Petrassi: cominciare dalle elementari

Petrassi: cominciare dalle elementari Petrassi: cominciare dalle elementari COME insegnare la musica a scuola, perché non sia piti arabo? La voce di Goffredo Petrassi, al telefono, è vagamente inquieta: «Sono cinquantanni che mi batto perché la musica nella scuola pubblica sia una cosa viva e non burocratica», dice ti più illustre compositore italiano vivente. La sua inquietudine è forse il rincrescimento per una battaglia perduta? Da quando Petrassi, non ancora trentenne, componeva le sue prime opere ^Ouverture da concerto, 1931, e Partita, 1932) a oggi che di anni ne ha 82 e la sua produzione occupa pagine di enciclopedie musicali, la scuola italiana si domanda ancora, tra leggine e decreti, se l'insegnamento musicale, fuori dei conservatori, debba riguardare il linguaggio o la storia. ., ■Non è un'alternativa-, replica Petrassi. «E' fondamentale insegnare sia la storia della musica sia la sua grammatica. Ma bisogna estendere il ciclo di studi. Va da sé che chi esce da un liceo, come conosce la storia della letteratura o quella dell'arte, non può non conoscere la storia della musica. Ma non é possibile insegnare l'evoluzione della musica se non si avvia un'alfabetizzazione fino dalle elementari». Questo il giudizio della massima autorità musicale italiana. La legislazione scolastica ne è ben {ontano. Nelle elementari «si fa ancora canto e ascolto musicale* in attesa che entrino in vigore i nuovi programmi. Nelle medie si fanno due ore di musica alla settimana, con prova orale all'esame di licenza (Legge n. 348 del 1977 e Decreto Pedini del 1979). a a , a a Quali possono essere i risultati? «Ragazzi che non studiano, genitori disinteressati, insegnanti che non vengono presi in considerazione e non si prendono sul serio», risponde un'esperta di didattica musicale, Anna Menichetti, romana di Milano, docente di conservatorio ed ex insegnante dell'obbligo. «La musica, nelle medie, è l'ultima ruota del carro, al massimo si comprano i famosi flautini di legno. In realtà, 1 ragazzini imparerebbero prestissimo a leggere il pentagramma. Poi, si potranno anche studiare i grandi musicisti. Ma 1 testi scolastici non servono a molto, io per esemplo non 11 adottavo. L'ideale sarebbe poter disporre in ogni acuoia di un pianoforte». Un bel tipo di insegnante, che si prende appassionatamente sul serio, è Paolo Salomone, che vive ad Aosta, maestro di sci, autore di un prezioso libriceino, Musica e cultura. La linea fiesolana, con prefazione di Massimo Mila (sulle iniziative di Farulli a Fiesole per lo sviluppo dell'istruzione musicale). «Cosi com'è prevista nei programmi della scuola dell'obbligo», egli dice, «l'educazione musicale supera la scissione tra tecnica e storia: è pensata come un avvicinamento al mondo del suoni. Su questa linea, di recente, si sono pubblicati anche ottimi testi. Ma il problema, come con dischi e cassette, è l'uso che ne fa l'insegnante». A questo punto la palla, o meglio la bacchetta, passa agli editori specializzati, che di colpo hanno riscoperto un mercato e si apprestano a farvi un .proficuo ingresso, con batterie di cassette e di guide all'ascolto, cosi come una marcia trionfale irrompe in una sinfonia. La novità che annuncia Sergio Colleoni, direttore commerciale della Fabbri, è quasi una piccola rivoluzione: «Come leader dell'editoria musicale per la scuola media, Fabbri ha siglato un accordo con Bontempi, per la distribuzione negli istituti di una linea di strumenti d'avanguardia studiati per l'insegnamento scolastico. Abbiamo verificato che il supporto cartaceo, anche corredato da dischi e cassette, non basta più. Gli strumenti della nuova linea sono anche economici: una tastiera elettronica costerà 70-80 mila lire. Al limite, ne è sufficiente una per classe». Dietro le nuove politiche editoriali c'è anche una crisi del testo? «Bisogna ricono¬ Dallas o alia Dynasty. Battaglia per la terra, a sua volta, utilizza lo scenario classico dell'operetta spaziale per introdurre intrighi e imprese mirabolanti degne di James Bond e dei supereroi di Wilbur Smith, Non per questo, tuttavia, bisogna gridare allo scandalo. Herbert e Hubbard non si sono mai spacciati per grandi letterati, non hanno mai aspirato al Premio Nobel ma soltanto al Premio scere che gli insegnanti più in gamba tendono ad arrangiarsi da soli», dice Luciano Marisaldi, responsabile del •Progetto musica» della scolastica di Zanichelli. «La musica è una globalità di elementi diversi; più che in altre discipline il livello dell'insegnamento dipende soprattutto dall'insegnante e meno dal libri. Il testo Zanichelli, perciò, è stato studiato, con 1 suoi supporti di cassette registrate, per offrire molteplici possibilità didattiche e manipolazioni attive». Forse però il mercato non è soltanto quello della scuola. Le iniziative editoriali sembrano allargare il campo dell'educazione musicale al post-scolastico: destinatario è anche chi ha lasciato da un pezzo i banchi di scuola e, anzi, desidera colmare i vuoti che la scuola gli ha lasciato. .J..--J i'j . i; L'antologia della Petrinl, L'avvenimento musicale, è adatta soprattutto a chi vuole attrezzarsi con una solida base storica. Ancora più significativo il ritorno in grande stile di opere a dispensa in edicola come Classica, rilanciato dalla Fabbri, e I grandi compositori, novità di De Agostini. Cosi questo boom editoriale, se diventasse una supplenza alle carenze della scuola, segnerebbe imprevedibilmente un circolo vizioso, perché ai citati convegni di Fiesole Massimo Mila ricordava che il terreno per promuovere lo sviluppo di ogni cultura resta la scuola: «Tutti gli altri mezzi che ha la cultura per diffondersi sono un prezioso completamento e perfezionamento, ma per l'appunto presuppongono un nucleo preesistente da arricchire». Alberto Papuzzi Illustrazione di Stephen Fabian •i . Hugo e al Premio Nebtila (t due riconoscimenti pubblici più ambiti dagli scrittori di fantascienza), ottenendoli entrambi, e meritatamente. Erano professionisti capaci, pagati per stuzzicare e appassionare la fantasia dei propri lettori. E se a volte hanno introdotto nelle proprie saghe qualche messaggio pili serio, l'hanno fatto sempre con discrezione, quasi di straforo. Buggero Bianchi

Luoghi citati: Aosta, Fiesole, Milano