Ligaciov, il «numero 2» di Emanuele Novazio

Ligaciov, il «numero 2» II 27° congresso del pcus si avvicina al nodo della crisi sovietica: la confusione tra partito, Stato, economia Ligaciov, il «numero 2» Quello che tutti a Mosca considerano il vero «vice» di Gorbaciov ieri ha definito dalla tribuna il suo ruolo - Non ideologo del partito, ma capo dei quadri e dell'organizzazione interna, come a suo tempo fu Breznev con Kruscev - Rigido e grigio, si distingue dai battaglieri tecnocrati del nuovo corso gorbacioviano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Non ha la vivacità, lo stile, l'umorismo del segretario generale. Non ha, nonostante la stessa provenienza siberiana, la grinta da manager del primo ministro Rizhkov e del nuovo capo del partito a Mosca leltzin. E", nella sostanza e nell'aspetto, uomo d'apparato. Più rìgido, più grìgio, più pomposo nel linguaggio dei rampanti tecnocrati della generazione Gorbaciov. Un busto parlante. Iegor Ligaciov, ieri, ha definito il suo autentico ruolo, dalla tribuna del ventisettesimo congresso del pcus: che è, come già si sapeva dal plenum dell'aprile scorso, quello di numero due nella gerarchia del potere, di autentico «vice» del segretario generale (nei ministeri e negli uffici di partito, a Mosca, tutti lo chiamano cosi, contrariamente ad abitudini consolidate). Ma è anche e soprattutto quello di capo dei quadri e dell'organizzazione. Nel suo intervento, che ha aperto la terza giornata del congresso, Ligaciov ha smentito quanti vedevano in lui, anche, l'ideologo del pcus. Di ideologia, nel discorso pronunciato davanti ai cinque mila delegati, c'è poco o niente. Giusto un accenno allo •sviluppo ielle tradizioni leniniste: Tutta l'attenzione è altrove: alla politica dei quadri e alla loro formazione. Niente a che fare, insomma, con Suslov, come qualcuno dopo il suo ingresso nell'ufficio politico sembrava voler credere. Il suo ruolo ricorda un po' quello di Breznev sotto Kruscev, o di Kirilenko con Breznev, o dello stesso Cernenko ai tempi di Andropov. Ligaciov ha detto in sostanza due cose: che la macchina del partito, cuore del potere in Urss, va tenuta ben ferma •nessuna organizzazione al suo interno, nessun lavoratore deve restare al di fuori del suo controllo'. E che i nuovi quadri devono essere scelti tra persone che •hanno migliore comprensione degli altri su ciò che va fatto nelle condii/ioni attuali'. Rivelando una visione un po' riduttiva nel confronti della spinta riformista del segretario generale: dal momento che, per il numero due del Cremlino, tutto sembra risolversi nel partito, e che del partito non va esaltata la dialettica interna ma piuttosto la disciplina l'organizza¬ zione ben salda e uniforme. E mostrando grande cautela nella definizione del dirigente della nuova era Gorbaciov. Al di là della -migliore comprensione; Ligaciov non ha osato andare. Ma chiarendo anche un elemento importante ai fini della comprensione del potere in Urss: un primo risultato del dibattito in corso al congresso sembra essere una messa a punto dei rapporti interni, una visione più articolata della maggioranza Gorbaciov. Unita dalla lotta ancora aspra alla vecchia guardia brezneviana, ma non ancora uniforme, univoca. La richiesta di abolire i dipartimenti economici del partito e di dare tutti i poteri ai ministeri, avanzata mercoledì da Boris leltzin («il partito finisce per gestire le aziende', aveva denunciato dalla tribuna del congresso il capo del pcus a Mosca), e l'accento posto da Ligaciov Bulla struttura interna del pcus, sulla formazione e l'educazione dei suol quadri, sono di questa maggioranza i due aspetti, i due volti. La composizione del nuovo Comitato centrale — che sarà eletto alla fine del congresso, giovedì prossimo — esprimerà probabilmente questa ambiguità, questa frattura all'Interno del nuovo gruppo di potere: sacerdoti d'apparato e tecnocrati usciti dal mondò della produzione, senza precedenti responsabilità di partito, slederanno insieme nel nuovo parlamento del pcus. Semplice divisione di compiti o espressione di contrasti più profondi? Sarà più chiaro nei mesi a venire. Forse, perà, il modo in cui ieri Ligaciov ha chiuso il suo intervento è un segnale: 'Nel passato abbiamo avuto periodi di gelo e disgelo. Quel che ci serve oggi è un bel tempo stabile', ha detto. Emanuele Novazio

Luoghi citati: Mosca, Urss