Gli errori: del sistema o dei singoli uomini?
Gli errori: del sistema o dei singoli uomini? Gli errori: del sistema o dei singoli uomini? «Compagni, quante volte si possono ripetere gli stessi errori?» ha chiesto dalla tribuna il nuovo segretario del pcus di Mosca, Boris Ielzin, per rivendicare e giustificare l'allontanamento delle «persone i cui errori costano troppo caro al Paese, al partito e al socialismo nel mondo». Sarebbe forse ora di estendere la domanda, ad ogni modo coraggiosa nel quadro della liturgia cremliniana, oltre le responsabilità delle «singole persone». Non è per caso lo stesso sistema sovietico che per decenni ripete gli stessi errori, non riuscendo a eliminarli anche quando vengono diagnosticati? Non si sono poi forse ripetuti questi stessi errori in tutti i Paesi, senza eccezioni, che hanno imboccato la via del socialismo? Al di sopra delle persone sta il sistema, che spesso ha traviato i dirigenti. D congresso del Cremlino sembra avvicinarsi al nodo della crisi. Lo stesso Ielzin ha messo il dito su una delle deficienze più gravi: la confusione fra partito, Stato e economia. Nel Comitato Centrale del pcus ci sono 34 dipartimenti economici, essi si sovrappongono ad una sessantina di ministeri dell'Economia, gli uni e gli altri poi si riproducono nei comi' tati e nei soviet locali, cosicché, nell'effetto finale, «i corpi del partito sono così profondamente coinvolti nella vita e nella gestione economica che hanno cessato di essere organi di direzione politica». La richiesta, avanzata da altri delegati di periferia, è quella di eliminare i super-ministeri del partito, lasciare la gestio- ne dell'economia al governo dello Stato e stabilire i margini, allargati, dell'autonomia delle imprese (liberando anche qui il direttore dal segretario del pcus). Se non un attacco al sistema è un tentativo di capovolgere i poteri e le competenze nelle sue strutture. Un assalto dei tecnocrati ingegneri alla burocrazia ideologico-politica. Non per caso, il vecchio Gromyko, uomo di tutte le stagioni, ha voluto esprimere la sua preoccupazione che «poggiando sulle insufficienze» si arrivi ad «affermare la debolezza del socialismo come formazione sociale». Ora si tratta di vedere come Gorbaciov, forte della spinta della nuova classe che sembra dominare il congresso, riuscirà a trovare la formula che salvi il sistema pur smontandolo. A differenza dei congressi precedenti, nell'attuale sta prevalendo la pressione della base sulle strutture superiori, prima erano le strutture ad impartire ai militanti le loro «direttive». L'unica eccezione fu il XX kruscioviano, verso il quale Paolo Bufalini su l'Unità commette un'ingiustizia dichiarandolo privo di spunti riformistici. Al di là della dissacrazione di Stalin a quel congresso seguì l'atto più radicale di decentramento mai compiuto, lo scioglimento dei ministeri economici e lo spostamento dei poteri ai sovnarhoz, neoformati organismi regionali di gestione economica. Colpo, poi rientrato, che doveva costare la carica di segretario al primo riformista. Quando l'economia sconfina in politica? Le accresciute competenze della base vengono tuttora viste come stru mento di maggiore efficienza produttiva, non come diritto sociale e politico del cittadino. Lo Stato concede una dose di potere per sbloccare l'economia ingolfata e stimolare l'impegno dell'operaio, Qui Marx alzerebbe le ciglia Nella sua utopia lo Stato non doveva essere che un servizio comune delle autonomie autogestite, con tanto potere e tanto di bilancio finanziario quanto i gestoriproduttori avrebbero trovato necessario di concedergli Nel sistema sovietico invece è il partito-Stato a prendersi tutto e a volte concedere il minimo indispensabile. Ma un ritorno a Marx non farebbe che complicare ulteriormente le prospettive di Gor baciov Frane Barbieri Boris Ielzin
Persone citate: Boris Ielzin, Frane Barbieri Boris, Gorbaciov, Gromyko, Marx, Paolo Bufalini, Stalin
Luoghi citati: Mosca
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