Degan: meno aborti nell'85 ma la legge va modificata

Degan: meno aborti nell'85 ma la legge va modificata Deputati de chiedono una commissione d'inchiesta Degan: meno aborti nell'85 ma la legge va modificata ROMA — I casi di interruzione della gravidanza hanno registrato un calo, nel 1985, rispetto agli anni precedenti. Sono stati 210 mila, la punta più bassa del quinquennio, contro i 227 mila del 1984, i 234 nula del 1983, 1 235 mila del 1982, i 224 nula del 1981. ì 222 mila del 1980. Per ogni mille nati vivi (è quello che si' chiama «rapporto di abortivita») si sono avuti 355,8 aborti, inferiore all'anno precedente (380,5), ma «pur sempre elevato soprattutto se messo in correlazione con l'ulteriore decremento demografico in atto nel Paese». Lo rileva la -relazione» sulla legge «194» che il ministro Degan ha trasmesso ai presidenti delle commissioni Sanità della Camera e del Senato. La relazione, che dal 1978, quando l'aborto è stato legalizzato, non è stata mai discussa, cade in un momento di forti polemiche. In Parlamento, i democristiani colle gati al «Movimento per la vita» hanno proposto l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta, con lo scopo di verificare soprattutto l'efficienza dei con¬ sultori. Degan si è detto favorevole e adesioni sono pervenute da altri gruppi (ad esempio il pri); anche il comunista Giovanni Berlinguer ha detto che «un'indagine» si impone. Secondo Degan, l'obiettivo fondamentale della legge, che è quello -della tutela della vita umana fin dal suo inizio», non quello della contraccezione e del controllo delle nascite, rischia di essere «compromesso». Pertanto ha chiesto che il Parlamento discuta al più presto la relazione «anche ai fini di una eventuale revisione della legge.. E ha proposto che al consultorio accedano anche 1 medici obiettori, «in modo da rendere pluralistico, cioè con doppia possibilità d'opzione, l'appoggio informativo e assistenziale che la struttura sanitaria viene ad instaurare con la donna». Dai dati emerge che nell'interruzione volontaria della gravidanza, effettuata per lo più negli ospedali (86,6%), il consultorio viene coinvolto scarsamente (23,6% dei casi). Si procede su certificato del medico di fiducia o del servi¬ zio ostetrico-ginecologico. Ma quale è l'«identikit» della donna che interrompe la gravidanza? E' coniugata, fra i 25 e 1 34 anni, già con figli, vicina dunque più ai modelli dei Paesi dell'Est che non dei Paesi occidentali, dove ad abortire sono le giovani nubili, ■:- . r ... Da noi le donne sposate sono il 69.3 per cento contro il 27.2 per cento delle nubili, il 2.5 per cento delle separate. Il grado di istruzione è quello della licenza media inferiore (42,6%). Si abortisce di più in Emilia-Romagna (727,2 per mille nati vivi), in Liguria (622,2 per mille), Toscana (599,6 per mille). Di meno in Calabria (139.6). Bolzano (141,6), Campania (181,2). Il rapporto donne feconde-aborti è del 15.1 per mille. Chi abortisce è già alla seconda esperienza (15,2%), terza (5,3%) e perfino quarta (1.7%) e addirittura quinta (1.1%). Le percentuali più alte si verificano nella fascia di età 25-29 anni. (22,3%) inseguita da 30-34 anni (21,6%) e 20-24 anni (21.1%). Fra l 15-19 anni la media è di 7.9%.

Persone citate: Degan, Giovanni Berlinguer

Luoghi citati: Bolzano, Calabria, Campania, Emilia, Liguria, Roma, Romagna, Toscana