Le pere italiane non piacciono più i frutticoltori cambiano varietà
Le pere italiane non piacciono più i frutticoitori cambiano varietà Le ultime indicazioni del Centro ortofrutticolo di Ferrara Le pere italiane non piacciono più i frutticoitori cambiano varietà FERRARA — L'ortofrutticoltura riveste un ruolo notevole nell'intero contesto dell'economia italiana e, soprattutto il pero, ha un'importanza notevole per la nostra agricoltura, specie per il bacino produttivo concentrato nell'area emiliano-romagnola. La pericoltura non sta .perp. .atttaY^s^ndo un momento felice, vi é l'esigenza di dare risposte „pjoltó' .precise ad una serie di problemi produttivi e di mercato che sono oramai evidenti e che devono essere risolti, per consentire un rilancio. Di questo si è discusso in un convegno svoltosi presso il Centro ortofrutticolo di Ferrara. -Occorre tenere d'occhio la concorrenza estera che comincia a farsi sentire — ha sottolineato il prof. Calderoni, vicepresidente dei Centro —. Si derono migliorare gli standard qualitativi della nostra produzione e seguire con maggiore attenzione l'evoluzione dei consumi e le scelte dei consumatori-. Il pero è una coltura che tocca il 50 per cento dell'intera produzione europea e che vede il quadrilatero FerraraRavenna-Bologna-Modena come asse portante di questa specie in termini quantitativi con il controllo di quasi il 75 per cento della produzione nazionale, ma anche in primo piano nelle innovazioni tecniche, agronomiche e varietali. Nel convegno sono stati trattati temi inerenti le prospettive e la redditività della coltura del pero, i nuovi pro¬ grammi di miglioramento genetico, gli orientamenti per rimpianto e le forme di allevamento, i portainnesti, la potatura meccanica, ì problemi f itosanitari. La coltura del pero ha in Emilia-Romagna un habitat favorevole e confacente al raggiungimento di elevate rese produttive e di ottimi standard qualitativi. La coltura ha conosciuto in passato momenti di crisi, dovuti a un'eccessiva dilatazione degl'impianti (estesi anche in aree marginali o poco vocate) e caratterizzati da una squilibrata scelta delle varietà, fino ad arrivare a questi ultimi anni in cui ha mostrato incoraggianti segni di ripresa. L'evoluzione della coltura del pero è volta infatti alla realizzazione di un rapido rinnovamento della specie sostituendo vecchie varietà e, nel contempo, introducendone altre. Un problema molto sentito resta quello dei portainnesti non selezionati che fino ad ora hanno determinato fenomeni di disaffinità o disomogeneità degl'Impianti. L'incontro di Ferrara non solo ha fatto 11 punto della situazione, ma ha rappresentato un momento qualificante per rilanciare questa coltura e ha dato al pericoltori, oltre agl'indirizzi tecnico-scientifici più aggiornati, la speranza che il pero rappresenterà una valida scelta del futuro della frutticoltura italiana. Maurizio Barbieri
Persone citate: Calderoni, Maurizio Barbieri
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