Oh Lhasa! Oh Lhasa!

Oh Lhasa! Oh Lhasa! Oh Lhasa! Oh Lhasa! D Tibet en tourist trent'anni dopo a, residenza del Dalai Lama atti raffigurano il Dalai Lama sibili e sorridenti al «funerale celeste», sorbendo 11 caratteristico tè con burro, indifferenti alla crudezza del rito e parrebbe anche alla morte.'L'atmosfera, un po' magica e fuori dal tempo che li avvolge, si ritrova nella Lhasa vecchia disposta a semicerchio intorno al monastero di Znglakang o Jokang, uno dei più antichi e importanti del Tibet; centinaia di tibetani percorrono pregando la strada principale della città in senso orario, cioè lasciando 11 tempio alla loro destra, norma seguita in ogni luogo sacro, poi si prostrano davanti all'entrata o accedono al cortile interno dove si dice che al tempo dell'ultimo Dalai Lama,, oggi in esilio, le migliala di ruote della preghiera non cessassero mai di girare. Paesaggio impervio La religiosità di questo popolo non si è sopita, sebbene 1 grandi monasteri, lo stesso Potala, quelli di Drepung, di Sera e di Candori, 1 più vicini a Lhasa che meritano senz'altro una visita, contino un numero irrisorio di monaci rispetto a 50 anni fa; i cinesi tra l'Invasione del 1949 e la rivoluzione Diano di viaggio dal Tetto del Mondo: le sue frontiere, chiuse dal tempo dell'occupazione cinese, da un anno sono state riaperte al turismo occidentale culturale non li hanno certo risparmiati. Contribuisce poi al fascino di un popolo in continua preghiera 11 paesaggio impervio e desolato in cui sembra muoversi perfettamente a suo agio, mentre l'atmosfera già rarefatta (Lhasa è a 3670 m di altitudine e molti monasteri sono situati ancora più in alto) e la violenza del raggi solari rallentano forzatamente 1 ritmi del turista. Particolarmente isolato è il monastero di Oanden, raggiungibile in 6 ore di jeep; abbarbicato ad un dirupo che funge da spartiacque tra due valli, quasi completamente distrutto, rivive oggi In parte grazie al lavoro dei giovani monaci, giovanissimi per la verità, pronti a distrarsi durante le cerimonie, incuriositi dalle macchine fotografiche, abilissimi nel riprodurre le parole che sentono perché abituati fin da piccoli ad esercitare il loro orecchio musicale nella preghiera. La dottrina buddista tibetana impone loro una severa disciplina e l'acquisizione di ampie conoscenze in campo astronomico, fisico, anatomico nonché morale e religioso, anche se considera l'ascesi un fatto personale per cui chi è privo di forza d'animo può prestare solo i servizi di supporto alla comunità: gli esami, la meditazione e il L'ESOTICO ■terzo occhio», in grado di vedere al di là di ciò che appare, sono fatica e privilegio di pochi. La fedeltà alla tradizione contrasta con la modernizzazione cinese e l'apertura al turismo: ora non vi è unicamente l'Hotel Lhasa ad accogliere stranieri, ma numerose guest houses poco care. I cinesi hanno costruito l'ospedale dove si trovano medicinali d'ogni genere e solerti infermieri che parlano inglese (se poi si sgattaiola sulla sinistra del corridoio, si arriva sui tetti per godere di un panorama unico della città vecchia). D'estate a Lhasa si respira-aria di villeggiatura: affittando una bicicletta e attraversando il fiume si può con le dovute precauzioni fare una bella nuotata; non si è soli perché molti tibetani lo fanno, ma al di là del fiume la città riacquista una fisionomia antica: gli alberi nascondono i palazzi nuovi e emerge'solitaria sul livello dell'acqua l'immagine del Potala. A Lhasa si arriva in aereo da Chengdu o da Xian, muniti di un visto che viene rilasciato dal Public Security Office delle principali città cinesi; se si vuole intraprendere l'affascinante percorso che, attraverso il passo di Kodari, collega il Tibet con il Nepal, ci si può provvedere dei documenti ne- LA Catalogna è vera Spagna o no? Qualunque possa essere l'esito di uno degli eterni dibattiti fra spagnoli catalani e spagnoli castigliani, la Catalogna è il primo pezzo di penisola-Iberica che si incontra 'VénThcT6~dàintaTTa. E' da prima dei «favolosi Anni 60» che gli italiani amanti della Spagna frequentano la costa fra Port Bou, al confine francese e Badalona, poco a Nord di Barcellona. Com'è noto si chiama Costa Brava, la battezzò cosi un poeta locale che si chiamava Ferran Agullo. Brava, come forte, selvaggia e rocciosa. Ma era nel 1908, oggi è uno dei paradisi del turismo nel Mediterraneo, in seguito alla fortuna delle sue spiagge cominciata dagli Anni 50. Brava o un po' affollata che sia. quanto costa comprare una casa su questa costa (tanto per fare un paragone con l'Italia)? Ci sono ancora posti tranquilli, come La Escala, nei pressi delle rovine romane di Ampurias, dove è in costruzione un complesso residenziale realizzazione ispano-olandese ITP, località Santa Rosa, con piccoli appartamenti arredati, venduti sui 33 milioni di lire tasse comprese. Offerte più lussuose a Punta Romana, attici intorno agli 85 milioni. Vicino alla medioevale

Persone citate: Brava, Dalai Lama, Ferran Agullo, Port Bou, Public, Sera, Xian