Che triste l'ilarità del varietà

Che triste Che triste l'ilarità del varietà COME si diventa autori di varietà? Coltivando l'archeologia. Lo spettacolo più popolare, trasmigrato dai vecchi cinemateatro, dove ormai comanda lo spogliarello, ai set televisivi, ai cabaret con pastasciutta a mezzanotte, alla radio, è anche il più tradizionalista, il più legato alle regole, il più vecchio. Anche le lodevoli eccezioni, come il televisivo •Drive In., si segnalano per le novità del ritmo e del montaggio, ma sono rispettose delle convenzioni nei testi, nell'alternarsi di scenette, monologhi e belle donne; una onesta polvere quasi secolare verrebbe fuori dai più audaci copioni, a batterli in modo affettuoso con la mano impaziente. La divisione del ruoli resiste al mutare dei tempi: attori impegnati nella macchietta, nella parodia e nel centone e abuso della carrettella e del tormentone fatti apposta per strappare l'applauso, sia pure a comando. E se anche i meccanismi della satira fossero sempre gli stessi? Un po' di sfottitura al governo, qualche acidità sull'opposizione, uno sketch sugli eterni vizi nazionali? Se poi sfogliamo il libretto di Gustavo Palazio appena uscito da Sugano (-AAA. Autore cercasi...», pagine 302, lire 15.000) lo sgomento ci assale. Palazio, un vecchio marpione dei testi per varietà, con la scusa di scrivere un «manuale dell'aspirante autore dello spettacolo leggero, anzi leggerissimo», ci immerge in uh bagno tiepido di avanspettacolo, in una euforia greve da Anni Cinquanta, che mescola l'odore umido dei vecchi teatri col sudore di un'Italia paziente e il sentore di varechina di certi gabinetti di platea. Fellinl ha riscattato nel ricordo questo varietà, Palazio suggerisce che ci siamo ancora dentro, fornisce, testi, documenti, consigli per ripetere con successo annose ignominie. La sua teoria inespressa è che il varietà sia nato con le macchiette del primo Novecento •ed abbia raggiunto la maturità tecnica negli Anni Quaranta e Cinquanta». Il confine ideale è la chiusura delle case di tolleranza, per il resto è solo questione di piccoli ritocchi; non a caso l'autore chiama umorismo •estemporaneo, proprio quello senza diretto riferimento all'attuatiti sono uguali Nell'anta, hanno la sj perenni. De mi del secc (•Bon sciot che colgo 1' nato degli stito / con / dell'uom equivoci, it vendere un la figlia in si scatena, provata è f Oppure al sbarcano d trono equi che affitta casa?», «Qi la inanimi Correva Va è cambiate ptone?

Persone citate: Gustavo Palazio, Palazio

Luoghi citati: Italia