All'Osservatorio di Pino, dove studi e ricerche non lasciano spazio a fantasie di Claudio Giacchino

Per tetto un cielo di stelle AirOsservatorio di Pino, dove studi e ricerche non lasciano spazio a fantasie Per tetto un cielo di stelle I profani lo definiscono «spettacolo», gli studiosi «monotonia» Locali gelidi, 4 telescopi, 30 addetti - Nuove scoperte? «E' mito» E' bello guardare il cielo? .Non è poi quello spettacolo straordinario che si crede. Anzi... è d'una monotonia.. Che cosa fate tutto il giorno? .Ricerche e studi che pei vengono pubblicati su riviste internazionali.. Osservate molto le stelle? «JVo. L'osservazione costituisce il dieci, quindici per cento del nostro lavoro.. E a cosa serve, appunto, questo lavoro? .Serve ad ampliare le conoscenze sullo spazio e sulle sue strutture». Scrutando nell'universo, avete fatto scoperte? .Certo, è successo di individuare degli asteroidi. Uno lo scoprii anni fa, mentre lavoravo in Cile. A proposito di asteroidi, ce n'è uno dedicato a Torino. Fu "trovato" da uno studioso olandese.. E' redditizia la vostra professione? .Intellettualmente sì, per il resto, meglio lasciar perdere. Dipendiamo dal ministero della Pubblica Istruzione, questo ente funziona come un normale istituto scolastico, siamo pagati come gli insegnanti, avendo però un orario di 36 ore settimanali. Adesso, comunque, anche nel nostro campo è difficile tre- vare una sistemazione. E' stato bandito un concorso per 2 posti, i concorrenti sono quasi 60. Oggi, non consiglierei ad un giovane di dedicarsi a questa scienza.. Dal 1970 il prof. Walter Ferreri, direttore della rivista d'astronomia .Orione, (seconda per importanza In Italia), lavora all'Osservatorio astronomico di Pino Torinese. Indica due padiglioni ingombri di complicati strumenti «per l'analisi, in collaborazione con altri centri, delle irregolarità della rotazione terrestre, e le cupole per l'osservazione del cielo. Sono quattro, spuntano dalla neve, ricordano un po' 1 rifugi antiaerei dell'ultima guerra. Sono tutte uguali. Entriamo nella prima: una scala grigia s'annoda attorno alla costruzione, conduce ad una porticina. Oltre la porticina, altri gradini, piccoli e ripidi salgono ad una piatta¬ forma circolare di legno: al centro, un grande telescopio è puntato contro la volta conica chiusa. L'unico rumore, il tic-tac di un orologio. Segna un tempo speciale, quello siderale. Per avere l'ora tradizionale, basta schiacciare un pulsante e si attiva il collegamento con l'istituto del Galileo Ferraris. Il locale è gelido, non esiste riscaldamento, tutti i giorni dell'anno la temperatura è sempre quella ambientale. Pigiando dei bottoni il prof. Ferreri fa scorrere 1 battenti della volta, compare il cielo. Manovrando altre levette, l'astronomo imprime lievi, millimetrati spostamenti al telescopio, il gigante d'acciaio ruota torpidamente con un ronzio. Purtroppo 11 tempo è brutto, non si vede nulla. • L'osservazione è possibile solo con il bel tempo e per lo più si fa di notte — spiega Ferreri —, II più grande dei nostri telescopi misura 105 centimetri di diametro, costa oltre un miliardo; arriva a fotografare la luce di una candela a 5 mila chilometri di distanza. Non è molto. Basti pensare che ci sono strumenti del diametro di S metri o 6 metri, in Usa e in Urss, che fotografano lo stesso lume a 30 mila chilometri. In Italia abbiamo una dozzina di osservatori, il più attrezzato è quello di Asiago. Il nostro è di medio valore.. L'Osservatorio funziona a Pino dal 1908 (nell'800 si «studiava» 11 cielo dai torrioni di Palazzo Madama): attualmente, sotto la direzione del prof. Alberto Masani, .fanno ricerca, una trentina tra astronomi, astrofisici, fisici, matematici e ingegneri. Il lavoro è sempre d'equipe. ««4d esempio, prendiamo lo studio su un asteroide. Si fotografa un determinato punto, si sviluppa la lastra, poi bisogna individuare su di essa l'asteroide e si licerca sui cataloghi la sua posizione rispetto ad un altro. Infine, tutte le informazioni raccolte vengono elaborate col computer: ed ecco stabilita la posizione, in quel dato momento, del corpo celeste studiato.. Le lastre fotografate sono migliaia. Apparentemente, tutte uguali, ben poco interessanti o significative per l'occhio profano. Attraverso l'ingranditore, si vedono solo punti più o meno neri Di stelle ne sono state individuate, con la fotografia telescopica, oltre 2 mila milioni. Il prof. Ferreri sfoglia un libro tutto numeri, sigle e lettere dell'alfabeto greco, incolonnati in caratteri minuscoli: una specie di guida dell'universo. .Qui sono classificate 250 mila stelle con tutte le caratteristiche: luminosità, grandezza, posizione. Il miglior catalogo è grande quattro volte questo.. Quindi, le sensazionali scoperte di corpi celesti sono solo più un miraggio? .La vera scoperta sta nella ricerca, nei suoi esiti. L'altra, è alquanto improbabile, fa parte del mito.. Claudio Giacchino

Persone citate: Alberto Masani, Ferreri, Orione, Walter Ferreri

Luoghi citati: Asiago, Cile, Italia, Pino Torinese, Torino, Urss, Usa