Adesso ragazzi aprite il video e scrivete

Il computer dal tema in classe alla tesi di laurea Il computer dal tema in classe alla tesi di laurea Adesso ragazzi aprite il video e scrivete Arriva la prossima settimana nelle librerie il manuale di Claudio Pozzoli «Come scrivere una tesi di laurea con il personal computer», pubblicato con la prefazione di Umberto Kco nella Biblioteca Universale Rizzoli (Bur, 387 pagine, 8500 lire). Pozzoli, scrittore e giornalista svizzero, è l'autore del primo manuale italiano sulla «videoscrittura» («Scrivere con il computer», Mondadori 1984). Gli abbiamo chiesto che cosa può significare l'avvento della scrittura e schedatura elettronica in un campo cosi specifico come quello universitario; e, piò ampiamente, l'ingresso del computer nella scuola. a 250 kilobyte e una stampante di qualità, dovranno servire anche in futuro, non solo per la tesi. Inoltre, attualmente sono i più diffusi e con il maggior numero di programmi a disposizione. E i programmi? Dato che non esistono ancora (almeno in Italia) i programmi «completi e ideali» per il lavoro intellettuale, £ necessario elaborare la tesi con ciò che passa il convento. Due programmi quindi: almeno uno buono di videoscrittura per ufficio e uno per la schedatura bibliografica (i programmi definiti «per la gestione di data base»). E' indispensabile sviluppare l'uso alternativo di questi programmi ideati per l'office automation. Per esempio, non esiste un programma per la schedature delle citazioni. Come fare allora? Bisogna inventare un metodo fra i molti offerti dalla scrittura elettronica per dividere un documento memorizzato in tanti pezzi facilmente richiamabili sul capitolo che si sta scrivendo. Ogni citazione deve essere «etichettata» con voci chiave che possono essere facilmente ricercate dal computer con una funzione chiamata «ricerca/sostituzione». Integrando la famosa frase di Eco, potrei dire che «fare una lesi con il computer significa divertirsi, e la tesi è come il maiale, non se ne butta via niente». AL di là della ricerca universitaria, il computer si affaccia oggi nel mondo ' scolastico. E molte cose possono cambiare. A ..quafitojxni è dato di sapere, iiptogèrtj sulla scuola italiana sono interessanti. E si pongono altri interrogativi. Il problema di fondo della scuola è la scelta delle priorità. Personalmente darei la priorità a tutto ciò che riguarda la comunicazione: orale e scritta. I giovani devono imparare ad esprimersi, a comunicare, a formulare i propri pensieri. E devono saperlo fare sia in pubblico che in privato, sia oralmente che per iscritto. Devono quindi saper anche ascoltare e leggere. Scegliere questa priorità non significa eliminare dall'insegnamento i contenuti, dato che si impara a comunicare solo quando si ha qualcosa da dire. Detto questo bisogna sapere che il computer individuale £ uno dei più imporr tanti strumenti per la comunicazione scritta. La visualizzazione dello scritto sullo schermo, la.facilità di correzione degli errori e di modifica di un testo, la possibilità di memorizzarlo e richiamarlo in seguito, tutto ciò porta la «videoscrittura» a diventare la scrittura del futuro: non solo nel giornalismo o nell'editoria, ma anche in tutti gli uffici e nella vita privata. Le macchine per scrivere saranno computer per scrivere. La scuola dovrebbe in primo luogo insegnare la scrittura elettronica a tutti; deve quindi disporre di classi particolari munite di queste «macchine per scrivere con video». Basterebbe questa funzione per giustificare in ogni scuola un'apposita «aula computer». Ed £ in queste aule che, in un futuro nemmeno troppo lontano, si dovranno fare i temi in classe. Ma il computer può esse- cruna, per disegnare». Perché la scuola non do- qualcosa in più, e cioè: (1) conoscere i meccanismi di uno strumento tecnologico in grado di favorire lo sviluppo delle proprie capacità intellettuali; (2) imparare a conoscere i propri limiti e le proprie attitudini in rapporto all'espressione scritta, e magari superare i «blocchi» psicologici di fronte alla pagina bianca; (3) incoraggiare la comunicazione e la riflessione critica liberandole dai lavori ripetitivi; (4) pur non «risparmiando tempo», nello stesso periodo ci si impadronisce di una macchina versatile e indispensa- HlTOre^H di-*&vof ii«éM.yfc?de! >i#ur6. Quindi, come dice anche Eco, «non importa l'argomento della tesi quanto l'esperienza di lavoro che essa comporta». Quale è la macchina più adatta per questo lavoro? Il computer che va bene per lo studente deve essere una macchina con caratteristiche professionali. Personalmente ho scelto quelle che si rifanno allo «standard industriale» (le cosiddette «IBM-compatibili», come per esempio l'Olivetti M24). Si tratta di una scelta «di opportunità», dato che questi personal con almeno due floppy disk, una memoria centrale superiore OTTO anni fa Umberto Eco pubblicava nei tascabili Bompiani un fortunatissimo manuale intitolato «Come si fa una tesi di laurea». Il libro si era reso necessario (ed è tuttora utilissimo) perché la scuola italiana non è mai stata abbastanza attenta all'insegnamento delle regole (anche le più elementari) che guidano la ricerca scientifica, e in particolare la rigorosa esposizione scritta di questi lavori: l'elaborazione dunque di testi che corrispondono a quei criteri scientifici universalmente riconosciuti. Ma oggi :i. termini^ del <f* problema si spostano,' wM che sul lavoro universitario arriva il computer. E biso-. gna tenerne conto. Eco nel suo libro sostiene che «si può usare l'occasione della tesi (anche se il resto del periodo universitario è stato deludente o frustrante) per recuperare il senso positivo e progressivo dello studio, non inteso come raccolta di nozioni ma come elaborazione critica di una esperienza, come acquisizione di una capacità (buona per la vita futura) a individuare problemi, ad affrontarli con metodo, a esporli secondo certe tecniche di comunicazione». Imparare a fare la tesi con il computer significa Disegni di I.astrego & lesta '/mxmmssiffif^M. Pubblicata «Senilità» con le due e vrebbe scoprire che si può comunicare in modo sintetico e preciso elaborando grafici e illustrazioni? Una «macchina per scrivere e per disegnare» computerizzata, con video e programmi adatti, può diventare un utilissimo strumento pedagogico fin dalle classi elementari. Inoltre i personal computer, attraverso 'le normali linee telefoniche, sono in grado di collegarsi tra di loro e trasmettere testi scritti, dati, disegni. Anche questa £ una forma di comunicazione che si dovrebbe imparare nelle scuole. Chi studia impara a mettersi in contatto con banche di dati, per avere le informazioni e gli aggiornamenti necessari, per esempio, a una ricerca, individuale o collettiva. Più che all'informatica (di cui bastano pochi rudimenti), la scuola dovrebbe dedicarsi alla cosiddetta «telematica». Tutto ciò «dalla parte dell'allievo». Dalla parte degli insegnanti ci sarebbero tante altre applicazioni pedagogiche possibili, abbinate per esempio all'insegnamento della musica, della matematica, della geometria. Ma tutto ciò non fa parte delle priorità: in questi casi il computer potrebbe diventare uno dei tanti strumenti didattici possibili, come la lavagna, il televisore abbinato a un videoregistratore, o il laboratorio linguistico. Basta disporre dei programmi adatti. Per ora non ce ne sono molti, ma in futuro le cose possono cambiare. Lo stesso vale per la «programmazione» (Basic, Logor*Pjgcalf ~.e;?"£ji jTdtri astrasi Xngoagjj che' servono a pochi specialisti): sono utili solo in certe scuole professionali. Anche se non fa male a nessuno conoscerne la struttura e le regole di base. E' un po' come conoscere il funzionamento del motore a scoppio: non £ superfluo, ma ciò che importa £ saper guidare l'automobile. Una «pedagogia del computer» £ forse ancora da scrivere. Ma non siamo poi del tutto sprovvisti di esperienza e di certezze, almeno nei campi qui citati. Converrebbe quindi muoversi al più presto in questa direzione. Claudio Pozzoli edizioni a fronte, a coni dell'autore finora

Persone citate: Arriva, Claudio Pozzoli, Eco, Pozzoli, Umberto Eco, Umberto Kco

Luoghi citati: Bur, Italia