Un libro previde che...

Un libro previde che Un libro previde che «Trentasei anni fa, quindi con circa vent'anni di anticipo sulla conquitta della Luna, Helnleln raccontava la storia di un Industriale americano che decideva di affrontare l'impresa con le sue sole forze. Era un pioniere che non chiedeva soldi atto Stato, ma che pentava — spiega Vittorio Curtonl, scrittore di fantascienza, curatore del mensili «Galassia» e «Robot» — di finanziare lo sbarco lunare con una serie di stratagemmi, La pubblicità Innanzitutto. Offriva alle grandi Industrie la possibilità di affittare gli spazi lunari. Industrie di bevande, di orologi ecc. Era la perfetta logica del capitalismo. Le Industrie investivano fior di dollari per finanziare la spedizione spazialo, e ne ricevevano In cambio la possibilità di avviare nuove e più sensazionali campagne pubblicitarie. «"Ecco II primo orologio sbarcato sulla Luna",' "ecco la prima bevanda lunare" e via di questo posso. Un romanzo Importante quello di Helnleln, tutto pervaso da quello spirito pionieristico tipicamente americano che avremmo ritrovato anni più lardi nel discorsi del presidente Kennedy, e ritroviamo oggi In quelli di Reagan». Ottimismo, spirito di avventura. Prometeo Indotta la maglia a stelle e strisce. E La stragrande maggioranza degli scrittori condivide la tua filosofia. «Quando ci fu II primo atterraggio lunare nel luglio '69, ricordo che una casa editrice Interpellò I maggiori scrittori, da Asimov a Bradbury, chiedendo la loro opinione. Fu un coro di risposte favorevoli, entusiastiche. La fantascienza guarda al futuro: le tragedie, pur te tenibili, tono Incidenti di percorso. L'avventura continua». Ma è anche di scena II pessimismo. Uno degli autori è Barry Malzberg: I tuoi astronauti tono personaggi Inslcurì, paranoici, alle prete con mille problemi psicologici. In «The fading astronaut», romanzo del '71 Inedito in Italia, una navicella della Nasa con tre uomini a bordo deve sganciare sulla Luna un piccolo ordigno nucleare. L'obiettivo è di verificare le conseguenze di un'esplosione atomica. E' un semplice esperimento, ma La spedizione ti tratforma In tragedia: uno degli astronauti Impazzisce, uccide I compagni e sgancia l'ordigno nucleare sulla Terra. M Al Tutto era già stato scritto. E ancora una volta la •sciente fiction» ha giocato d'anticipo sulla realtà. Un romanzo americano di fantascienza, uscito a puntate sulla rivista «Analog» fra l'BO • l'B1, ha raccontato l'esplosione del Challenger In volo. Un boato, una nube di fuoco, la disintegrazione. Il romanzo si Intitola «Shuttle Down», l'autore e Lee Correy. «Una storia fantascientifica di sei anni fa che suona come una agghiacciante ammonizione», dice Gianni Montanari, responsabile della collana Urania di Mondadori. «Tanto che l'editore americano ha aggiunto sulla copertina del libro una frase ad effetto: "Ecco il romanzo che ha messo In guardia la Nasa da un probabile disastro, e ha offerto una soluzione prima che la narrativa poteste diventare una realtà devastante". 81 tratta di finzione, naturalmente, di un espediente per colpire l'immaginazione del lettori e far vendere II romanzo. Tuttavia anche questa storia non ancora tradotta In Italiano, che nella trama chiama In causa I servizi segreti americani e sovietici, dimostra una piccola verità: che la fantascienza si sforza di tradurre In realtà II futuro, • che alla reta del conti le Invenzioni degli scrittori ti dimostrano più compiette e credibili della stessa realtà». In die sento? «Credo che della sciagura vera del Challenger sapremo ben poco. Le fonti della Nasa saranno avare di particolari e lasceranno trapelare lo stretto necessario. I retroscena della tragedia non II sapremo mal. A muovere gli scrittori, Invece, è un'esigenza di chiarezza e di verosimiglianza logica: In catl come questo — cioè II racconto di una tragedia dello spazio — le loro trame, • quindi le spiegazioni che ne derivano, finiscono con l'estere più completo e soddisfacenti delle versioni fomite dalle tonti ufficiali». La fantascienza come logica del possibile. Nettuna meraviglia, quindi, se In un romanzo di Robert Helnleln pubblicato nel 1950, «L'uomo che vendette la Luna», riecheggia la filosofia che Il presidente Reagan ha usato l'altro giorno per commemorare le tetto vittime del Challenger, lo spazio come frontiere, l'eroismo degli esploratori come sfida dell'uomo all'universo. Mauro Anselmo

Persone citate: Asimov, Barry Malzberg, Bradbury, Gianni Montanari, Kennedy, Mauro Anselmo, Reagan, Robert Helnleln

Luoghi citati: Italia