L'unità dell'Europa alla prova dei missili di Arrigo Levi

L'unità dell'Europa alla prova dei missili L'unità dell'Europa alla prova dei missili Il vertice Reagan-Gorbaciov, che era previsto per giugno o luglio a Washington, e ora in dubbio, per le difficoltà'sorte attorno all'ipotizzato «accordo interinale» sugli euromissili: gli SS-20 sovietici, e i Persbing-2 e «Cruisc» americani. A Ginevra, in novembre, Gorbaciov aveva accettato di non subordinare un'intesa su queste armi a una previa rinuncia americana all'Sdi. Il 15 gennaio aveva formulato una proposta per l'eliminazione dal teatro europeo degli euromissili delle due parti entro 5-8 anni, ponendo però la condizione che i sistemi nucleari francesi ed inglesi venissero congelati ai livelli attuali (sono oggi in tutto circa 400 testate, destinate però a diventare 1200 entro una decina d'anni). Gorbaciov non prevedeva alcuna riduzione dei missili di corto raggio, se non in una «seconda fase», negli Anni Novanta: soltanto allora sarebbero eliminati anche gli SS-20 sovietici dislocati in Asia. Gli europei hanno criticato questa proposta sovietica per molte ragioni. Francia e Gran Bretagna non intendono rinunciare ai loro piani di ammodernamento, decisi da tempo per controbattere il forte riarmo strategico sovietico. La Germania giudica inaccettabile 1\-azzeramenti» degli euromissili, se non si elimina contemporaneamente la superiorità dei missili di corto raggio sovietici, sviluppati da Mosca negli ultimi anni. Dalle loro basi in Cecoslovacchia, questi missili «tattici», con gittate di 900 chilometri l'SS-22, e di 500 chilometri l'SS-23, sostituirebbero in tutto gli SS-20. Gli europei temono anche che s'indebolisca, con il ritiro degli euromissili, la garanzia nucleare degli Stati Uniti all'Europa. Proponendo l'«opzione zero», dicono molti esperti, Gorbaciov vuole soltanto riparare all'errore compiuto da Breznev, che, installando gli SS-20, aveva provocato la dislocazione in Europa di missili americani capaci di raggiungere il territorio sovietico; ma in realtà l'«opzione zero» di Gorbaciov è un'illusione, dal momento che l'Urss si è messa in con dizione di sostituire gli SS-20 con i loro «fratelli minori». Il solo effetto di questa operazione sarebbe allora quello di «sganciare» l'America dall'Europa, e il livello nucleare da quello convenzionale; lasciando l'Europa stessa in condizioni di netta inferiorità di fronte a una potenza sovietica soverchiarne, sia convenzionale che nucleare. Ad alcuni questo allarme degli europei sembra in verità eccessivo. Gli stessi americani ribadiscono che I*«ombrello nucleare» rimarrebbe in atto, anche senza gli euromissili: altre armi nucleari americane, come i missili sottomarini «Poscidon», sono a disposizione del comando Nato. E poi, la vera garanzia americana è la presenza dei 300 mila soldati Usa in Europa: i russi non possono certo sperare che l'America non proteggerebbe i suoi soldati con tutti i mezzi necessari. Reagan ha comunque dovuto tener conto delle richieste europee, e le ha accolte Arrigo Levi (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: Breznev, Gorbaciov, Reagan