Gran mangiare e bere a Londra con Apicella factotum del lunch di Antonio Ghirelli

aSfè A tavola aSfè A tavola Gran mangiare e bere a Londra con Apicella factotum del lunch PARTENOPEO della più pura acqua, malgrado un aspetto curiosamente britannico, la sessantina giovanile e disinvolta (è coetaneo e amico di Francesco Rosi, Antonio Patroni Griffi. Antonio Ghirelli e altri illustri napoletani), Enzo ApiceUa è a Londra, da una trentina d'anni a questa parte, una specie d'istituzione italiana, un'autorità indiscussa' per quanto riguarda la tavola e questo in tutti i sensi. E' in buona parte grazie a lui se, dalla fine degli Anni 50 ad oggi, la cucina italiana è passata, nella capitale britannica, dal livello della bettola ad un tono elegante e spesso raffinato, sia dal punto di vista puramente decorativo dell'ambiente (è la sua specialità) che da quello della qualità della cucina, dei prodotti e dei vini. Oggi è possibile mangiare italiano a Londra almeno bene come in Italia e a volte anche meglio, ma questa evoluzione non si è fatta per caso e il merito va soprattutto a Enzo Apicella. «Quando seno arrivato a Londra all'inizo degli Anni 50, invitato da un amico romano, giornalista alla sezione italiana della Bbc, contavo di rimanere qualche giorno o qualche settimana e invece non mi sono più mosso. Si viveva ancora in un'atmosfera rigida e piuttosto triste e il dopoguerra non era ancora finito. Soprattutto il week-end era assolutamente lugubre. «Per mangiare, poi, la situazione era estremamentedifficile. Esistevano dei ristoranti italiani di un livello molto modesto e dei bar. dove, per una decina di scellini, si poteva avere un piatto di pasta di qualità assai approssimativa, accompagnato da una tazza di caffè. Poi, verso la fine degli Anni 50, ho fatto "La Terrazza" (di Mario Cassandre) e Franco Lagattolla, che crearono poi la catena Mario & Franco che ebbe un immenso successo) che costituì là "pietra miliare ■ della nuova ristorazione italiana a Londra, elegante e di qualità, che aveva preso le distanze da mandolini, vesuvi fumanti, reti da pesca e fiaschi appesi al soffitto. «"La Terrazza" divenne in breve una delle tappe obbligate della bella società della "Swinging London": vi si vedevano di frequente la principessa Margaret con T L panorama gastronoI mico olandese è abbastanza cosmopolita. Riflette in parte la storia della sua borghesia mercantile, favorita daUe correnti del commercio mondiale, resa salda dall'adesione a un profondo senso della realtà e alle virtù protestanti, con intelligente indulgenza. Basta infatti osservare Jle testimonianze pittoriche dei secoli anche più severi, raccolte nel Rijksumuseum e altrove, per notare come — anche in passato — rigore e golosità procedessero da buone amiche. Nelle cornici si accumulano pernici, salmoni, leprotti, aragoste. anguiUe, timballi, enormi budini e si sfrenano cascate di frutta fresca e secca di ogni stagione e d'ogni continente. Ispirata nelle sue creazioni più raffinate alla cucina francese, la gastronomia olandese non manca di originalità né di testimonianze esotiche: sono molti i piatti «orientaU» Inseriti stabilmente nei menù olandesi. SPLENDIDO arredamento tipico gardenese in legno dalle sale comuni alle camere, piscina, sauna, straordinario panorama del Sassolungo: il tutto offèrto con la tradizionale professionalità di una delle regioni a più antica tradizione turistica d'Italia e condito dalla simpatia della signora Frida Kasslatter, autorità gastronomica ufficialmente riconosciuta dell'Intera valle. L'unico problema che si può porre al cliente del ristorante Tyrol di Selva di Val Gardena è..." resistere alla tentazione di trasformare una cena in una magnifica settimana di vacanza nell'hotel «quattro stelle» di cui il ristorante fa parte. Tony Armstrong-Jones, il duca di Kent. Laura Ashley, Harold Pinter, Joseph Losey, Peter Sellers e celebri ospiti di passaggio come Frank Slnatra, Sammy Davis jr. ed altri. Da allora il fenomeno doveva accelerarsi e prendere dimensioni tali che qualche anno dopo Mario e Franco (due ex camerieri dell'elegante ristorante francese "La Mirabelle" di Curzon Street) circolavano in Bentley; erano milionari In sterline e le azioni del loro gruppo erano quotate allo Stock Exchange». Praticamente tutti i risto- ,z.ti sra^ec; ormeixm^ IN WS HEAD, ALLENJoksTHolLfN^Ì '-Ozz/a-T'f.So/v uprwe walls;fha^òoat ne 69r; àPiceus mne òar. but oiA- S/pe THE VJihlbOW ANb CUT OF ORDE fi. ^ Autocaricatura di Enzo Apicellrànti più in voga di Londra, italiani e no, portano la firma di Apicella. Negli Anni 60 ha fatto il «Tiberio», a Chelsea, che fu furiosa- mente alla moda a quell'epoca, più tardi 11 «Factotum», sèmpre a Chelsea, un locale gigantesco ed estremamente chic, poi il cinese (ma con personale e vini italiani: è un'idea di Apicella) «Mr. Chow», il più elegante della città, a Knightsbridge, «La Meridiana» di Kensington, da oltre dieci anni sempre alla moda, con la sua bella terrazza, alla buona stagione sempre affollata di splendide ra- gazze leggermente vestite e giovani dandy di successo, dove Apicella mangia praticamente tutti i giorni, o la «Pizzeria Condotti» (già ■Apicella»), in Conduit Street (di qui il suo nome) all'angolo di Savile Row dove si ritrova intatto lo stile del decoratore napoletano, sobrio ed elegante, ma allo stesso tempo allegro, che è stato a tal punto imitato negli ultimi decenni che oggi Apicella deve trovare continuamente nuove idee per non cadere nel banale e non imitare se stesso. L'ultima «opera» di Apicella è «Pizza on the Park», a sul menù di un suo ristorante in Dean Street, a Soho (ma lui, malgrado i lunghi anni trascorsi a Londra continua a dire Socho, con la h dura), un locale già esistente, ma completamente ristrutturato dal decoratore napoletano, che fa parte dèlia stessa catena della «Pizzeria Condotti», nella quale Apicella è associato con Peter Boizot, che ha trovato un compromesso ideale tra pizza e jazz, poiché è direttore della rivista «Jazz Exchange» e creatore della catena di pizzerie «Jazz At The Pizza Express», che conta 24 locali a Londra e periferia e propone una formula nuo¬ va e originale che consiste in eccellenti pizze e jazz di prima qualità. Oltre alla sua attività di decoratore Enzo ApiceUa continua a praticare attivamente il giornalismo e collabora a diversi giornali inglesi come «The Observer», «Harper's and Queen» e il «Guardian», sul quale ha una vignetta settimanale, il mercoledì. Vecchio scapolo impenitente, ApiceUa. per principio, non mangia mai in casa, e benché nel suo appartamento all'angolo della King's Road abbia due cucine, non fa nemmeno U caffè del mattino, che prende in un locale italiano che si trova praticamente di fronte alla sua porta, il «Caffè Picasso». Dove mangia un uomo del mestiere che è sempre invitato da questo o quel locale e che ha un gusto molto difficUe in fatto di cucina? I ristoranti dove prende abitualmente i suoi pasti e invita gli amici (numerosi), sono dunque «La Meridiana» e «Pizza Condotti», ma quando non ha voglia di mangiare italiano frequenta la «Langan's Brasserie» (Stratton Street-Wl), uno dei locali più alla moda di Londra, che offre tuttavia una buona cucina, il «Caprice» (Arlington StreetWl), chic e con fondo musicale, U greco «Kalamaras» (76-78, Inverness Mews-W2), con eccellenti specialità e buona musica, l'indiano «Bombay Brasserie» (Courtfield Road-SW7), elegante e di grande qualità e il «Ketther's» di Romilly Street, a Soho. Eccellente bevitore, fornito di un'impressionante conoscenza di tutti i locali di Londra, Apicella consiglia, come Wine Bar, l'elegante «Drycott» (Drycott AvenueSW3), che propone ottimi vini, un eccellente Brunch e una quantità di piccoli piatti non cari, con i quali si può combinare un buon pasto, e come pub l'«Admiral Codrington» (17, Mossop' Street-SW3), uno dei più tipici di Londra, con un pubblico assai interessante, eccellenti birre e buoni piatti e un bel patio per bere all'aria aperta durante la buona stagione. Si tratta di uno dei pub più tipici di Londra dove è conservato religiosamente il giornale di bordo che l'ammiraglio in questione tenne durante la battaglia di Trafalgar. Mino Colao