Costanzo per farsi pubblicità e per rinverdire o rinforzare le loro glorie, ma Costanzo, se concede pubblicità, la fa pagare con interrogatori sornioni e amabilmente perfidi da cui spesso l'intervistato esce lasciandoci parecchie penne, vedi l'altra sera il duca d'Aosta (dietro cui vagolava l'ombra del cugino socio-nemico Vittorio Emanuele) e il direttore di una rivista di pettegolezzi mondani. Oppure riesce nelle serate migliori — e quella di venerdì lo era — a ribadire 11 carisma consacrato e tonante di certi personaggi (Gassman con l'ultrabiondissimo figlio); o a cavare fuori da un convenuto non Incline alla loquacità torrentizia (il regista Mario Monicelli) poche battute fulminanti e tutta la simpatia di un uomo acuto, spiritoso, civile. Nel mare convulso e arruffato dell'intervistarne tv, qui c'è un momento di distacco, una pausa di Intelligenza e di Ironia; il che non è poco. Ugo Buzzolan Video, chiacchiere e salotti

Persone citate: Costanzo Show, Gassman, Mario Monicelli

Luoghi citati: Aosta, Italia