Sì di Reagan a Gorbaciov, via gli euromissili di Ennio Caretto

Sr di Reagan a Gorbaciov, via gli euromissili Sr di Reagan a Gorbaciov, via gli euromissili Lettera da Wash WASHINGTON — Finalmente, c'è la controproposta di Reagan, ed è una sfida a Gorbaciov, lanciata a bella posta alla vigilia del Congresso del pcus a Mosca. L'Urss cambia? sembra chiedere il Presidente americano. Benissimo: negozi allora sulla base del nostro nuovo piano. Soprattutto agli effetti dell'Europa, il piano di Reagan è rivoluzionario: tra le altre cose propone l'abolizione di tutte le armi di teatro entro i prossimi tre anni, dagli SS-20 sovietici ai Pershing statunitensi, e la distruzione degli arsenali chimici. La risposta del Presidente al leader del Cremlino, attesa da oltre un mese, abbon¬ WASHINGTON — In una giornata tumultuosa, in cui gli Stati Uniti hanno praticamente seguito il golpe a Manila alla televisione, minuto per minuto, due leaders del Congresso, molto vicini all'amministrazione repubblicana, hanno dichiarato che Reagan si accinge a chiedere personalmente a Marcos di andarsene. Il Presidente, hanno detto il capo della Commissione Esteri del Senato, Lugar, e il capo della Commissione dei servisi segreti, Durenberg, metterà a disposi' siane di Marcos un messo di trasporto — sembro che si tratti di un sottomarino — e gli offrirà asilo politico negli Stati Uniti. Ieri, a tarda sera, (Segue a pag. 2-8* col.) shington per il Crem da di rilanci anche in altri campi. Essa contiene un'apertura ad esempio sullo scudo spaziale, a cui gli Stati uniti non intendono rinunciare: Reagan si impegna a rispettare il trattato Abm del 1972 contro i missili antimìssili, segnalando cosi che non passerà dalle ricerche al dispiegamento delle guerre stellari senza previ negoziati con l'Urss. Il Capo di Stato americano descrive inoltre l'eventuale accordo sugli euromissili come il trampolino di lancio di uno più vasto sui missili balistici intercontinentali, ossia sulle armi strategiche. Dando il benvenuto alle proposte di Gorbaciov, -una buona idea- dice -sbarazzare il mondo delle lino: «tagliamo»- le armi nucleari entro il Duemila-, Reagan aggiunge che -bisogna passare ai fatti, e il punto di partenza devono essere le armi di teatro-. Per esporre il suo disegno, il leader repubblicano è ricorso allo stesso strumento di Gorbaciov, una lettera personale che sancisce la ferma volontà di disarmo delle superpotenze. La Casa Bianca non ha svelato tutti i particolari. Il direttore del suo Consiglio di sicurezza, l'ammiraglio Poindexter, che l'ha stilata di persona, l'ha definita -un documento complesso, un modello di pace, e un'agenda del prossimo vertice Reagan-Gorbadov-. Poindexter ha quantificato soltanto il taglio delle armi intermedie entr armi strategiche nella fase iniziale, il 50 per cento, ma ha aggiunto che il «mtr. di questa riduzione e dello scudo spaziale potrebbe rendere obsoleti, a poco a poco, i restanti arsenali. -Quanto ai dettagli-, ha detto -il Presidente si è richiamato al suo progetto originario, presentato alle trattative di Ginevra a novembre-. Maggiori delucidazioni sono previste in una dichiarazione pubblica che la Casa Bianca dovrebbe fare oggi, e in un discorso alla radiotelevisione dello stesso presidente Reagan in programma dopodomani. A Washington c'è la sensazione di una svolta: grandi speranze vengono affidate al vertice tro tre anni, poi i ve tra i due leaders delle superpotenze, che dovrebbe svolgersi a luglio nella capitale. Si ammette che molto dipenderà dalle conclusioni del Congresso del pcus a Mosca, ma il giudizio quasi unanime è che. per la prima volta in sette anni, dall'accordo .Sali 2» firmato da Carter e da Breznev, una convergenza si sta delinean¬ do tra il Cremlino e la Casa Bianca. Il 15 gennaio, Gorbaciov aveva suggerito lo smantellamento di tutto il deterrente atomico delle superpotenze entro quindici anni, cioè per il Duemila. Come primo passo, aveva indicato l'eliminazione delle armi di teatro collocate più vicine ai bersa¬ ttori strategici gli europei, una moratoria successiva delle armi tattiche, e infine il congelamento dei deterrenti inglese e francese, nonché delle forniture americane all'Inghilterra. Sotto molti punti di vista, queste proposte hanno rievocato la cosiddetta -opzione sero- presentata da Reagan agli alleati all'inizio del suo mandato. Reagan ha respinto l'idea del congelamento del deterrente autonomo franco-britannico, e delle forniture nucleari americane a Londra (una, dei nuovi Trìdent, è prevista quest'anno). Inoltre, ha affrontato in modo Ennio Caretto (Segue a pag. 2-8' col.)