Quel celebre duello stradale che rivelò Spielberg al mondo di Ugo Buzzolan

Quel celebre duello stradale che rivelò Spielberg al mondo Questa sera su Raitre «Duel», il film che infranse gli schemi tv Quel celebre duello stradale che rivelò Spielberg al mondo £' un capitolo famoso della storia televisiva — e insieme della storia del cinema — il film o telefilm che va in onda stasera su Raitre, Duel di Steven Spielberg. In realtà è un film per la tv, cioè un prodotto televisivo e soltanto televisivo, ideato e realizzato nell'ambito della MCA, sezione della Vniversal che si occupa di programmi per II teleschermo. Da un paio d'anni circolava alla MCA — e poi era stato assunto con regolare contratto ma sema diritto alla scelta dei soggetti — un ragazzo poco più che ventenne, Steven Spielberg, che apparteneva a una combriccola di giovani accaniti cineasti tra cui Coppola, George Lucas, John Milius. A Spielberg tra il '69 e il 70 danno da girare diversi telefilm in mezzo a cui il primo giallo della serie del tenente Colombo, un paio di fantascientifici e un racconto sentimentale di cui era protagonista mattatrice e dispotica Joan Crawford (-incontro ravvicinato terrorizzante» dirà piii tardi il regista). Tra la fine del '70 e l'inizio del 71 gli assegnano una sceneggiatura di Richard Matheson, noto autore di fantascienza, un budget ristrettissimo, nessun attore di nome e non più di tre settimane di set: deve ricararne Duel, telefilm lungometraggio o movie tv destinato al mercato interno. Il giovanotto Spielberg fa tutto nel tempo fissato e Duel, senza lancio di nessun genere, appare sui video degli Stati Uniti e ha un successo travolgente di critica e di pubblico, e da un giorno all'altro il regista (23 anni) diventa celebre. Un distributore inglese acquista il movie e lo importa in Europa come film di sala dove trionfa e incassa sei milioni di dollari. La vicenda è di una linearità assoluta: un automobilista — si suppone pacifico borghese in viaggio di lavoro — viene tallonato, incalzato, inseguito, perseguitato da un gigantesco camion al cui volante c'è un uomo di cui non vedremo mai il volto; è chiaro che il camion vuole distruggere l'automobilista e in un crescendo da thriller di gran classe si arriva alla catastro¬ fica — e liberatoria — conclusione. Il significato? Possono essere molti i significati: la violenza sulla strada, la violenza in generale, una kafkiana minaccia esistenziale, un furore omicida per oscuri motivi, la lotta dell'uomo contro i mostri della società ecc. Il film è magistrale e Spielberg più volte ne ha sottolineato l'impianto tv secondo la sua concezione: storia sem- plice, pochi personaggi, concentrazione e intensità di inquadratura, ritmo veloce, .dimensione quotidiana, quasi una cronaca in presa diretta»; una cronaca che per la sua forza si tramuta in sconvolgente metafora. Da rilevare che nella produzione televisiva di allora Duel cade con l'effetto di una bomba perché infrange tutti i luoghi comuni, furti gli schemi fissi di contenuti, di narrazione e di tecnica del telefilm, e li sostituisce con un'opera d'autore, non più un movie corretto e anonimo ma un movie contrassegnato da un rilevante stile personale. In quell'epoca si era ipotizzalo che l'incontro cinema-tv potesse e dovesse avvenire solo su questo piano di film brevi, scarni, originali, -eccezionali-. Invece non è sempre avvenuto cosi, anzi via via negli Anni Settanta — e non parliamo degli Anni Ottanta — la televisione si è rivolta al grandioso, allo sfarzoso, al commerciale, al kolossal e al superkolossal e ha sostanzialmente tradito se stessa. Ugo Buzzolan

Luoghi citati: Europa, Stati Uniti