II killer inghiotte due chiodi e a Palermo salta l'udienza di Francesco Santini

II killer inghiotte due €hiodi e a Palermo solla l'udienza Al processo contro la mafia si affacciano nuove tecniche dilatorie II killer inghiotte due €hiodi e a Palermo solla l'udienza E' Vincenzo Sinagra, accusato d'una decina di omicidi - 51 presidente lo fa ricoverare e sospende il dibattimento, nonostante il parere contrario del pm - Slittano gli interrogatori DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — Con due chiodi da 12 centimetri nello stomaco, Vincenzo Sinagra. killer spietato della cosca di corso dei Mille, vomita e strabuzza gli occhi. Salta la quattordicesima udienza del maxiprocesso alla mafia. Pallido, la bava alla bocca, Sinagra se ne sta disteso su una panca della gabbia numero 21. E' in pericolo di vita: deve essere operato. Il presidente allarga le braccia, rinvia. "Ecco la nuova strategia delle cosche-, commenta in aula un colonnello dei carabinieri. E un avvocato di nome aggiunge: 'Oggi è toccato a Sinagra, domani chissà'. Il legale s'allontana. Difende più di trenta «picciotti»: "Due chiodi — dice con un sorriso — e saltiamo: la prossima volta sarà un cucchiaio, uno spazzolino o forse un tubetto di dentifricio'. Ma come sono arrivati i chiodi nella cella di Sinagra? Il colonnello dei carabinieri risponde: "Domandatelo al direttore dell'Ucciardone'. E un altro legale aggiunge: «Questo Sinagra, l'altro giorno, ha ingoiato anche la penna di un collega nel corso del colloquio in carcere'. Sono le 11. L'udienza si è aperta con 90 minuti di ritardo. Nell'aula-bunker il presidente annuncia: "Vincenzo Sinagra ha ingerito alcuni corpi estranei. E' stato visitato dal medico del carcere. Ci sono le radiografie: va trasferito in osservazione...". Dalla gabbia numero 21, ecco Francesco Spadaro, il figlio del grande boss, che grida allarmato: "Sinagra sta male, non ragiona, sta molto male: può morire'. Il presidente riprende: «C'è uno stato di pericolo, non posso non procedere'. Interviene il pubblico ministero. Signorino: «C'è un comportamento volontario: chiedo che l'imputato sia considerato assente". Il presidente è deciso: 'Dispongo l'immediato trasferimento in ospedale e rinvio a domani alle ore 9,30-. Ci si preparava ai ritmi serrati degli interrogatori, ma i colpi di scena, finite le crisi epilettiche ed i malori improvvisi, potrebbero continuare. Stavolta è sceso in campo il killer di corso dei Mille. Vincenzo Sinagra. 33 anni. soprannominato «Tempesta», deve rispondere di una decina di omicidi, di lupare bianche e di rapina. E' cugino del pentito Vincenzo Sinagra che ne descrive la personalità -contorta e spietata". Spara in bocca alle sue vittime e si finge pazzo. Entra nella camera della morte e ride delle torture inflitte ai nemici della famiglia Marchese. Fa di più: arriva a uccidere, a sangue freddo, il suo amico più caro, Diego Di Fatta. Sono cresciuti insieme, ma lui non esita a sparare quando arriva l'ordine di eliminare l'uomo che ha osato scippare un'anziana signora «protetta» dai Marchese. La sentenza istruttoria è illuminante: nel raccontare al cugino, che poi si sarebbe pentito, l'assassinio di un confidente della polizia, Sinagra commenta: -Gli ho sparato in bocca, con soddisfazione". Adesso in ghiotte chiodi. Per dimostrare la pazzia ha affrontato il manicomio giudiziario e il letto di contenzione per lunghissimi periodi. Ma la perizia medica lo definisce sano di mente. Francesco Santini

Persone citate: Francesco Spadaro, Vincenzo Sinagra

Luoghi citati: Palermo, Sinagra