Sulle superfici bianche i Castellani le prime gocce di colore

Sulle superfici bianche i Ci Sulle superfici bianche i Ci pdi Castellani le prime gocce di colore Le medaglie del Bargello : CELLENO (Viterbo) — Il percorso di Enrico Castellani, uno del più Importanti artisti italiani degli anni Sessanta, è per lo più solitario e isolato. Ma la sua presenza è sempre di notevole rilievo. Oggi esce alla ribalta artistica con tre mostre contemporanee, nelle gallerie di Lia Rumma a Napoli, di Eva Menzlo e di Ippolito Simonis a Torino. Veneto di origine e milanese di adozione, oggi, a clnquantaclnque anni, vive isolato a Celleno proseguendo tenacemente l'articolazione delle sue opere, che continua a Intitolare Superfici, con l'ostinazione di Fontana a proposito del Concetti Spaziali. Verso la fine degli anni Cinquanta, Castellani ha fatto parte di un ristretto numero di artisti, quali Piero Manzoni a Milano e Piero Dorazlo a Roma, che contrapponendosi alla gestualità della poetica Informale, aveva avviato una ricerca riflessiva sul mezzi stessi dell'arte, e del. fare arte. Da questa analisi è nata la sua esperienza azzerante del quadro dipinto, che ha realizzato mediante Superfici monocrome bianche o grezze, sensibilizzate a rilievi In positivo e In negativo di «puntature» interne, che le rendono luoghi di tensioni spaziali e percettive. Le mostre a Napoli e Torino propongono sia opere storiche sia altre recentissime. Intorno a questa rigorosa poetica e sulla sua 'attualità (perché «mal di moda»), gli rivolgiamo alcune domande: — Quale è stato II tuo rapporto con Fontana e con Manzoni nel clima milanese della fine anni Cinquanta? Knrico Cast (Klein, i nouveàux-réallstesj al giapponesi: — Dopo ampi riconoscimenti Internazionali, dal 1968 al 1970 lei ha rifiutato 'di partecipare alle rassegne ufficiali della Triennale di Milano, della Biennale di Venezia, di Documenta a Kassel, mettendo In discussione II ruolo di artiste per impegnarsi nell'attività sociale e politica. Potrebbe spiegare perchè? 'In quegli anni ho sempre continuato a lavorare; ho rifiutato di aderire all'omologazione del ruolo dell'artista richiesto dal sistema della critica e del ■mercato. In un piccolo gruppo di artisti abbiamo disertato esposizioni che ci sembravano inutili e che falsificavano il concetto che noi avevamo di fare arte. Le rassegne allora erano mostre a premi; non partecipando, rifiutavamo la competizione tra di noi. Nel 70-71 ho insegnato all'Accademia dt Belle Arti dell'Aquila. Dapprima è stata un'esperienza entu¬ «Lucio Fontana in quegli anni era gli un maestro appartenente ad un'altra generazione; con lui ebbi rapporti immediati di amicizia e di stima reciproche. E' stato il primo ad acquistare un mio quadro nel I960 In mostra alla galleria Asimuth; aveva un rapporto aperto con gli artisti piovani; sempre presente, molto attento, incoraggiava le presenze nuove. « Una delle prime persone che ho incontrato a Milano, al ritomo dal Belgio dove ho compiuto gli studi dt architettura, è stato Piero Monsoni, che lavorava già agli Achromes; soprattutto ci ha legato la comune tnsofferensa per le stesse cose. Abbiamo iniziato un sodalizio che è ■durato quattro o cinque anni; era persona attivissima, dinamica; che teneva contatti con tutto il mondo. Del resto alla fine degli anni 'SOeinisloanni '60a Milano vi era un clima molto stimolante e vivo, si formavano t gruppi, si avvicendavano mostre internazionali, dal francesi FIRENZE — La grande collezione di medaglie italiane del Rinascimento, al Museo Nazionale del Bargello, si può trovare adesso anche In libro. Con 11 secondo e 11 terzo volume è stato completato 11 catalogo, a cura di J. Graham Pollard del Fltzwllllam MuseunVdt Cambridge, edito dalla Spes di Firenze, e reso possibile per l'Intesa fra l'Associazione Amici del Bargello e la compagnia dt assicurazioni La Fondiaria. La collezione del Bargello è una fra le più vaste del mondo e delle più preziose per la qualità degli esemplari posseduti. I tré volumi documentano due secoli di arte, dal Plsanello alla fine del Cinquecento. siasmante: con Scheggi, Cerolt, Cascella, eravamo animati dal desiderio di Instaurare una nuova didatttea nel campo dell'insegnamento artistico. Ma questa si scontrava con la mancanza di strutture didattiche della scuola'. ] — Da 26 anni nel suo lavoro vi è la costante della monocromia e l'uso della ripetizione) recentemente notiamo un maggiore uso del colore, e un nuovo materiale, come la carta. Come si colloca II suo lavoro di oggi, rispetto a quello di Ieri? Continua a costituire un'alternativa alle tendenze più In auge? 'Il mio lavoro attuale è una continua riconsiderazione delle ragioni che mi animavano all'inizio: è una costante verifica. Non faccio una ricerca specifica sull'uso del colorequando lo uso, prendo atto dt una dimensione diversa che il colore dà alle superfici, come un evento naturale che si sovrappone a un lavoro già progettato. In quanto al materiali, adopero sempre tela verniciata; oppure carte, che lavoro punto per punto, direttamente, e dove i rilievi sono eventi immediati, sensa strutture predisposte sotto la superficie. 'Le condizióni culturali <e storiche odierne non sono molto divèrse da quelle della fine degli anni 'SO, quando ho iniziato a lavorare. La spinta che mi ha portato a fare queste cose è sempre attuale, soprattutto in questi ultimi anni. Allora rifiutavo le contaminazioni di tipo letterario ahe entravano nel contesto della pittura (naturalismo astratto, surrealismo dt riflusso): tendenze che oggi sono ritornate in presenza massiccia'.