Spaccatura tra i sindaci anti-condono non passa la linea dura dello sciopero
Spaccaturatrai'sindacianti'condono non passa la linea dura dello sciopero Riuniti a Messina, si dimetteranno se non sarà modificata la legge Spaccaturatrai'sindacianti'condono non passa la linea dura dello sciopero MESSINA — "Confermiamo di essere pronti a dimetterci se il governo non modificherà la legge sul condono edilizio". Le parole del sindaco di Vittoria, Paolo Monello, comunista, presidente del coordinamento siciliano per la riforma della legge di sanatoria, hanno suscitato grandi applausi. Ma qui a Messina, nell'aula consiliare della Provincia, affollata di sindaci provenienti da ogni parte della Sicilia, dalla Calabria e perfino dalla lontana Puglia, il fronte degli oppositori alla legge che prevede salate sanzioni a danno di chi ha costruito abusivamente è sembrato per la prima volta incrinarsi. E' vero che alla fine dell'assemblea è stato approvato un documento unitario in cui vengono riproposte, punto per punto, le richieste avanzate in occasione della recente «marcia su Roma» degli abusivi (in primo luogo l'abolizione o la riduzione al minimo dell'oblazione), ma segni di divisione sono emersi in diverse fasi dell'animato dibat¬ tito, soprattutto per ciò che concerne le strategie di lotta. La «linea dura» non trova tutti compatti. Le reazioni dì fronte all'operato dei sindaci messisi alla testa di questo movimento e la vicinissima scadenza delle elezioni regionali in Sicilia (la regione dove più forte è la protesta) hanno agito da elementi frenanti. C'è chi ha paura di nuovi cortei, chi teme di non poter più controllare la protesta popolare. Così, al momento della stesura del documento conclusivo, l'originaria proposta di indire, fra il 15 e il 17 marzo, scioperi e manifestazioni decentrate in tutti i comuni è stata trasformata in un invito a tutte le amministrazioni comunali e ai comitati degli abusivi (erano numerosi quelli presenti all'Assemblea) a promuovere non meglio precisate iniziative dirette a informare i cittadini sullo stato della vertenza con il governo. Contemporaneamente, in Sicilia, rappresentanti del coordinamento chiederanno una serie di incontri urgenti con i presidenti della giunta e dell'Assemblea regionale nonché con i capigruppo di tutti i partiti. Obiettivo: avere un sostegno politico ampio quando torneranno alla carica con il governo. La data del 31 marzo, termine "per la presentazione delle domande di sanatoria, è infatti alle porte. Oltre alla modifica della legge sul condono, da più parti si chiede l'introduzione di un'amnistia per gli abusivi (ma, fra i presenti, c'è stato anche chi ha proposto una depenalizzazione dei reati contestati ai pubblici amministratori colpevoli di non avere fronteggiato con la dovuta energia il dilagare del fenomeno). Per il resto, il dibattito di ieri a Messina ha confermato la varietà di un movimento che raggruppa ideologie politiche diverse, che trova ragioni di origine anche nella mai risolta questione meridionale. Toni molto accesi nei confronti dei giornali, accusati di "Criminalizzare" i sindaci messisi a fianco degli abusivi, «gli stessi sindaci che hanno strappato elogi in altre occasioni, quando si è trattato di scendere in piazza contro la mafia o in favore della pace", ha sottolineato il sindaco di un paesino «Altro che fomentatori di rivolte», gli ha fatto eco Carmelo Lo'Giùdice^ primo cittadinq.di Bisighano, provincia di Cosenza: "Siamo noi sindaci ad ammortizzare le tensioni sociali. Non avete idea di come sia difficile amministrare un paese come il mio, con 10 mila abitanti e 1800 disoccupati». Non sono mancate le proposte per il riequilibrio del territorio («L'Italia è l'unico Paese in Europa che non ha una legge sui suoli», ha sottolineato Pino Firrarello, sindaco di Bronte, in provincia di Catania). E non sono mancati neanche gli inviti, da parte di molti sindaci, a non fare confusione fra gli abusivi per necessità (il 95 per cento del totale) e quella che definiscono «la minoranza di speculatori». Nino Amante
Persone citate: Nino Amante, Paolo Monello, Pino Firrarello
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