Pecchioli alla tribuna del pcus punta iI dito sull'Afghanistan di Emanuele Novazio

Peeehiali alla tribuna del peus punta II dito sull'Afghanistan Peeehiali alla tribuna del peus punta II dito sull'Afghanistan Il dirìgente del pei auspica una «soluzione politica della grave questione» - La riforma economica sovietica sarebbe un «fatto di grande rilievo» - D silenzio dei socialisti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — A Ugo Pecchioli. e al pei del 1986. è riuscito nell'Urss di Gorbaciov quanto a Giancarlo Pajetta. e al pei del 1981. era stato negato dall'Urss di Breznev: per dieci minuti, ieri, il capo delegazione del partito comunista italiano ha parlato alla tribuna del ventisettesimo Congresso del pcus (che ha dedicato, in apertura dei lavori, un minuto di silenzio in memoria di Olof Palme). Nella relazione, cinque cartelle, si nomina anche l'Afghanistan, parola un tempo proibita in Unione Sovietica (che la Tass. nel suo resoconto serale, ha omesso. Ma che oggi la Pravàa certo pubblicherà, riportando integralmente l'intervento). In modo esplicito. Abbastanza, almeno, per dare l'impressione di una vittoria significativa dei comunisti italiani, o di una concessione importante dal parte del pcus. Ma in modo, anche, abbastanza elusivo e sfumato, quando si pensi ad altre formule adottate dal pei Dice Pecchioli: -La pace corre gravi rischi anche per i tanti conflitti militari in corso in diverse parti del mondo. Il rispetto della sovranità degli Stati e dell'indipendenza dei popoli è una questione di principio che non ammette deroghe. Gli interventi militari in altri Paesi non sono ammissibili. Lo spirito del negoziato deve sempre prevalere-. E. poco più avanti: min base agli stessi principi noi auspichiamo, che al più. presto si giunga a una soluzione politica della grave questione dell'Afghanistan-. L'.elusività» sta proprio in quel generico riferimento alla -soluzione politica-, alla mancanza cioè di distinzioni, di chiarimenti, di puntualizzazioni: non si dice, per esempio, se secondo i comunisti italiani sarebbe accettabile una soluzione politica in chiave esclusivamente afgha¬ na, come l'Urss sembra sostenere da tempo ormai. O se. invece, condizione di qualsiasi soluzione politica sia un governo che riconosca i diritti dei ■ribelli» islamici. La chiave della relazione Pecchioli. il segno della sua cautela, del suo adeguamento di fondo, è forse qui. in questo -scandalo apparente-. Il resto è in linea: sul punto chiave del rapporto Gorbaciov. la riforma economica sovietica, il giudizio è altrettanto vago. Un capoverso appena: vi si apprezza la -forte ispirazione innovativa-, si • guarda con estremo interesse, a questo -fatto di grande rilievo-. Con una chiosa certo importante: -Partendo sempre dall'idea che la crescita della partecipazione democratica dei lavoratori e dei cittadini alla vita del Paese è presupposto essenziale di ogni effettivo e duraturo sviluppo-. Ma senza precisare, senza giudizi più articolati, quali pure si erano sentiti, già. dai comunisti italiani. L'enfasi vera della relazione è altrove: sul piano di disarmo presentato da Gorbaciov in gennaio. Sull'opposizione ai progetti americani di guerre stellari e sulla necessità di distensione (con un interessante riferimento alla vittoria sul nazifascismo. 40 anni fa, e al ruolo allora svolto, insieme con l'Urss. dagli alleati -e in particolar modo dagli Stati Uniti-). Sull'impegno per la pace, sottolineato con un riferimento ai blocchi (bisogna tener conto -in modo responsabile- degli interessi di -tutte le parti in campo-, -siamo contro rotture unilaterali nell'uno o nell'altro blocco, che pure canno nella prospettiva superati-). che certo allontana il pei dai due altri grandi partiti comunisti occidentali: il francese Plissonier aveva preferito insistere sulla contrapposizione di capitalismo e socialismo: il portoghese Cunhal. con un intervento stile fronte popolare, sul -consolidamento dell'unità del movimento comunista internazionale- e sul1 -imperialismo americano che cerca di arrestare il corso dello sviluppo mondiale-. II pei. secondo Pecchioli. vuole impegnarsi su questi obiettivi sviluppando le relazioni con i partiti del movimento operaio, ma sottolineando -l'assoluta autonomia e pieno rispetto di diversità e di divergenze-. L'enfasi e. anche, sull'europeismo del partito comunista, sulla sua strategìa di forza che vuole una -ricomposizione delle diverse componenti della sinistra- del continente, di cui il pei è -parte 'ntegrante-. Di questa sinistra, i partiti conunisti sono stati però le uniche voci, al congresso: socialisti e socialdemocratici, invitati per la prima volta, hanno taciuto (a parte interventi minori, dei cileni o dei greci): per decisione collettiva, sembra, non sostenuta da pressioni sovietiche. Anche la delegazione dell'Internazionale, rappresentata dai francesi e non dal presidente Brandt, non si è espressa: dopo la relazione del Segretario Generale, ha lasciato Mosca. Emanuele Novazio