Il vecchio Giappone dietro l'angolo

Il vecchio Giappone dietro l'angolo Il vecchio Giappone dietro l'angolo LA chiamano «l'ultima fermata prima della luna.: oltre c'è lo spazio, o 11 futuro. Tutta nuova, dato che in questo secolo è stata rasa al suolo due volte, nel 1923 dal terremoto, nel 1945 dalle bombe, Tokyo al primo contatto respinge: non perché è una brutta megalopoli, una macchina, come tutte le grandi città moderne, ma perché è sostanzialmente diversa da qualsiasi nostra Idea e esperienza di città, al punto che le sue realtà ci sembrano paradossi. SI è votata all'efficienza, cioè alla religione delle cose da fare presto e bene ;e soprattutto subito, 'perché è consapevole del- l'effimero, del fatto che •del doman non c'è certezza». La sua folla è ordinata, diresti inodore, diresti insapore, tanti «bytes» di un gigantesco calcolatore, tante presenze che percepisci soltanto come a untibip». io Ma questa gente diaci-pllnata e laboriosa, ligia a tutti 1 riti dell'efficienza, si aggira in uno spazio assolutamente anarchico, turbina come se fosse senza pensieri, nel labirinti irrazionali ma funzionali, altro paradosso, di una città che ha osato sorgere e dilatarsi senza nemmeno la vaga Idea di un plano regolatore. Senza mura, colonne o archi vetusti da preservare perché la vecchia città era tutta di legno — e se ci fossero antichi monumenti, le ruspe non 11 rispetterebbero di certo — Tokyo è cresciuta con la convinzione che niente ' può deturparla, disposta ad accettare qualsiasi cambiamento, qualsiasi follia perché, tanto, «non .dura mica». glostra in cima a un grattacielo e la giostra gira, gira sul serio, qui mi piacerebbe un saloon tipo Far West e, accanto, ci vuole proprio un bel castello con le torri e il ponte levatolo, mentre sulla facciata di quest'altro grattacielo che voglio spunti proprio qui, tanto posso fare quello che mi pare, ci disegno un grande occhio turchino. Il bambino ha dimenticato le strade? Poco male, cosa Importano le strade? Tolte le grandi arterie, non vengono nemmeno considerate degne di avere un nome. Nessuno abita in un posto ma a una data distan- Forse, altro paradosso, è l'inconfessata ma diffusa paura di un'altra catastrofe, l'atteso terremoto che distruggerà 11 più bello e 11 più grande Luna Park del mondo, a infondere sfrenata energia alla •swlnglng Tokyo», città di moda perché più effimera di cosi non si può, anche 1 grattacieli sembrano uno scenarlo di cartapesta, per il grande film di coproduzione nlppo-amerlcana dal titolo «Il crepuscolo del XX Secolo». Il fatto è che Tokyo, città senza memorie del passato e senza nostalgie, è come se non avesse preoccupazione del futu- Rasa al suolo due volte, completamente ricostruita, votata all'efficienza, la megalopoli non ha fagocitato i vecchi quartieri. Anche nelle zone più moderne o più signorili c'è sempre una stradina che porta tra le emette, i giardini e i ro, ciò la rende avveniristica, una «Metropolls» o la Los Angeles di «Biade Runner». In certi quartieri, compresi quelli del cosiddetto vizio, l'idea è quella della torta alla panna. La città ti si offre squisita, invitante, rococò, gotica, vittoriana, post-moderna, in una sconcertante giuliva follia; un groviglio di strade, una foresta di luci al neon, insomma, la città che un bambino potrebbe progettare con 1 suol pennarelli colorati: una casetta di marzapane come 'quelle delle fiabe del Fratelli Orlmm. Accanto ci metto un disco volante dove si vendono gelati, ora disegno una za da un posto, cioè da una stazione della metropolitana. Tokyo infatti non è una città di residenti, te ne accorgi dopo qualche giorno, ma di una nuova specie di nomadi, abilissimi a orizzontarsi non in uno spazio naturale, sia pure urbano, ma in un diagramma di segni colorati: la mappa della metropolitana. Ohe ti porta dappertutto, anche dove non ti sogneresti mal di andare, seguendo un suo Imperscrutabile molochlano disegno. Esci all'uscita 12 della stazione di Shlnjuku, per esemplo, e ti trovi in un vasto atrio sotterraneo dove si affacciano ventuno ristoranti e trentaclnque caffè: poi prendi la Ueno, Tsutomu Takeuchl rappresenta la 14' generazione di proprietari. Da Kisso al seminterrato dell'Axls Building a Roppongl si trovano belle lacche e ceramiche non necessariamente a prezzi contenuti. Compratori più ambiziosi di antichi dipinti, tansu é ceramiche possono scegliere nel molti posti dove si parla inglese e si offrono cose eccellenti, come da Shlrogume, antichità, vicino alla stazione di Meguro e Kurofune, sempre antichità, a Roppongl. arriva all'Indirizzo, data la difficoltà di orientarsi. Shopping Oltre a tutte le sue specialità in articoli di alta tecnologia e alta moda, Tokyo ha innumerevoli posti dove vengono onorate le tradizionali arti e l'artigianato più tipicamente giapponese. {Blngoya in Wakamatsucho vicino a Shlnyuku è specializzato in «mlngel» o artigianato popolare tipo ceramiche, tessuti, lacche e lavori in bambù, a prezzi ragionevoli. ; Per i «chiyogaml», le caritè lavorate e colorate, Isetatsu nella venerabile Yanaka è un buon negozio. Un'altra tradizione dell'epoca Edo (l'antica capitale) sono te scatole di legno che si trovano da Jusanya a Alberghi Una specie di revival è in corso a Tokyo nel vecchi ' sobborghi lungo 11 fiume Sumlda che un tempo erano il centro della città. Lo Indica la recente apertura ToNorila Airpott scala mobile, e ti trovi nell'atrio di un teatro, dopo aver prima attraversato, una galleria di boutlques, dagli alimentari all'abbigliamento. Altra scala mobile, ecco che sei nel bel mezzo di uno splendido negozio di fiori veri e finti, attorniato da commesse sorridenti che ti dicono «Irrashatl Irrashall», cioè benvenuto I Finalmente vedi un ascensore, lo prendi e sali, sali ancora due plani, prima di arrivare al plano terra, ma non sei ancora fuori, libero cioè: sei capitato in un grande magazzino, reparto bigiotteria. Da lontano vedi una luce, è quella del giorno. Ecco, ce l'hai fatta, sei in strada, la porta automatica si apre davanti a te: se sei riuscito a non bere un caffè, non comprare un mazzo di rose, una camicia, e un palo di orecchini, meriti un encomio, hai giocato dal vivo con 11 tuo ■ "PsrMt*aup«r»ndo-tutti gli ostacoli. Ma a questa Tokyo se ne contrappone un'altra, sommessa e discreta, tanti piccoli villaggi con le basse case di legno, le botteghe degli antichi mestieri, tutti che si conoscono da sempre. L'ultimo paradosso di questa megalopoli è che 1 villaggi, 1 vecchi quartieri popolari di una volta, non sono stati fagocitati, per lo meno non tutti. Li ha salvati la mancanza di un plano regolatore. Cosi, a Omote Sando. 11 quartiere più chic, ma anche a Shlnjuku, a Shlbuya, a Akazaka, basta girare per una strada laterale, poi imboccare una specie di sentiero, per ritrovarsi... in Giappone. Finché dura. Renata Pisu dell'Asakusa View Hotel (842-2111) con prezzi peraltro non bassi, sul 100 doli, per la doppia all'occidentale e a 150 in stile giapponese. Un altro bell'albergo fuori da quelli più battuti è l'Hilltop (293-2311) a Kanda. L'edificio principale è più bello della dipendenza, ma più costoso con la doppia dagli 85 doli, in su. Il Falrmont Hotel (265-1151) In Sanbancho non è comodo per chi si affida soltanto al trasporti pubblici, ma te stanze a 80 doli, la doppia sono di fron: te al Palazzo Imperiale. Per trovare una tipica locanda giapponese avendo voglia di avventurarvi!, rivolgersi all'Organizzazione nazionale giapponese del Turismo, una possibile scelta può essere Sulgetsu ((8224611) vicino allo zoo di Ueno. Una stanza 45 dollari senza pasti. ' Nella categoria da 120-130 dollari la stanza doppia ci sono alberghi ben situati, come l'Asakasa Prlnce (2341111), 11 Capltol Toklu (5814511). 11 New Otanl (2651111). Per chi vuote stare nel frettoloso quartiere Shlnjuku, c'è il Shlnjuku Hllton (344-51111). Naturalmente non c'è bisogno di ricordare che il top a Tokyo sono gli alberghi Okura (582-0111) In Taranomon e l'Imperiai (504-1111) in Hiblya. I prezzi per te doppie vanno sul 150 dollari e più. Inutile dire qual è 11 migliore, se ne discute da decenni senza concludere. Clyde Haberman I Copyright tThc New York TUaet Sente» t per l'Italia tU Stampa*

Persone citate: Clyde Haberman I, Kanda, Renata Pisu, Tsutomu Takeuchl, Ueno