Dietro il giallo dei 33 morti forse c'è una strage di ebrei di Omero Marraccini

Dietro il giallo dei 33 morti forse c'è una strage di ebrei Una famiglia di Chianni (Pisa) fu portata via dai fascisti (1944) Dietro il giallo dei 33 morti forse c'è una strage di ebrei DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LIVORNO — Dalla memoria della gente comincia a farsi strada una tragica verità sui 33 scheletri trovati sul Monte Vaso. Spuntano circostanze e nomi: quei civili uccìsi (19), quasi certamente erano cittadini ebrei, rastrellati da una banda di «repubblichini» nelle campagne attorno a Chianni. un comune della provincia di Pisa. Avvenne la sera del 16 maggio 1944, come ricordano Tatiana Rossi e la madre Annita. figlia e madre del sindaco della liberazione di Chianni, Giuseppe Rossi morto appena due mesi fa. Le due donne ricordano che una numerosa famiglia di ebrei abitava in paese e che i fascisti portarono via, quella sera otto persone: 'Parenti dell'avvocato Alberto Ottolenghi e della moglie Lucilla Fimi, che abitavano in località Mercatale. Qualcuno fece in tempo ad avvertirli:-l'avvocato, la moglie e le due figlie poterono fuggire. Si misero in salvo in Svizzera». L'avvocato Ottolenghi è morto qualche anno fa a Pisa ma sua moglie vìve ancora, sul Lungarno. Dice la signora Lucilla. Ottolenghi: «JVon ricordo più bene, sono stata ammalata. So che i nostri congiunti furono tutti catturati proprio a Chianni. Di loro non abbiamo saputo più nulla». Tatiana e Annita Rossi hanno nella memoria ancora vive le scene di quella sera: 'Erano tutti fascisti. Certo avevano un elenco. Andarono a bussare porta per porta con sicurezza. Catturarono gli ebrei e con altri che erano già sul camion li portarono via. Donne, ragazzi... Il camion, dissero, era diretto a Fossoli. Noi vedemmo soltanto che aveva preso la strada che conduce al Monte Vaso». Cosi si potrebbe spiegare una strage/documentata dal ritrovamento del resti: forse i fascisti repubblichini deci¬ sero di disfarsi di quel gruppo di ebrei per paura di incappare nei partigiani che ormai controllavano tutta la zona. Non c'è infatti certezza che gli ebrei siano mai arrivati a Fossoli. Quella notte i fascisti portarono via anche altre tre persone i cui nomi sono ricordati da una lapide all'azienda agricola Murri, vicino a Chianni: Edoardo Bigiani, avvocato, la moglie Evelina Sacerdoti e Bruno Cremisi, tutti ebrei. La lapide dice che furono consegnati dai fascisti alle SS. Il rabbino Isidoro Khan della comunità israelitica di Livorno si interessa al caso: Ci siamo rivòlti _al Centro documentazióni storiche di Milano per vedere di ricostruire l'odissea di questa povera gente: se arrivò a Fossoli o meno. Nella nostra zona di Livorno furono deportati 129 israeliti, ne sono tornati soltanto quattro». Soggiunge il rabbino: «Forse l'avvocato Guido De Cori di Pisa potrebbe sapere qualcosa». L'avvocato De Cori esclude che fra i morti del Monte Vaso possano esserci dei parenti del dottor Ottolenghi. «.Ricordo i componenti della famiglia: Angelo e Valentina Di Nola i vecchi, la figlia Valentina De Seta, sposata Roccas. il figlio di lei Roberto. Ricordo perché proprio per Roberto curai nel '47 la pratica per la dichiarazione di morte, per via di una eredità. A me risulta che quel gruppo passò per Fossoli, anzi sono sicuro che furono uccisi nella camera a oes di Birknau». Il mistero s'infittisce. Madre e figlia Rossi ricordano un ragazzo. Renzo Ottolenghi, scomparso con gli altri quella sera di maggio. Quanti erano i deportati su quel ca mion che prese' la strada del Monte Vaso? 'Non ricordo più nulla — dice Lucilla Ot tolenghi — sono passati tanti anni». . Omero Marraccini