Il pentito conquista l'anonimato
Il pentito €onquisia l'anonimato La nuova identità di ex br ed ex mafiosi non sarà più pubblicata sulla «Gazzetta» Il pentito €onquisia l'anonimato ROMA — Per gravi motivi di sicurezza personale i terroristi, i mafiosi e i camorristi pentiti potranno mantenere segreta la loro nuova identità. Non sarà più obbligatoria la pubblicazione del cambiamento di cognome sulla •Gazzetta Ufficiale» (come avviene oggi) e nessuno potrà opporsi al decreto del Capo dello Stato. L'amministrazione della giustizia dovrà però fare in modo che il cognome dato in sostituzione sia comunque già largamente diffuso (come, ad esempio, Rossi, Bianchi, Neri, Verdi), per non creare situazioni particolari di imbarazzante omonimia. E per tutelare la loro incolumità saranno particolarmente rigorose le procedure per rilasciare ad altre persone che ne facciano richiesta, i certificati anagrafici dei pentiti con nuova identità. Sono queste, in sintesi, le principali novità contenute nel disegno di legge del ministro di Grazia e Giustizia, Mino Martlnazzoli, che è stato varato tre giorni fa a Palazzo Chigi. Il provvedimento, che si prefigge di garantire l'anonimato a imputati che con le loro indicazioni hanno contribuito in modo determinante alla sconfitta del terrorismo od hanno inferto duri colpi alla criminalità organizzata, entrerà in vigore solo dopo la definitiva approvazione da parte del Parlamento: il testo del progetto governativo, che si compone di due soli articoli, sarà trasmesso alla Camera tra una settimana. Dovrebbe cosi risolversi definitivamente il delicato problema connesso all'incolumità dei brigatisti pentiti tornati in libertà. E' un lungo elenco in cui spiccano i nomi di noti personaggi, come Patrizio Peci, Marco Barbone, Paolo Morandini, Carlo Bozzo, Ruggero Volinia. Carlo Fioroni, Marco Pisetta (scarcerato l'altro ieri dopo aver ottenuto la grazia da Cossiga) e Roberto Sandalo. Ad essi dovrebbero fra breve tempo aggiungersene altri come Marco Donat-Cattin e Michele Viscardi. A sollevare il caso durante la scorsa estate fu proprio Roberto Sandalo, terrorista e poi superpentito di Prima linea: il nuovo cognome, «Ranieri», che intendeva adottare -per motivi di sicurezza personale-, era comparso sulla «Gazzetta Ufficiale, del 20 luglio '85. stampata in tremila copie distribuite in ogni parte d'Italia. La pubblicazione vanificò, ovviamente, lo scopo del richiesto mutamento dei suoi dati anagrafici nonostante che lo stesso Guardasigilli avesse riconosciuto la fonda¬ tezza delle ragioni che avevano spinto Sandalo a garantirsi una sorta di anonimato (sull'elenco telefonico della capitale figurano ben quattordici Roberto Ranieri) per sfuggire a possibili vendette dei suoi ex compagni di lotta. Il disegno di legge approvato dal governo contiene due aggiunte agli articoli 155 e 184 del regio decreto numero 123 del 9 luglio 1939. riguardante l'ordinamento dello Stato civile. La prima norma prevede che -su istanza del richiedente — ove sussistano gravi e accertate ragioni di tutela della sicurezza personale — ti ministro di Grazia e Giustizia, acquisito il parere del procuratore generale della Corte d'appello territorialmente competente, può autorizzare l'omissione della pubblicazione della domanda alla quale non è ammessa opposizione-. La seconda nuova disposi¬ zione dispone che -quando sull'atto dello Stato civile è stato annotato il decreto con il quale il Capo dello Stato ha consentito il cambiamento del cognome per ragioni di tutela della sicurezza personale gli estratti per riassunto chiesti da chi non sia l'intestatario dell'atto possono essere rilasciati dall'ufficiale dello Stato civile previa autorizzazione del procuratore della Repubblica. Nel decreto che consente il cambiamento del cognome deve essere menzionata la necessità dell'autorizzazione, ed essa va annotata nel registro dello Stato civile-. Il procuratore della Repubblica di Roma Marco Boschi ha giudicato molto positivamente il testo del provvedimento ed ha ricordato che si attuerebbe nel nostro Paese ciò che negli Stati Uniti è già in atto da tempo. Pierluigi Franz
Luoghi citati: Italia, Roma, Stati Uniti
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