Bucci furente con Lorenzaccio

Il vizio di Il vizio di Nerone Bucci furente con Lorenzaccio L'attore e regista si dibatte fra la banalità dell'aggiornamento politico e il timore del clas Sono a milioni I telespettatori che, già da qualche giorno, vanno ripetendo all'altra metà degli italiani che giovedì, venerdì e sabato sera non si staccheranno dal televisore. Se gli altri vogliono andare a trovarli, facciano pure ma che arrivino entrai le 20,25 e stiano In silenzio: a sgranocchiare i dolci di Carnevale che certo si porteranno, dovranno aspettare che muoia l'ultima nota. Si tollerano Interruzioni solo all'applauso che segue l'esecuzione del primo ritornello e per sottolineare come tra la Goggi (o chiunque altro si fosse provato, fosse anche Biagi) e il Baudo, non c'è paragone. Sono gli adoratori della canzone, alcuni milioni di milioni che ancor oggi, quando ricevono un mazzo di fiori, accendono una candela a Nilla Pizzi; ricordano sempre nelle loro preghiere Claudio Villa, mettono da parte i soldi per andare in pellegrinaggio a Cellino San Marco, l'eremo dei Carrisi che loro chiamano Al Bano-Romlna, confidenzialmente, come fa Troisi con San Gennaro. Finalmente ritroveranno In tv gli Dèi dimenticali. Orietta Berti, patrona della massaia canterina cui anche Raffaella Carrà ha sotliato II posto in cucina; il guru Fred Bongusto che è comparso loro solo più d'inverno, sulle rotonde sul mare dove Ingialliscono vecchi juke-box; il profeta della sublime semplicità, Sergio Endrigo, che almeno In spirito li ha accompagnati nella sigla di «0/ tasca nostra». Forse non li riconosceranno subito, ahimè, ma appena cominceranno a cantare, l'incertezza sarà cancellata. Gli adoratori della canzone italiana «guardano» le canzoni sul video solo in occasione del Festival di Sanremo, simbolo dell'ugola ruspante, quindi sono contentissimi che si torni all'antico. Niente playback: si canta davvero, in un drammatico confronto tra voce e microfono, e vediamo chi ha più da spendere se no, che gara è? E qui, mi viene l'angoscia. Mancano ancora tre giorni al grande Festival, ma solo a vedere scritto in numeri romani quante volte l'hanno fatto, XXXVI, sto in ansia perché mi sembra la targa della biga di Nerone, cantautore sfortunato ma ricco che anticipò I fasti delle videoclip dei Jackson finché Salvetti disse che, dal vivo ma In playback, si poteva far meglio o per il Festivalbar Incendiò l'Arena di Verona ma senza vittime. Ecco il punto: quegli altri milioni di telespettatori che le canzoni, oltre che ascoltarle, sono abituati a guardarle. Come reagiranno di fronte a questa kermesse? , Essi le guardano nel senso di come gliele sparano sul video in forma di clip i digeitelevlsion: capaci di concentrare in tre minuti senza troppi danni anche «Rigoletto», purché ci siano dentro anche gli Arlists United Against Apartheid. Adesso faccio l'esempio a cominciare dalla musica, ma evitando citazioni tecniche; dunque, ci sono tamburi come quando gli Apaches assediano John Wayne e pochi prodi chiusi nella chièsa del paese con le donne e I bambini: Il ritmo cresce ossessivo, Il senso è «All'alba verranno a prenderci,..' (e tutti finiscono scotennali) ma l'effetto è inquietante, affascinante e, credetemi, è quindi orecchiabile quanto «Montagne verdi» di Marcella. L'ho presa a metà questa videocanzone e non so chi fosse II solista. Non era di primo pelo, ma sapeva il fatto suo almeno quanto I gangsters panciuti e sudaticci che negli Anni Venti accendevano le sigarette delle bionde con un biglietto da cento dollari: Irresistibile insomma. E siamo già alla cronaca delle immagini di questa canzone. Tre negre da Cotton Club a fare soltanto eh-eh-eh-eh ma vorticando in stilesexysportiyo note, gambe e braccia; un tastierista strazia' to forse dall'apparizione di Monti Arduinl, mosse tipo lamentatrici a pagamento per funerale greco (un tastierista? com'è possibile? è possibile, credetemi, è possibile); due batteriste, appunto femmine, che tumultuavano come le ragazze pom-pom del football americano; due chitarristi privi di scrupoli e, sullo sfondo, una piramide con alla base una prima fila di cinque suonatori di trombone in doppiopetto gessato e, a scalare verso l'alto, seconda fila di quattro suonatori di trombone, terza fila con tre suonatori di trombone; sul lati, a segnare II tempo salendo e scendendo senza interruzioni, in una doppia fila che si interseca, almeno trentadue similBogart versione provaclancora Sam e similValentina di Crepax. quando ha I tacchi a spillo, la minigonna di cuoio nero e dimentica di indossare la biancheria. Adesso capite perché ho l'angoscia: Il c'erano almeno venti edizioni del Festival, ma stipate In Ire minuti compresa quella con Marianne Faithfull. Sanremo però, per noi resta un vizio innocente e chic, come masticare betel, fumare solo sigari Davidotf, suonare la lira e bere «PiccoUt' come si permette Salvetti. Mi terrorizza (da sempre alla vigilia) la passione di Rave-a per la pastasciutta, ma tant'è. TORINO — Flavio Bucci è per fortuna un attore che non mira semplicemente a costruirsi un repertorio di tutto rispetto attraverso la proposta di autori di tutto rispetto (il che spesso significa puntare sul passato con l'illusione che gli anni trascorsi giovino in ogni modo), A Mario Moretti, che gli fu accanto per la bella riduzione dell'Opinione di un clown dall'opera di Heinrich Boll nella stagione di tre anni or sono, Bucci ha dato ora piena fiducia nel varo d'uno spettacolo Interessante e talora provocatorio quale il Lorenzaccio presentato sabato sera al Massaua. Due 1 pericoli insiti nell'operazione: che la complessa trama esaltasse gl'Inevitabili riferimenti alla situazione politica di oggi e che il famoso dramma ottocentesco di Alfred De Musset attardasse 1 riflessi della compagnia presa da un senso d'Inferiorità nemmeno troppo insplegabl le. Vediamo come Mario Mo retti ha saputo in parte evitarli e come Flavio Bucci ha lanciato 11 suo ambiguo personaggio. Sappiamo dalla storia che Lorenzo de" Medici uccise Alessandro signore di Firenze per ristabilire nella sua citta le virtù repubblicane Tuttavia non venne In un amen ricordato come un novello Bruto, quanto piuttosto come un sognatore che, avvicinatosi al mondo di crapula e di menzogna del tiranno, Flavio Bucci, primattore e regista del dramma scritto da Mario Moretti su lx>ren7.o de1 Medici ne fu contagiato e Intimidito. Il gesto supremo costituì per Lorenzaccio quasi una liberazione, forse un'orrenda trasposizione del disprezzo che cominciava a nutrire per se stesso. Riparato a Venezia dove la Serenissima ostentava quella forza austera che non riscontrava in Firenze adesso dominata dal cugino Cosimo, il passionale Lorenzaccio si vergognò d'un esilio sotto pretesto diplomatico nella molle Costantinopoli, tornò in Italia e affrontò spavaldo l pugnali del sicari. C'è nella figura del giustiziere tormentato dal dubbio un riferimento M'Amleto di Shakespeare, che Alfred De Musset sfiorò e che Moretti un secolo e mezzo più tardi per prudenza mostra di non cogliere. Eppure 1 momenti migliori del copione si trovano proprio nelle considerazioni furenti e sarcastiche che 11 protagonista si lascia sfuggire al di là della sua pretesa missione di vindice. C'è persino un tratto di umor nero allorché Lorenzaccio dichiara di non portare mal armi, unicamente per rispetto di se stesso (nel senso che potrebbe esporsl alla tentazione di bat tersi e quindi trovare magari un grullo qualsiasi che per caso lo elimini brutalmente). Scontati appaiono 1 riferì menti all'universo contempo raneo attraverso la critica alla scristianizzazione del clero stesso, al ricorso alla violenza come purificatrice della storia, all'Individuali Emo espresso da congiure tutte di testa. In fondo però tali battute (sono quelle che 13,30 Telegiornale 13,55 Tg1 tre minuti di..., attuante 14 — Pronto chi gioca ■ L'ultima telefonata, va¬ rietà. Con Enrica Bonaccortl 14,15 Quark, rubrica d'attualità scientifica. A cura di Piero Angela 15 — Speciale Parlamento, attualità 15,30 L'antica nave di Kyrenla, documentarlo 16— Storte di lari, di oggi, di tempre, documentarlo: La «Inda di Suzy 16,30 Lunedi tport, commenti sul fatti sportivi della settimana 17 — Tgi flash 17,05 Viva II Carnevale! • Special* di «Il sabato dallo Zecchino», varietà 16 — L'ottavo giorno, attualità 16,30 Italia eora, attualità 19,40 Almanacco dal giorno dopo 20— Telegiornale 20,30 Fuga da Alcatraz, di Don Slegel, con Clini Eastwood. Usa drammatico 1979 22,20 Milla • una alar, varietà. Con Gigi Proletti sico di De Musset maggiormente hanno spinto li pubblico a parteggiare per Lorenzaccio e ad applaudire Bucci. Scherzi della dialettica, non sarebbe la prima volta. Quanto agl'interpreti, Indubbiamente faticano nel mettere In chiaro 11 complicato Intreccio di attentati, eredita, successioni o la discordante urgenza di figli legittimi, discendenti naturali, amici premurosi. Si sarebbe persino propensi a rimpiangere la proterva sicurezza degli sceneggiati che affrontano argomenti simili con diversa baldanza. Poi 11 professionismo prevale, esaltato dalla collaborazione dello scenografo Bruno Oarofalo e dal musicista Fiorenzo Carpi, con occasioni periodiche di plauso per 11 •papa» Donato Castellaneta e per la .madre» Igea Sonni, e anche per la Plgnatelll, 11 Valentinl, 11 Marchetti. Quanto a Flavio Bucci, primattore e regista — si immagina benissimo — l'orientamento scelto in principio della serata non differirà molto al termine delle due ore e mezzo. Cosi concitato e cosi grifagno nel primi discutibili quadri, finalmente dispiega una torva grandezza nelle occasioni successive quando 11 timbro rauco e 11 gestire scontroso ne fanno con schietta intuizione un antieroe più grande del suoi perse cutorl. 22,35 Telegiornale 22,45 Spedale Tgl, attuai tè 23,35 Appuntamento al cinemamo sul grande schermo 23,45 Tgl nona Raldue 13 — 13,25 13,30 14,30 14,35 16 — 16,30 Piero Perona