Dopo il ritiro israeliano razzi cadono in Galilea

Mentre in Libano riprendono i combattimenti tra opposte milizie Mentre in Libano riprendono i combattimenti tra opposte milizie Dopo il ritiro israeliano razzi cadono in Galilea A Cuba i preti sono soltanto 210 contro gli 800 di prima L'Avana: i saffai Sei in erisi si confano dopo 25 anni Lievi i danni - In 6 giorni di rastrellamento nessuna traccia dei due soldati di Tel Aviv rapiti - Sequestrate armi e munizioni, arrestate circa 100 persone BEIRUT — Attorno a Dawaar è ripresa ieri la battaglia fra i reparti cristiani dell'esercito, fedeli al capo dello Stato, e le milizie filoslrlane. Un morto e quattro feriti rappresentano il primo parziale bilancio degli scontri. Nelle prime ore di ieri si sono registrate sparatorie pure lungo la «linea verde». Poche ore dopo che le truppe di Gerusalemme avevano completato il loro ritiro dal Libano meridionale, diversi razzi sono caduti nella Galilea occidentale. Questa stessa zona era già stata bersaglio di missili del medesimo tipo anche venerdì. In entrambe le occasioni non si sono registrati danni o vittime. TEL AVIV — Dopo il ritiro delle truppe israeliane, che per sei giorni e fino a sabato hanno invano rastrellato il Sud Libano alla ricerca dei due soldati rapiti, 11 ministro della Difesa e il Capo di stato maggiore dell'esercito hanno fatto, ieri mattina, a Tel Aviv, un ampio resoconto dell'operazione al Consiglio dei ministri, riunito come consiglio della Difesa e quindi in seduta segreta. Il primo ministro si è detto soddisfatto della maniera con cui l'operazione è stata condotta. Poi ha riferito che i razzi katiuscia, lanciati sabato e ieri dalla zona di Tiro e di Nabathye e che hanno colpito alcuni villaggi della Galilea, non hanno fatto né vittime né gravi danni. Sei giorni di intense ricerche nei villaggi sciiti del Libano meridionale non hanno permesso di trovar tracce dei due soldati israeliani cattu¬ Importante incontro nazionale ecclesiastico - quasi nulle - Tensione con lo Stato dopo la migliorano - Dicono i prelati: «Certi obbiettiv rati lunedi scorso dalla resistenza islamica. Dopo un intenso rastrellamento, il ministro Rabin e il generale Moshe Levy hanno dato sabato ai soldati l'ordine di ritirarsi dalla regione. Secondo un portavoce dell'Unifil almeno 19 libanesi sono stati uccisi nel corso delle operazioni di setacciamento. Nel corso delle operazioni, due soldati israeliani sono stati uccisi. Il coordinatore delle operazioni nel Libano. Uri Lubrani, ha spiegato che il ritiro dell'esercito è stato deciso anche perché la popolazione sciita, che si sforza di tenere a distanza i terroristi, aveva cominciato a sospettare sulle vere intenzioni degli israeliani e a temere che l'operazione di rastrellamento potesse trasformarsi in occupazione. L'AVANA — Per la prima volta in oltre 25 anni, da quando cioè Pidel Castro ha assunto il potere nell'isola, i cattolici locali si sono riuniti per un'importante verifica. A Cuba, infatti, le vocazioni sono in crisi: negli ultimi dodici anni sono stati ordinati solo 105 nuovi sacerdoti. In totale i preti sono oggi 210 contro gli 800 di 25 anni fa. Le chiese sono quasi sempre deserte, gli stessi ambienti cattolici ammettono che i quadri pastorali hanno subito una riduzione del 90 per cento e l'ateismo si è allargato a macchia d'olio. Ma la colpa di questa situazione non può essere attribuita solo al marxismo instaurato da Castro. -E' stata anche favorita dall'apatia della Chiesa», ha riconosciuto l'arcivescovo dell'Avana. Jai¬ Comunque, dal punto di vista militare israeliano, e benché non abbia ottenuto i risultati sperati, prescindendo dal mancato ritrovamento dei due rapiti, l'operazione è stata vantaggiosa: sono stati scoperti importanti quantitativi d'armi, di munizioni e di esplosivi, un centinaio di persone sospette sono stati arre' state ed interrogate. Tremila persone sono state inquisite. E' prematuro trarre con clusioni sui risultati di questa operazione, certo molto più radicale e vasta di quanto si pensasse inizialmente. Venerdì gli Stati Uniti avevano sollecitato Israele a sospendere le ricerche e a ritirare tutte le truppe dall'area, pur mostrando comprensione per le preoccupazioni di Grerusalemme. me Ortega Alamino, aprendo rincontro nazionale ecclesiastico cubano, terminato nella capitale dopo sei giorni di intenso dibattito che ha riassunto sei anni di riflessioni a tutti i livelli. Presenti 181 delegati di sette diocesi, il cardinale Edoardo Pironio, presidente del consiglio pontificio dei laici, inviato del Papa e monsignor Dario Castrinoli, segretario della conferenza episcopale latino-americana (Celam). l'incontro ha rappresentato, secondo gli stessi promotori, «un avvenimento storico per la Chiesa cubana». Il dato più importante scaturito dalla riunione è la proposta del clero locale di sostenere quella che è stata definita la - teologia della riconciliazione», accompagnata dalla decisione di passare -da Giorgio Romano - Le chiese sono semidese rivoluzione castrista, ma vi rivoluzionari sono anch una pastorale di mantenimento ad una pastorale nettamente missionaria». I rapporti tra la Chiesa e il governo di Fidel Castro sono stati difficili dopo la rivoluzione. Molti sacerdoti iurono espulsi, altri se ne andarono volontariamente. La situazione per il clero era aggravata dal latto che a Cuba, anche se la popolazione è prevalentemente cattolica, non è mai esistita una grande tradizione religiosa, tanto che l'isola occupava già l'ultimo posto in America Latina in tema di fede. Negli ultimi tempi le relazioni tra Chiesa e Stato sono gradatamente migliorate. Il governo ha permesso un seminario tra vescovi cubani e statunitensi, lo stesso Castro si è incontrato due volte con i prelati locali per discutere rte e le vocazioni adesso i rapporti e ideali cristiani» problemi di reciproco interesse e ha invitato il Papa a visitare il Paese. Secondo quanto ha rilevato Io stesso segretario della conferenza episcopale di Cuba, monsignor Carlos Manuel de Cespedes, il governo dell'Avana ha tuttavia interesse a mantenere il dialogo e ad appoggiare quei settori della Chiesa che. in America Latina svolgono un'azione che ha certe affinità con le posizioni dell'Avana. Quindi la Chiesa, prendendo atto di questa nuova realtà, ha deciso di cambiare la sua strategia. Cosi tenterà di rilanciare la propria azione e riconquistare lo spazio ceduto, partendo dal riconoscimento che. come ha detto lo stesso monsignor de Cespedes. -certi obbiettivi della rivoluzione sono anche ideali cristiani-. Ancora disordini