Nei giovani inglesi la speranza nasce dal jazz

Jazz Jazz Nei giovani inglesi la speranza nasce dal jazz «Jackle McLean: tlpping the scales», Blue Note. Una registrazione del 1962, mal pubblicata, di un quartetto capeggiato da Jackle McLean al sassofono contralto, con Sonny Clark al pianoforte, Bltch Warren al contrabbasso e Art Taylor alla batterla. Per misteriosi motivi la Blue Note aveva accantonato queste matrici, dominate dal bronzeo sound di Jackle, perfettamente inserito in un coerente linguaggio post-boppistico. L'atmosfera del disco è rilassata, non turbata da frenesie «esplorative», e i due brani blues risultano convincenti anche per un orecchio non in sintonia con 11 jazz di ricerca. Illustra/ione di Piero Figus ONDATE di «neu>trave» provenienti dal regno thatcheriano si sono abbattute con fragori musicali, anno dopo anno, sul continente. Via via erano immagini della rabbia, del nichilismo, dello sbando esistenziale che ha pervaso la cultura giovanile inglese. Una cultura del rifiuto e del pessimismo fatta musica con i ritmi eclettici del rock. Ora quella stagione pare terminata: linsulto punk o le denunce politiche del reggae, anche se accolgono ancora pareo-' chi delusi ed emarginati, sembrano non avere più futuro. Non che i problemi sociali si stiano risolvendo, ma sembra cambiato- l'atteggiamento. Se prima la parola d'ordine era «Fa tutto schifo: distruggiamo', adesso « Va molto male, ma non tutto è perduto». Come al solito il termometro che ci segnala questa inversione di rotta è la musica. Resta l'unico sfogo, ma anche l'unica strada che prospetti una vita senea sussidio di disoccupazione. Sogni formato chitarra che spesso si avverano, regalando fama e agi. Fin dai tempi del Beatles. Proprio da alcuni fra gli ultimi dischi si possono trarre le prove di una rinascita della fantasia e dell'intraprendenza dei giovani inglesi. I nomi dei capostipiti di questa sorta di neorealismo sono Dream Academy, Simply Red, Animal Nightlife. Tre gruppi musicali e tutti esprimono una musica complessa, mischiando tradizioni nere e bianche, mirando ad un ideale di bellezza e armoniosità. E pescano a piene mani soprattutto dal jazz, da sempre arte di minoranze, dignitoso e positivo simbolo di rifiuto dell 'emarginazione. Una ragazza al sax, una flessuosa voce maschile e un virtuoso ragazzo di colore. alle tastiere compongono il trio che ha entusiasmato David Qilmour, leader dei Plnk Floyd. Le ballate, sostenute dalle invenzioni del loro famoso padrino, affascinano per la grazia di un suono pulito, la forte impronta di umanità espressa nel versi. Il loro successo è rappresentato dal brano «Life in a Northern Town», sinuosa ballata che descrive la vita in una citta lontana dal sole, sempre con raggi troppo obliqui per riscaldare i cuori e difendersi dalla solitudine. Ma ritrovare in questo posto alcuni amori e complicità giustifica la stessa esistenza, sembra suggerire lo spirito della canzone. In questo esemplare album, la qualità più evidente è la comunicatività. Un gran ciuffo rossiccio sotto un berretto del cantante è l'immagine più conosciuta dei sette Simply Red. Funky e rhythm'n'bluei senza rispetto perle tradizioni caratterizzano il loro suono fluido, su cui si insinuano duetti di fiati e voci. Rifiuto di una normalizzazione, spirito di rivincita e grandi sógni espressi con forza impreziosiscono dieci canzoni emozionanti. A scrittori come Chandler, Baldwtn, Hammett, Graham Greene; a jazzisti' come Powell, Roach, the Duke (Ellington), the Count (Baste), Rollins; a numerosi attori e registi; a tutti questi personaggi è dedicato il long-playing dei quattro Animai Nightlife. Notturne sono le atmosfere evocate dal complesso tappeto sonoro che hanno costruito. Passaggi musicali da brivido vivacizzano i sogni ad occhi aperti del gruppo, che rivelano una voglia di vita. Anche se a volte risulta un po' monotona la voce con l'eco di tromba. In fondo la realtà non è poi cosi nera come la si dipinge i la morale che si desume alla fine dell'ascolto. Come controprova basta ascoltare l'ultimo album dei Clash, che giunge ancora dal tetro mondo dei punk. Dittatori, disgusto, ribellismo ad oltranza popolano l'Inghilterra dei Clash. Ma, ad onta delle ottime registrazioni, alla fine producono solo rumori e noia. E alla fine i contestatori ad oltranza distruggono anche se stessi: ora l Clash non sono che frantumi di un gruppo senza futuro. Alessandro Rosa ' «The Dream Academy», Warner Bros.; Simply Red; «Pio ture book», Elettra; «Animai Nightlife», Island; The Clash; «Cut the crap», Cbs. Leggera j Mike Oldfield: «The complete», Virgin. Divisa in quattro sezioni e due dischi, ecco riunita la fantastica produzióne musicale di Mike Oldfield. Un album da tenere assolutamente in collezione: la bellezza e la varietà delle composizioni 1 di Oldfield nell'arco di un decennio (dal famoso «Tubular bells») hanno ormai un posto nella storia della musica moderna. London Symphony Orchestra; «The power of classic rock», Portralt-Cbs. Le contaminazioni fra rock e classica lasciano sempre un po' perplessi. Meno questa volta in cui sembra essere un incontro amichevole fra fratelli che molti vorrebbero nemici. E' un disco curioso, gustoso, insospettabilmente vivo. I delicati violini per Michael Jackson; 1 maestosi ottoni per Sprlngsteen, il dolce oboe per Cyndl Lauper davvero fanno una certa impressione. Ma 1 primi a divertirsi sembrano essere i compunti maestri di musica inglesi. *

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