E' illegale nella Cee imporre età diverse per il pensionamento di uomini e donne di Fabio Galvano

E' illegale nella Cee imporre età diverse per il pensionamento di uomini e donne Sentenza della Corte di Giustizia dopo il ricorso di una cittadina britannica E' illegale nella Cee imporre età diverse per il pensionamento di uomini e donne DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Con una sentenza destinata a ripercuotersi nella maggior parte dei Paesi comunitari, Italia compresa, la Corte di Giustizia di Lussemburgo ha decretato che è illegale — vi si riconoscono gli estremi della discriminazione sessuale — Imporre il pensionamento al personale femminile di età diversa da quella a cui tale provvedimento può essere preso nei confronti degli uomini. La Corte era stata chiamata in causa da una donna inglese, Helen Marshall, dietologa presso una «Saub» di Southampton, costretta al pensionamento all'età di 62 anni: la Marshall sosteneva il diritto di poter continuare a lavorare fino a 65 anni, l'età per 11 pensionamento — volontario e obbligatorio.— per gli uomini che lavoravano con lei. Al di là dell'astruso linguaggio giuridico e comunitario, appare chiaro che d'ora innanzi 11 personale femmini¬ le del pubblico impiego di qualsiasi Paese comunitario può difendere il diritto al pensionamento negli stessi termini del personale maschile. Invocando presso 1 tribunali nazionali un'esistente direttiva comunitaria anche se le leggi nazionali ammettono la possibilità di una discriminazione fra uomini e donne. Tale direttiva anonimamente denominata «76 207 - Cee», fu emanata il 9 febbraio 1976 e riguarda generalmente l'uguaglianza di trattamento per uomini e donne in ciò che concerne accesso al lavoro, formazione e promozione professionale, condizioni di lavoro. La Corte di Lussemburgo ha deciso che il pensionamento forzato della signora Marshall è senz'altro un atto discriminatorio e che la direttiva in questione può essere Invocata dai dipendenti del pubblico impiego a dispetto di leggi nazionali che fossero eventualmente discordi. Dice la sentenza: • Una politica generale di licenziamento, che implichi il licenziamento di una donna per il solo morivo che essa ha raggiunto o superato l'età atta quale ha diritto a una pensione statale, età differente per uomini e donne in virtù della legislazione nazionale, costituisce discriminazione sul sesso, proibita da quella direttiva: La direttiva Cee può quindi essere •invocata nei confronti di un'autorità dello Stato che agisca in qualità di datore di lavoro: al fine di 'scartare l'applicazione di qualsiasi disposizione nazionale non conforme'. Non è chiaro, sulla base della sentenza se presto anche i dipendenti delle aziende private potranno far valere gli stessi diritti. Parallelamente al caso della signora Marshall, di fatto, la Corte ha esaminato quello di un'olandese dipendente da un'azienda privata. Le ha dato ragione; ma in quel caso c'è da sottolineare die il principio dell'uguaglianza di trattamento in merito al «pensionamento obbligatorio» è previsto ialia legislazione nazionale olandese. E' comunque fuori dubbio, in questa fase, che la Corte di Lussemburgo ha lanciato il primo sasso In una campagna destinata a stabilire una reale uguaglianza — anche di fronte al problema del pensionamento — fra uomini e donne. Fabio Galvano

Persone citate: Helen Marshall

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Lussemburgo