Tenore oh caro, anzi carissimo di Armando Caruso

Tenore oh caro, anzi carissimo Veriano Luchetti ha chiesto a Napoli 25 milioni a recita: è esploso un caso Tenore oh caro, anzi carissimo Non è il solo ad ottenere cachet altìssimi, ma è giusto che lo Stato paghi simili compensi? Rispondono alcuni sovrintendenti lirici ROMA — Veriano Luchetti, convocato all'Improvviso dal San Carlo di Napoli per sostituire Luis Lima nel Simon Boccanegra in scena l'8 marzo, «spara» il suo cachet: 25 milioni a recita per sette rappresentazioni. Luchetti, ugola dagli acuti squillanti, è secondo soltanto a Luciano Pavarottl ed è apprezzassimo nel repertorio Urico verdiano, l'alfiere di una sparuta schiera di italici tenori. Francesco Canossa, sovrintendente dell'Ente lirico napoletano non accetta di sborsare una tal cifra. E' il primo secco «no» ufficiale ad un tenore richiestissimo in tutto il mondo: esplode il «caso Luchetti». E' giusto che un Ente Lirico paghi con 1 soldi dello Stato e quindi dei contribuenti, una cifra cosi alta? A Napoli sostengono che Luchetti con i suoi 25 milioni a ■ recita («è il cachet che pagano tutti i grandi teatri nei quali canto, non ho calcato la mano», dice il cantante) ne guadagna 5 in più di quanto intaschi Maradona per una partita. Dopo anni e anni in cui gli Enti lirici hanno fatto a gara per accaparrarsi gli artisti più ambiti (Pavarottl, Domingo. Cappuccini, Ohiaurov, Lucia Valentin! alla Scala; il carissimo Alfredo Krauss, i cui contratti vengono sempre definiti in dollari, . e in tempi passati Del Monaco, Di Stefano, Corelli) il «tenore d'oro» scatena la reazione dei sovrintendenti. Francesco Canossa (Sovrintendente al San Carlo) .Non si tratta di discutere la richiesta di una bravissimo artista come Luchetti, ma di esaminare la vertiginosa escalation del mercato, che trascina non solo t grandi, ma anche modesti professionisti ed i giovani, che si montano la testa e chiedono cifre impensabili. Il caro-tenore c'è sempre stato, a cominciare da Enrico Caruso, ma i tempi e le condizioni dei teatri erano diversi: Cosa suggerisce per bloccare gli alti cachet? •In Germania i teatri hanno istituito il "top-fee" (cachet massimo; e si sono impe¬ gnati a non far mai superare la cifra stabilita, anche se l'organiszazione del teatro di tradizione favorisce cantanti e musicisti che sono impegnati tutte le sere nelle recite. In Italia si deve far funzionare il Coordinamento dei tredici enti Urici sotto la presidenza del ministro al Turismo e Spettacolo, affinché si discutano e si programmino tutte le stagioni teatrali in un unicum che eviti le inutili, dannose concorrenze, e favorisca la cooperazione». Carlo Maria Badini (Sovrintendente Teatro alla Scala): -Il Teatro San Carlo ha adottato un atteggiamento corretto. Si deve però chiedere quante situazioni come quelle denunciate non siano venute alla luce. Ritengo molte, perché un artista chiede sempre quello che probabilmente ha già ottenuto altrove e spesso con un impegno e rischio inferiori a quello dell'esibirsi in un ente lirico. Voglio aggiungere che le risposte individuali purtroppo non servono ad arrestare la tendenza. Probabilmente, per la caratteristica internazionale di questo mercato del lavoro, non serve neppure una risposta soltan¬ t taliana S,fanno fede mie precedenti dichiarazioni, che sollecito una preliminare intesa fra gli enti del nostro Paese sul problema, per approdare ad una Agenzia europea artistica, finalizzata a rappresentare l'insieme dei teatri d'opera europei, che sono tutti di natura pubblica». Giorgio Vldusso (Sovrintendente al Comunale di Firenze): 'Predico inascoltato, da anni, che il lievitare dei cachet è colpa anche dei mass media, i quali suscitano clamori ad ogni evento musicale. Gli artisti sono soltanto dato¬ ri di musica non dei Barnum da pagare a peso d'oro. Il pubblico dovrebbe essere educato ad andare a teatro perché del teatro si fida, per la sua serietà, non perché canta questo o quel tenore. Anche Caruso e Giuditta Pasta chiedevano cachet iperbolici, ma i soldi li sborsava la ricca borghesia. Certo, c'è anche da considerare che oggi molti cantanti conducono una vita di stress, come i calciatori in attesa della rottura del menisco». I teatri hanno colpe di questa situazione? •Ogni teatro si sente il primo del mondo. Personalmente sono del parere che una gerarchia di valori esista, e che tra Catania e Milano ci siano esigenze diverse. Per la Scala, farei una legge speciale. Non per la Scala in sé, ma per la capacità dei milanesi di premiare le sue scelte, pagare 600 mila lire la poltrona per una prima» ■ Alberto Antignanl ^Sovrintendente all'Opera di Roma): -Luchetti è un grande tenore, un artista di serie A e quello richiesto è il suo cachet normale, ma devo dire che la media degli onorari dei cantanti è scandalosa. E purtroppo finora gli Enti lirici hanno fatto poco per mitigare l'ascesa del mercato. Oggi, un tentativo per calmierare l'offensiva va fatto. E' doveroso. E non solo per ciò che riguarda i cachet ai cantanti, ma per tutte le altre voci che rendono i bilanci insostenibili». Armando Caruso

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