Entro un anno sapremo se in natura c'è una quionta forza

Entro un anno sapremo Entro un anno sapremo se in natura c'è una «quinta forza» Ilibri di fisica e una certa tradizione orale continuano a tramandare una nota leggenda secondo cui Galileo avrebbe lasciato cadere del sassi di varia grandezza dall'alto della Torre di Pisa riuscendo cosi a smentire le affermazioni della fisica aristotelica. La leggenda non pare aver fondamento storico, ma comunque ha influenzato in senso positivo lo sviluppo della scienza. In essenza essa rappresenta la prima formulazione del principio di equivalenza che sta alla base della teoria della relatività generale. Secondo questo principio la massa inerziale (quella che misura l'inerzia di un corpo e che appare nella formula F-ma, forza-massa per accelerazione) è la stessa cheappare nella legge di gravitazione universale di Newton. Come risultato si può subito dedurre che l'ac-, celerazlone di gravità è la stessa per tutti 1 gravi e che quindi, a parità di condizioni iniziali, anche la traiettoria e il tempo di caduta sono gli stessi. Un recentissimo lavoro di cinque fisici statunitensi (Fischbach, Sudarsky, Szafer, Talmadge e Aronson) propone una correzione alla fisica galileiana. Essi sono partiti da alcune discrepan¬ ersità di Princeton ze tra la costante di Newton O misurata in laboratorio e quella desunta da dati geoflslcl e hanno rianalizzato una celebre esperienza di Eotvos, Pekar e Fekete, effettuata nel 1922. Questa esperienza fu considerata per oltre mezzo secolo una importante verifica sperimentale del principio di equivalenza con un. errore che era inferiore a una parte su di un miliardo. Fischbach e colleghl hanno invece scoperto delle deviazioni sistematiche, molto piccole ma abbastanza significative e che giustificano l'attenzione con cui è stato ricevuto 11 loro lavoro. Queste deviazioni si potrebbero spiegare assumendo una modificazione della forza di gravità con un raggio di azione di circa 200 metri e dovuta a un nuovo campo accoppiato con l'Ipercarlca tramite 11 numero barlonlco. Questo numero rappresenta 11 numero di nucleoni nel nucleo (protoni e neutroni sono nucleoni) ed è all'lncirca ma non esattamente proporzionale alla massa del nucleo. Il quanto del nuovo cam-' po (lperfotone) avrebbe una massa ridicolmente piccola; (un trllloneslmo di quella elettronica, che è la più piccola finora accertata a eccezione di quella fotonica, che è nulla). mettono da parte ri La nuova forza avrebbe un effetto nullo sul moto dei pianeti e potrebbe essere rilevata appunto solo attraverso misure geofislche o di laboratorio, peraltro già In fase di progettazione. Una esperienza di Dicke, svoltasi nel 1964 e ben più precisa, utilizzò tuttavia 11 campo gravitazionale del Sole e risulta irrilevante ai fini della critica di Fischbach e del suol colleghl. Il campo iperfotonlco si farebbe sentire anche attraverso anomalie nel decadimento del pioni kappa (kaoni) neutri, alquanto difficili ma non impossibili da evidenziare. A distanze inferiori a 200 metri essa ridurrebbe la forza di gravità, introducendo un termine di Yukawa analogo a quello usato per le forze nucleari ma con un raggio d'azione enormemente più vasto. Ricorderò che questo raggio d'azione è inversamente proporzionale alla massa del quanto "che trasmette la forza: 1200 metri sono quindi direttamente collegati alla piccolissima massa dell'iperfotone. I fisici italiani hanno organizzato un Incontro lampo a Frascati per discutere il lavoro del cinque ricercatori americani e hanno espresso Interesse per la rifreddo dell'inverno

Persone citate: Aronson, Dicke, Eotvos, Newton

Luoghi citati: Frascati