Verona, poveri soltanto per il fisco manette ai dirigenti della Triveneta di Giuliano Marchesini

Verona, poveri soltanto per il fisco manette ai dirigenti della Triveneta Evasi due miliardi e mezzo: traffico con alcune aziende vinicole? Verona, poveri soltanto per il fisco manette ai dirigenti della Triveneta DAL NOSTRO INVIATO VERONA — Ohi in carcere, chi agli arresti domiciliari. La «Triveneta Zuccheri», la più grossa impresa di distribuzione nel Nord Italia, naviga adesso nel mezzo di una bufera: il sostituto procuratore della Repubblica di Verona, Guido Papalia, sta tirando le fila di una complicata inchiesta. C'è 11 sospetto di un'evasione fiscale per circa due miliardi e mozzo di lire, e si fa l'ipotesi di un traffico verso alcune aziende vinicole del Settentrione. In cella il titolare Mario Corsini e il suo socio Bruno Marangoni, bloccati in casa il consulente Eldo Sponda, la moglie di Corsini, Rita Ederle, e uno dei figli. Paolo. Una ventina di dipendenti, un fatturato intorno ai 150 miliardi l'anno, la «Triveneta Zuccheri» rischia ora il collasso per carenza di dirigenti. L'intricata storia di questa azienda, sorta nella campagna di Settimo di Pescantina e divenuta una sorta di piccolo impero nella distribuzione dello zucchero, pare legata a quella tragica di un imprenditore veronese, Gianfranco Riolfi. Nell'autunno deirai, quest'uomo si toglie la vita con un colpo di pistola, proprio in uno stanzino della «Triveneta Zuccheri». E' probabile, si dice, che Riolfi si sia ucciso perché travolto dalle difficoltà finanziarle: a lui facevano capo diverse società, nel Veronese, e il risultato di questa serie di attività è stato catastrofico. Dopo la tragedia, tutte le ditte che sono sotto il controllo di Gianfranco Riolfi falliscono. Ed ecco entrare nella vicenda l'impresa di Settimo di Pescantina. A quanto pare, sono gli stessi amministratori dell'azienda a muoversi, andando a domandare dove siano finiti tremila quintali di zucchero che dovevano trovarsi in un magazzino di Riolfi, nei pressi di Grezzana. Le ricerche non danno esito, quel quantitativo sembra sparito. E la «Triveneta» compie il passo successivo, presentando una denuncia per furto a carico di ignoti e inserendosi nella procedura di fallimento. Ma attraverso questa strada i responsabili dell'azienda di Pescantina passeranno dal ruolo di creditori a quello di accusati, il curatore fallimentare si oppone alla richiesta del dirigenti della «Triveneta», compie anzi una serie di accertamenti. E giunge alla convinzione che lo zucchero, in quel magazzino, non ci sia mai stato, oppure ci sia stato ma in quantità Inferiore. Infine prospetta l'ipotesi che Corsini si servisse di Riolfi per smerciare clandestinamente lo zucchero nel Nord Italia. Cominciano i guai per la «Triveneta»: una relazione alla procura della Repubblica, le indagini affidate alla Guardia di Finanza. Sbalordiscono, tra l'altro, 1 controlli sugli imponibili dei coniugi Corsini: lui ha dichiarato un reddito di circa 4 milioni, lei non è andata più in là di 250 mila lire. Gli accertamenti stabiliscono invece che si tratta di oltre 200 milioni per il marito e addirittura di mezzo miliardo per la moglie. Al fondo dell'indagine condotta dalla Guardia di Finanza, c'è l'emissione degli ordini di cattura: per Mario Corsini e Bruno Marangoni le accuse di evasione fiscale e concorso In bancarotta fraudolenta. Eldo Sponda, esponente del psdi veronese, Rita Ederle e il figlio Paolo sembrano avere una partecipazione minore nella vicenda, e beneficiano degli arresti domiciliari. Tirando le somme, gl'inquirenti presentano un conto agli amministratori della Triveneta Zuccheri»: evasione dell'Iva per 2 miliardi e mezzo, tenendo presente che per disposizione di legge in caso di mancate annotazioni fiscali l'utile viene parificato al fatturato. Dove sarebbe andato a finire tutto questo zucchero che sarebbe stato sottratto all'imposta? Mario Corsini e Bruno Marangoni, assistiti dall'aw. Luigi Sancassani, vengono interrogati in carcere dal sostituto procuratore Papalia. Respingono ogni addebito, sostengono che non c'era nulla di irregolare nei contatti con Gianfranco Riolfi. Comunque, l'inchiesta pare ancora parecchio lontana dalla conclusione. Si tratta anche di chiarire se in questa storia rientrino aziende vinicole. Resta, insomma, il sospetto dell'illecito rapporto tra zucchero e produzione di vino. Giuliano Marchesini

Luoghi citati: Grezzana, Nord Italia, Pescantina, Verona