De Zolt, una lezione di sport

De Zolt, una lezione di sport Un italiano che dimostra di «saper perdere» VASALOPPET De Zolt, una lezione di sport Dopo la caduta che lo ha privato di una vittoria storica, non una parola d'accusa agli svedesi Maurilio De Zolt, italiano di trentacinque anni e mezzo, ha perduto, per una caduta, la Vasaloppet. cioè la corsa di sci di fondo che da sola può bastare a riempire la carriera di un atleta ed anche, considerando la presa sentimentale di un certo tipo di sport, la vita di un uomo. Quarto all'arrivo, è stato violentemente abbracciato da Busnelli, il suo amico-sponsor, l'industriale che ha speso una cinquantina di milioni per una spedizione fuori dai programmi federali, e che a De Zolt ha detto grazie. Lo stesso De Zolt ha provveduto subito a dire grazie a Busnelli. a Conconi, ad Azitta, a D'Incal. a Longoborghini, a Brivio. gli uomini che lo avevano assistito nella faticaccia di 89 chilometri. Poi ' sempre De Zolt ha provveduto a'sacramentare in gagliardo ma non blasfemo italiano alla televisione svedese, ovviamente in diretta, con un giornalista che sapeva un po' della nostra lingua. Ma non ha lanciato accuse roventi di caduta provocata, ha parlato di legge del fonetismo (.si sta sempre' uno sugli sci dell'altro, in pellite da ignoranza e indifferenza, ha brindato — con noi che gli stavamo intorno dopo la sconfitta, anzi dopo la non vittoria — all'oro olimpico del 1988. sui 50 chilometri: 'Sempre che non siano un po' corti per lui' ha precisato il professor Conconi, che è il suo guru voronoffiano personale. La lezione sua è stata enorme, ma ovviamente sta a noi darle fermenti e lieviti. La caduta, provocata o no, di De Zolt non dà e non deve dare luogo a nessun «processo», sui giornali o in televisione. La verità non esiste, e perciò non è da cercare con accanimento e presunzione; esiste casomai il vero, cioè quello che De Zolt pensa: «Sono cose che accadono: in Italia, con tre italiani contro uno svedese, forse avremmo fatto di peggio, noi sulla pista e gli spettatori intorno'. Ora non resta che aspettare anche il primo cretino il quale dica che De Zolt è caduto per avere un alibi, una scusa. In altri sport accadrebbe, da una parte il nazionalismo dall'altra il nazionalmasochlsmo. Lo sappiamo bene, purtroppo. "" g. p. o. certi finali'), ha evitato di precisare chi poteva averlo .toccato», ha persino detto: .Alt sentivo di vincere, ma se anche fossi arrivato secondo sarei stato contento'. Una lezione formidabile di comportamento, addirittura di civiltà. Ci è venuto da pensare a cosa sarebbe accaduto, a cosa potrebbe accadere anche domani, in altri sport, nel calcio tanto per far nomi, se uno dei nostri perdesse una grande prova, o non potesse lottare per vincerla, in circostanze slmili a quella patita da De Zolt. Da pensare agli isterismi, alle accuse, alle minacce, alle faide. Là a Mora, nessuno ha usato la parola «moviola» : la caduta di De Zolt è stata bene riproposta sul video, ci dicono, in Italia, la trasmissione televisiva svedese è andata avanti — ci dicono, noi eravamo sul traguardo, dopo avere seguito 1 concorrenti sin dove possibile con mezzi a motore — con la bozzettistica di una corsa che allinea 11.700 persone e che per la Svezia è saga. De Zolt. che è rimasto a gareggiare lassù, ih córse che verranno qui sep¬

Luoghi citati: Azitta, Brivio, Italia, Quarto, Svezia