Ecco i nomi della loggia con i boss di Francesco Santini

Ecco 8 nomi della loggia con i boss Palermo, ci sono magistrati in pensione, giornalisti, tanti medici e alcuni mafiosi Ecco 8 nomi della loggia con i boss Falcone: «La lista non comprende i giudici che si occupano delle inchieste antimafia» OAL NOSTRO INVIATO PALERMO — Vertice a Palazzo di Giustizia sulla loggia massonica palermitana, con il giudice istruttore Giovanni Falcone che conferma: •L'inchiesta parte oggi: mafia e massoneria convivono, questa è l'ultima prova: Il summit s'è appena concluso. Il procuratore generale Ugo Viola è categorico: -Si vuole gettare fango sulla magistratura proprio adesso che è in corso il maxiprocesso: nessun giudice che è ora in servizio a Palermo è negli elenchi massonici'. La città è investita da voci e smentite. I nomi accertati, tra professionisti, imprenditori e mafiosi sono una quindicina. Con Giovanni Lo Cascio. trafficante di droga, s'erano iscritti alla loggia di via Roma 391 Salvatore Greco, detto «il Senatore», e il fratello Francesco, medico dell'ospedale ginecologico. Non è negli elenchi il fratello più importante, il boss Michele Greco, detto «il Papa». C'è invece Salvatore Greco, detto «l'Ingegnere», latitante dalla strage di Ciaculli. Ma i personaggi che più attraggono l'attenzione sono altri. C'è. al primo posto, il gran maestro in carica, l'ine. Pietro Calacione, funzionario dell'ospedale di Palermo. Non si fa trovare a Palermo ma compare a Mondello, che è la spiaggia estiva dei palermitani. Dice il gran maestro: «Ci riuniamo in conversazione, parliamo di dottrina, di filosofia, di questioni generali'. Naturalmente è lui che ha messo »in sonno» i Greco, i Salvo e i Lo Cascio dopo le disavventure giudiziarie. E i magistrati? Chi sono, sono davvero cosi vecchi' come si dice? Il gran maestro appare incerto. Si limita a rispondere: «Ci stanno tutti, ci stanno tutti Sarà vero? La lista continua. C'è il presidente dell'editoriale «Gtornale di Sicilia', Federico Ardizzone. e ci sono i cugini Nino e Alberto Salvo. C'è un penalista, l'ayv. Alessandro Bonsignore, un giornalista, Vittorio Gervasi, un agente turistico. Pietro Barbaro. Moltissimi i medici, come Michele Barresi. l'ostetrico il cui nome già era stato fatto per la loggia palermitana della Carnea. E i magistrati? Sono sette, ma in procura ammettono ohe sono soltanto tre: -Gente di 90 anni, anzi di 100'. Alla polizia danno le date di nascita. C'è un sostituto procuratore della classe dell'89 e un altro del '91. Uno è più gio¬ vane, del 1908. E per gli altri quattro? Risponde il giudice Falcone: -Tra gli iscritti non c'è nessun magistrato che abbia indagato o si sia in qualche modo occupato del maxiprocessO'. Si rivolge al sostituto procuratore Alberto Di Pisa che per primo ha messo le mani sulla loggia massonica, indagando sul traffico internazionale di droga tra Palermo. Marsiglia e la Florida. Falcone dichiara: -Senza aver visto tutti gli atti, il collega Di Pisa mi assicura però che non ci sono magistrati di Palermo-. Il procuratore capo, Vincenzo Paine, si affretta a precisare: «Non ci sono in atto». Vuol dire che per il passato nulla è da escludere. Il procuratore generale Viola adesso commenta: -Escludo che la notizia sia venuta dall'ambiente giudiziario: certo, tutto è possibile, non si può mai giurare su nulla'. Poi aggiunge: 'Naturalmente non è uscita neppure dall'ufficio istruzione, il giudice Falcone il pacco l'ha aperto oggi'. Falcone annuisce: 'Il pacco, proprio il pacco, altro che dossier'. E Paino: -Noi abbiamo avuto l'inchiesta fino al 21 febbraio, la formalizzazione è di 15 giorni fa'. Adesso c'è nervosismo. Sembra riaffiorare il contrasto sordo che sempre ha contrapposto, a Palermo, procura e giudice istruttore. Falcone era entrato nella stanza del procuratore generale furibondo. I quattro magistrati, concluso il vertice, appaiono invece sorridenti, in pieno accordo, almeno formale. Il Palazzo di Giustizia è turbato dal nuovo scandalo. Giubbotti antiproiettile, metaldetector, scorte con il mitra in pugno. Una fortezza inespugnabile mostra debolezze e rancori, raccoglie voci infamanti e verità lontane. Il procuratore generale Viola è amareggiato: «Si vuole screditare la magistratura siciliana: questa di via Roma, più che una loggia, era un circolo, una specie di club-. Andiamolo a vedere il circolo. Sulla via Roma che impazzisce nel traffico, subito dopo l'ufficio centrale delle poste, al numero 391 c'è un edificio di fine Ottocento. Al secondo piano di una scala che sale a spirale ecco, all'interno 4, il «Centro socioiopico italiano». Sull'elenco telefonico l'intestazione è diversa. C'è scritto: 'Massoneria universale di rito scozzese antico e accettato. Supremo consiglio d'Italia, sezione di Sici¬ lia'. Di fronte al circolo sociologico, al numero 3. c'è lo studio di un dentista. Sopra, al numero 6, una pensioncina. Sotto, al 2. un'associazione artigiana. Ma ieri dei «fratelli» di rito scozzese, nessuna traccia. Diceva il portinaio: 'Si riuniscono tutte le sere, ma oggi non s'è visto nessuno'. Non si faceva trovare a Palermo il gran maestro. A Mondello, la villa dei Calacione è una costruzione solida e curata. Ecco il figlio: «Alio padre — dice con un sorriso — è come l'Araba Fenice*. E il figlio minore: «Con rutto quello che è successo...'. Non s'era ritirato neppure a pranzo e la moglie diceva: -Io non m'interesso di certe cose degli uomini'. Alla fine invece eccolo arrivare, affannato, mantiene la calma: 'L'ho già detto: ci riuniamo in conversazione-. Tra le carte sequestrate raccomandazioni, richieste di promozione, elenco di quota e di massoni «in sonno». Falcone riprende ad indagare. « Vedremo, vedremo di che si tratta — dice con convinzione —; i legami della massoneria con la mafia sono provati: non so ancora che cosa ci riserva quest'inchiesta-. Francesco Santini