Sentieri che si biforcano di Mario Pirani

Sentieri che si biforcano Sentieri che si biforcano Antonio Pizzinato, questo leader intonso, fino a ieri sconosciuto ai più. sembra partorito da un sofisticato calcolatore, tanto esemplari sono le sue doti biografiche (un vero operaio di fabbrica, con tutti i gradini della militanza alle spalle, un autentico sindacalista ma anche perfetto funzionario comunista, mandato per sovrappiù a studiare a Mosca, persino quell'essere il primo di sette figli, un friulano emigrato a Milano per cercar lavoro) doti biografiche cui corrispondono, addirittura, caratteristiche fisiche: la taglia vigorosa, i capelli a spazzola, la cadenza padana da cui traspaiono franchezza e buon senso. Eppure, ascoltando le sue parole, ci si accorge che tutto questo non basta a fugare l'impressione di una nascosta incertezza. Quasi egli avvertisse di essersi inoltrato, come il personaggio di un racconto criptico, <mel giardino dei sentieri che si bifor¬ cano», verso «diversi futuri», di cui non e dato ancora conoscere l'esito. Non basta, infatti, giurare sul mutamento per determinarlo. O parlare del nuovo in termini salvifici, decretando che «si volta pagina e s'inizia da oggi a scrivere il nuovo libro», quasi l'ansia di una trasformazione, che riscatti da tante mortificazioni, potesse assumere, di per sé, valore dirompente. «Il cambiamento s'impone per non essere ri dotti a fatto residuale», ha però, aggiunto, rivelando pessimismi d'abitudine sottaciuti. Poi. un guizzo di autentica speranza: «Dobbiamo avviare la fase costituente del sindacato del futuro». C'è da augurarsi che l'impegno abbia successo, ma intanto di cosa riempire, al di là delle parole, che pure contano, questa fase costituente? Ed è qui, appunto, che temiamo il ritorno su vecchi percorsi, una ineluttabile marcia indietro nel tempo, pur indossando abiti appa¬ rentemente nuovi. L'ambiguità c emersa del resto subito, già nello stesso discorso d'investitura, proprio attorno al significato assunto dallo slogan centrale del congresso — il «patto per il lavoro» — privilegiato nei confronti di quel «patto fra i produttori», invano rivendicato da Lama. Speriamo di non offendere la sacralità liturgica dei dibattiti sindacali se, in proposito, ci riferiremo ad uno dei nostri più intelligenti critici televisivi. Beniamino Placido, il quale, commentando i telegiornali che. appunto, ripetevano pedissequamente le due formulazioni, ha confessato di non capire assolutamente cosa in realtà volessero dire e il perché del contrasto. Una incomprensione più che motivala e che ci sforzeremo di chiarire, proprio perché dietro la scelta compiuta dalia Mario Pirani (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Antonio Pizzinato, Beniamino Placido, Lama

Luoghi citati: Milano, Mosca