«Le rivelazioni del dissidente Sciaranski perchè non ammettere che tu un errore?»

Parla Irina Ilovajskaja Alberti, direttrice di un settimanale russo a Parigi Parla Irina Ilovajskaja Alberti, direttrice di un settimanale russo a Parigi «Le rivelazioni del dissidente Sciaranski penne non ammettere che tu un errore?» «Tre fatti sintomatila propria identità; Intervistiamo Irina Ilovajskaja Alberti, direttrice del settimanale in lingua russa •Russkaja MysU (esce a Parigi ed è il principale periodico d'informazione degli émigrés). Si trova a Roma per pochi giorni, dopo essere stata protagonista della clamorosa rivelazione sulla «testimonianza» attribuita al dissidente sovietico Sciaranski dal «Corriere della Sera: La signora Alberti è dispiaciuta delle reazioni difensive del giornale milanese: perché — ci dice — non ammettere, semplicemente, l'errore? Ed aggiunge: «Ci sono tre fatti sintomatici: l'agenzia London News Service, che ha L'intervista di tici: l'agenzia ingle la secca smentita venduto lo scoop al quotidiano milanese, è specializzata in servizi fotografici su fatti inglesi; il giornalista che si firma Benedict, responsabile della "testimonianza" di Sciaranski, non rivela la propria identità; soprattutto c'è la secca, inequivocabile smentita di Sciaranski, sulla quale non si possono creare sofismi. Ora, se lei, Sinatti, non mi avesse telefonato le sue perplessità, la sera di sabato 15 (il giorno in cui apparve sul Corriere l'intervista, p.s.) e se io non avessi immediatamente iniziato la mia indagine a Parigi, a Londra e a Gerusalemme, questa vicenda non sarebbe venuta alla luce. Ma come si faceva a non cogliere «Italia-Sera» all'es se è specializzata in se del dissidente russo» linattendiUità di certi particolari, come le telefonate settimanali, la carne tutti i giorni alla mensa, la quantità di coperte e vestiti, concesse ai prigionieri dalle autorità?'. Quali sono gli scopi di questa azione, annoverabile tra le «misure attive» (inquinamento delle notizie) messe in atto dai servizi sovietici? 'Siamo in presenza di una vasta campagna di disinformazione che cresce in rapporto alla necessità sovietica di creare un'immagine rassicurante del loro leader e del loro regime: specie in vista delle prossime scadenze internazionali: trattative sul disarmo; prossimo viaggio di Gorbaciov in Italia; prossimo sum- ule Sciaranski servizi fotografici; Benedici non rivela - Il problema delle voci incontrollate mit tra Reagan e il segretario del Pcus. D'altronde, gli stessi occidentali hanno bisogno di dare rispettabilità a un leader con cui dialogano, trattano, fanno affari.. Ci sono altri esempi di dezinformatsija negli ultimi tempi? Certamente. Basta ricordare la tragica vicenda Sacharov. Sono sicure le notizie sulle sue condizioni di vita a Gorkij, orwelliane. Ma assieme a queste appaiono sui più diversi giornali e si diffondono voci incontrollate: ora Sacharov viene fatto partire entro pochi mesi dall'Urss, in cambio della liberazione del leader sudafricano Mandela; ora si dice che Sacharov sta bene e vuole restare in Urss; ora si scrive che egli rinuncia alla partenza dall'Urss, a favore del prolungamento del visto a sua moglie. Intanto, però, Gorbaciov afferma, intervistato dall"'Humanité", che essendo a conoscenza di segreti di Stato, lo scienziato non può varcare i confini dell'Urss. Difficile che un leader come Gorbaciov possa, in seguito, smentire se stesso. Si deve concludere che la dezinformatsija su Sacharov ha un obiettivo preciso: impedire che all'Ovest si mantenga la solidarietà attiva nei confronti dello scienziato.. La dezinformatsija riguarda soprattutto il mondo del dissenso? Assolutamente no. E' di sinformazione quello che si scrive o si dice su Gorbaciov: per esempio, che è un innovatore; che è un riformista alla Dubcek o alla Kruscev. E strano che tutto questo appaia soprattutto sulla stampa italiana. In Francia, per esempio, c'è più scetticismo. Mi chiedo: ma si leggono, in Italia, i giornali sovietici, i documenti congressuali del Pcus?.. La liberazione di Sciaranski prelude, secondo lei, a un diverso e più umano atteggiamento delle autorità sovietiche verso i dissidenti? «/ fatti che conosciamo lo escludono. Dal marzo '85 ad oggi si segnalano circa un centinaio tra arresti e condanne di dissidenti. Solo che si tratta di persone non note, quindi la stampa non parla di loro. Si è condannato al Gulag, tuttavia, un giornalista ed economista noto come Lev Timofeev. Venerdì abbiamo appreso, a Parigi, la condanna di un dissidente sovietico di origine ebraica, un economista anch'egli. autore di un samizdat sul sistema economico sovietico. Quanto ai La ger della regione di Perm in cui ci sarebbero, secondo la "testimonianza" raccolta da Benedict, pane e carne a volontà, telefonate settimanali eccetera, vorrei ricordare che proprio in alcuni di essi sono morti, in un anno, tra l'S4 e V85, tre noti dissidenti ucraini ancora giovani (TiclUj, Marcenko, V. Stus, ps.).. Un'ultima domanda sull'atteggiamento israeliano intorno al caso Sciaranski. •Le autorità israeliane non hanno smentito il sedicente Benedict, circa il rapporto che Sciaranskij aorebbe fatto ai funzionari israeliani, una volta arrivato a Gerusalemme. Sciaranski nega l'esisten¬ zinrszdtqvtfSpmrsrim za di un simile rapporto. Gli israeliani, invece, tacciono, nonostante le mie molteplici richieste di chiarimenti. Posso interpretare questo silenzio con la vc-lontà di Tel Aviv di non turbare i discreti contatti con Mosca, grazie ai quali le autorità israeliane vogliono far uscire dall'Urss tutti gli ebrei sovietici che ne facciano richiesta. Le ripeto. Sinatti, che se non fosse stato per la sua comunicazione e la mia indagine, Sciaranskij sarebbe rimasto all'oscuro della sua "testimonianza" al "Corriere". E sarebbe passata l'immagine dei Lager confortevoli. Sarebbe passata, insomma, la dezinformatsija». p. s.