Frodi al casinò di St-Vincent salta il processo a ex dirigenti di Claudio Cerasuolo

Frodi al casinò di Si-Vincent salta il processo a ex dirigenti Torino, attesa la fine dell'inchiesta principale sulla casa da gioco Frodi al casinò di Si-Vincent salta il processo a ex dirigenti TORINO — Colpo di scena al processo iniziato ieri mattina davanti ai giudici della quarta sezione penale (presidente Mitola) contro 16 imputati, quattro ex amministratori e 12 dipendenti del casinò di Saint-Vinoent, per una frode fiscale di circa 13 miliardi. Alle 16 i giudici si ritirano in camera di consiglio per decìdere sull'istanza dell'avv. Zaccone che chiede il rinvio a nuovo ruolo. Dopo più di due ore l'ordinanza: l'eccezione del legale è accolta e il processo salta, in attesa della conclusione dell'inchiesta principale, quella nata, dal blitz della notte di San Martino, compiuto l'il novembre dell'83 da trecento finanzieri nelle sale della casa da gioco. Ai due imputati detenuti, gli ex amministratori Franco Chamonal e Luigi Vegezzi. viene concessa la libertà provvisoria ma soltanto dopo che avranno versato mezzo miliardo di lire a testa come cauzione. Il processo per le frodi fiscali, iniziato e subito arenatosi, consente di fare il punto sull'inchiesta principale condotta dai giudici istruttori Tamponi. Laudi e Sandrelli. Dopo il clamore suscitato dal blitz — decine e decine di perquisizioni e sequestri, sei arresti e una raffica di órdini di comparizione — l'istruttoria, è proseguita nel riserbo più assoluto. L'ipotesi più inquietante avanzata dai magistrati torinesi è che la mafia avesse al¬ lungato le mani sulla casa da gioco valdostana e si servisse dei tavoli verdi e dell'ufficio fidi per riciclare denaro sporco, proveniente da riscatti pagati per rapimenti di persona. . L'ipotesi aveva trovato conferma nei sequestri e nelle perquisizioni disposti dagli inquirenti contro una nutrita schiera di prestasoldi. accusati di concorso in associazione di stampo mafioso per il riciclaggio di denaro sporco. Bruno Masi, uno degli ex amministratori della casa da gioco. Chamonal. i latitanti Paolo Giovannini e l'ex presidente della regione Andrione. sono gli unici a dover rispondere ancora di questo reato. Un paio di mesi fa i prestasoldi sono stati invece scagionati e era devono vedersela solo col fisco. Ieri mattina in aula si sono presentati una decina di imputati. Due soli i detenuti: Chamonal e Vegezzi, in carcere dall'ottobre dell'anno scorso (Chamonal aveva già scontato un anno e mezzo di carcerazione preventiva per l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso). E' latitante Paolo Giovannini, considerato uno degli istigatori delle frodi fiscali. Assente Masi, colpito dal morbo di Parkinson: è in libertà provvisoria, a Civitavecchia. A piede libero il direttore dei giochi americani. Serge Saiter (assente ieri in aula), il vicedirettore Sandro Untherthiner, gli ispettori capi Lu¬ ciano Cassini e Riccardo Driussi, gli ispettori Carlo Cardinali e Gilberto Casetta, i direttori giochi Mario Stella e Luigi Viglione. il capo cassiere Riccardo Caldara. i cassieri Italo Vauthier (assente per malattia) e Italo Bordon. il capo elettricista e responsabile della manutenzione delle «slot machines», Giosuè Bee. Stando all'accusa, parte degli incassi e le mance non venivano registrati e finivano invece alla Saiset, la società costituita nell'81 da Chamonal. Giovannini e Masi, inca- ricata fino al luglio del'85 della gestione dei giochi americani. I tre dirigenti e il general manager Vegezzi distribuivano in nero quei soldi ai dipendenti. Per tutta la mattinata il tribunale ha dovuto rispondere alle numerose eccezioni preliminari dei difensori: accolta quella degli avvocati Gabri e Rossomando, legali di Masi, impossibilitato a stare in giudizio. E' uscito di scena anche Giosuè Bee, difeso dall'avv. Giordano, per nullità dell'ordinanza di rinvio a giudizio. In tutte le questioni sollevate dai legali c'è un denominatore comune: «JVon si può celebrare questo processo prima della conclusione dell'inchiesta da cui nasce». Ai difensori replicano l'avvocato di parte civile per i ministeri delle Finanze e Tesoro, Carlo Damato e il pubblico ministero Tinti. Nel tardo pomeriggio il tribunale si ritira per affrontare la questione più delicata. Quando il presidente Mitola legge l'ordinanza, nell'aula c'è una tensione quasi palpabile. Chamonal e Vegezzi sono visibilmente agitati. Sostengono i giudici: 'Esiste una evidente connessione tra i due procedimenti. Il rinvio a nuovo ruolo si rende indispensabile per non pregiudicare il diritto dell'imputato ad essere processato per fatti contestuali una sola volta e poter cosi beneficiare dell'istituto della continuazione». Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Civitavecchia, Torino