Piemontese alla riscossa

Piemontese alla riscossa Nei mercati e nei circoli la rivincita del dialetto Piemontese alla riscossa - Per l'Istituto di dialettologia, il fenomeno sarebbe legato ad un rinato interesse per la cultura popolare - Ne traggono impulso poesia e teatro dialettale, ma anche l'uso comune - Salumieri e panettieri espongono insegne in vernacolo, a scuola nasce la lezione di cultura locale •Nelle famiglie torinesi prevale l'uso del dialetto limitatamente agli scambi verbali tra genitori e parenti amiani, mentre con i figli c'è l'abitudine di usare l'italiano: Lo ha scritto nel '75 uno studente della facoltà, di Lettere nella sua tesi di laurea •Sondaggio sull'uso di italiano e àialetto nella comunità urbana di Torino», dopo avere Intervistato 100 persone, dodici nelle quali, al di sotto dei 34 ■'anni, hanno dichiarato di capire 11 piemontese con molta difficoltà. M Oggi, Invece, a distanza di dieci anni, le conclusioni delia ricerca potrebbero essere di segno opposto, dato che il vernacolo è tornato di moda in tutte le classi sociali. Il cambiamento non è sfuggito all'istituto di Dialettologia della nostra Università, che ha registrato il rifiorire della parlata •anche se — dice il .prof. Tullio Telmon — potrebbe essere un fenomeno limitato nel tempo e, probabilmente, legato al rinoto interesse per la cultura popolare». •Bele sì parloma piemontèis., sta scritto sulle vetrine di molti negozi. Oli adesivi sono comparsi molti anni fa, ma mal come in questo periodo dimostrano il desiderio dei torinesi di esprimersi nella lingua del padri. I genitori parlano di nuovo con 1 figli in ■dialetto, chiacchierano in turinèis 1 ragazzi con le Timberland e i Moncler, dicono cereo gli immigrati che curiosamente contribuiscono alla sua sopravvivenza, e sono molto richieste nelle due librerie specializzate di Torino %~ «Piemonte in bancarella' e «La libreria piemontese») — le edizioni dialettali. Altro m che piemontese al crepuscolo. C'è un fiorire d'i' niztative che fanno pensare ad una rinascita. Alla Famija Turineisa e alla Cd de studi Pinin Pacòt settimanalmen te. a cura di Fino Perrone e Camillo Brero, si tengono corsi affollati di dizione, grammatica e letteratura piemontese; ogni anno numerosi concorrenti partecipano al concorsi di poesia, di prosa e di teatro dialettale .'•Marilina Mongardi Passigli», .-.«Pinin Pacòt», «Wino Costa: -Armando Mottura»; nelle : scuole pubbliche, come alla •Silvio Pellico», alla -Pacchiotti», alla «Duca degli Abruzzi» e alla «Einaudi» di via Artom il bilinguismo vie. ne sollecitato dalle insegnati ti con lezioni di •cultura loca •te». Conferma il prof. Renzo Oandolfo, vicepresidente della «Co de studi piemontèis»: •La rinascita del dialetto non tè un ventò fasullo. Stiamo as'sistendo alla ripresa dei vaiofi della nostra cultura, che 'necessariamente non poteva 'essere dimenticata''. Cosi si sente di nuovo par- lare In piemontese fra 1 banchi del mercatini rionali, soprattutto quelli di Vanchiglia e dell'Oltre Po, alcuni negozi del centro e della precollina hanno le insegne In vernacolo (il salumiere è tornato ad essere l'artoiur, 11 panettiere panate, il lattaio marghé, il negozio dell'angolo la botega del canton), mentre in molti ristoranti, come da Goffi in corso Casale, è diventato segno di distinzione il cameriere che propone « tajarìn, bujì, e na mesa 'd vin ross die Lunghe». Sono piccole isole di piemontese sparse in tutta Torino, che fanno riferimento a nuclei famigliari dello stesso palazzo, a vecchie piole della periferia o a commercianti di prodotti tipici regionali. n rilancio del piemontese comincia, comunque, dalla base, dalle classi popolari non più timorose di sentirsi emarginate; ed è frutto della battaglia combattuta per anni dalle varie associazioni nate per difendere la piemon t esita. Sono la «Ca di studi piemontèis» che compie ricerche di dialettologia e di linguistica, organizza convegni di studio, pubblica collane di storia, poesia, prosa e teatro; la •Famija Turineisa», che coltiva la torinesità con i suoi tremila soci, un mensile bilingue (7 cavai 'd bróns), le pubblicazioni annuali e il gruppo delle Giacomette. Poi la compagnia -lì Brande» (gli alari) che stampa VArmanach éd poesia piemonteisa, Piemonteis ancheu), Musicalbrandé e organizza l'annuale Festa del Piemont, e •L'Associassion Piemontéisa» con la sua compagnia di spettacolo e la rivista Giandoja. Non meno importanti sono la «Ca dé sludi Pinin Pacòt» e il •Cenacolo piemontese» di via Boterò, organizzatore del premio di poesia Nino Costa. Infine le due organizzazioni dei piemontesi all'estero (pare siano 5 milioni): l'i ir? nione famiglie piemontesi» e V •Associazione dei piemontesi nel mondo». Per ultimo, l'amato e contemporaneamente odiato (dati i suoi discorsi sull'autonomia regionale) Roberto Gremmo, consigliere provinciale eletto alle ultime amministrative con 36 mila voti nella lista Piemon t. Emanuele Monta

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