I furori della pallida madre

 I furori della pallida madre STOCCARDA: IN MOSTRA UN SECOLO DI ARTE TEDESCA I furori della pallida madre L'anima della Germania nel movimentò della Briicke: i più feroci e urlanti interpreti dell'Espressionismo in Europa - Da Kandinsky a Klee, attraverso le derivazioni della Bauhaus e del grande dadaismo - lì contrasto tra il motivo triangolare dell'arte gotica e le classicheggiano* movenze dei latini STOCCARDA — II passaggio dall'industrialismo pesante e dalla civiltà delle macchine a una tecnologia più agile e leggera, dominata dall'elettronica, ha avuto, tra gli altri effetti, quello di por fine a un internazionalismo unificato e di rilanciare un certo recupero delle tradizioni e delle varie .anime, nazionali. Lo ti nota molto bene nel campo dell'arte, che è uno di quelli in cui sta trionfando il «macie in Italy». Se cioè fino a pochi anni fa era cura degli artisti ricercare un pronto allineamento alle tendenze internazionali, ora essi amano civettare con le origini, riscoprirle, coltivarle. Era questo il leit-motiv secondo cui esaminavo alcune mostre che negli ultimi tempi abbiamo •esportato; relative alle tendenze dell'ultimo ventennio. Ma beninteso il fenomeno riguarda anche altre aree nazionali. Ed ecco che un gruppo di studiosi e di curatori di museo ha messo in piedi una monumentale German Art in the 20th Century, con un sottotitolo ancor più indicativo: «Painting and Sculpture 1905-1985 Iniziata a Londra, presso la Royal Academy, l'esposizione approda in questi giorni alla Staatsgalerie di Stoccarda (dove rimarrà visibile fino al 27 aprile). Forse non sarebbe stato possibile concepirla, appunto, uno o due decenni fa, quando al contrario si cercava disperatamente di nascondere i tratti di diversità, per offrire un volto omogeneo e omologato. Sia detto tra parentesi che, per le medesime ragioni, era impensabile trovare un museo rifatto con i criteri seguiti dall'architetto inglese Richard Stirllng, nel costruire un corpo aggiunto alla parte preesistente della Staatsgalerie: criteri, inutile dirlo, ispirati al postmoderno, che della nostra .leggera» età tecnetronica è il corrispettivo più vistoso sul piano del guaio" " Lo Stirllng ha profuso, in questa sua impresa tra le più tipiche del nuovo corso, colonne, archi, capitelli, cioè quegli elementi colmi di un sapore storico, .cìtaeìonista., che mandano in bestia gli ultimi cultori del razionalismo modernista. Si aggiunga che la seriosità di questi stilemi neoaccademici è stata utilmente corretta con una Ironica vena di sapore Pop, fondata sull'impiego di tinte vivaci e chiassose, ispirate queste, per parte loro, dal modello del parigino Beaubourg: i verdi pisello, gli azzurri cobalto, dialogano quindi, o meglio litigano con certe tinte rosate della pietra nuda che ricordano gli splendori del basalto e di altri materiali nobili. Se è già eloquente di per sé il fatto di essere andati alla ricerca di una presunta •anima* tedesca, che avrebbe caratterizzato il quasi-secolo ormai trascorso, ancor di più lo è che si creda di averla trovata. Infatti, senza ombra di dubbio, la selezione dei curatori privilegia un baricentro, per il Novecento tedesco, ritenendo di poterlo ravvisare in una vena .selvaggia, o espressionista. Non mancano, beninteso, presenze anche cospicue che testimoniano di tendenze di segno contrario, ma in questo panorama esse vengono offerte quasi come incidenti di percorso, come costitutive di una specie di •opposizione di stia maestà: Inutile dire che, se'la medesima mostra si fosse organizzata in un passato recente, si sarebbe cercato di nascondere una tale presunta •anima: Oggi Invece, grazie al postmoderno, essa è tornata di prepotente attualità, e quindi si accetta ben volentieri che proietti una lunga ombra sull'intero secolo. Partenza dunque dalla Brticke, il movimento costituitosi sul finire del primo decennio, tra Berlino e Dresda, che fu senza dubbio l'avvio ufficiale dell'Espressionismo, per tutta la cultura occidentale, con un grado di furore certamente superiore a quello che raggiunsero nei medesimi anni i Fauves in Francia, o talune figure isolate, benché eccellenti, in Italia, sul tipo di Lorenzo Vtani, Gino Rossi, Arturo Martini, Tullio Oarbari. Ma certo i giovani membri del Ponte erano più numerosi, più feroci, più urlanti. Lo dicono le selezioni abbondanti di opere di Ernst Ludwig Kirchner, Karl SchmidtRottluff, Eric Heckel, Otto Mueller, cui si aggiungono quelle del più anziano, e ancor più poderoso e sfatto Emil Nolde. Tutti insieme, all'unisono, i protagonisti di questa onda impetuosa si avventavano sulle povere sembianze della figurazione come facendole scricchiolare, contraendole sulla difensiva, obbligandole ad assumere andamenti ispidi e aguzzi: come fossero filtrate attraverso specchi deformanti, di quelli che stringono e rendono paurosamente magri; o come se i corpi venissero ricostruiti all'insegna di un motivo triangolare caro all'architettura gotica, confermando anche per questo verso la risorgenza di una costante nazionale, negata invece a noi latini (italiani e francesi), che caso mai abbiamo net sangue le linee più morbide e ottuse della classicità o del romanica Ma in fondo i protagonisti del Ponte hanno sempre goduto di una presenza ufficiale ben riconosciuta e consacrata, ai grandi raduni internazionali. La volontà di insistere su questi valori col pettine fine è ribadita, dai curatori della mostra, per il fatto che largheggiano anche in personaggi minori, di quelli che normalmente sostano in panchina; ecco quindi Paula Moderton-Becker, Christian Rohlfs, Ludwig Meidner, figure più isolate che tuttavia, bisogna ammetterlo, consuonano perfettamente con le altre, in questo quadro d'insieme, ribadendo una sinfonia basata sulle dissonanze, sui suoni cacofonici e stridenti £ dunque anche i grandi protagonisti dell'internazionalità vengono raggiunti da questo clima: si veda Wassily Kandinsky, che giustamente non può mancare, nonostante la sua origine russa, compensata da una formazione per gran parte monacense. . Kandinsky, ci dicono i manuali, è il padre incontestato dall'astrazione! ma, visto in questo contesto, risulta necessario più che mai affrettarsi ad aggiungere che il suo è, comunque, un Espressionismo astratto, ottenuto non già rallentando, rispetto ai furori dei giovani tedeschi di allora, ma in un certo senso andando oltre, scardinando anche di più le figure, dissipando in loro le ultime tracce di leggibilità, allacciandole in un groviglio di segni, in una matassa inestricabile, capace oltretutto di trascinare al suo seguito tanta materia cromatica. Certo è che anche Kandinsky si tiene lontanissimo dal versante di una ricostruzione razionale dell'universo, improntata al modulo della macchina. Nulla da spartire, insomma, con la linea del Cubismo e del suoi derivati. Il bello è che sempre i manuali ci dicono come questa linea fosse tutt'altro che sconosciuta, in area tedesca: basti pensare al grande episodio del Bauhaus, incentrato attorno alla personalità di Walter Gropius. La mostra, evidentemente, non •occulta' questo contributo maggiore dell'arte tedesca alla storia del nostro secolo, ma gli fa perdere di centralità, di rilievo, impacchettandolo •a sandwich» tra un episodio e l'altro di un espressionismo eternamente ricorrente. Così, stentiamo a sceverare le presenze di Feininger e di Schlemmer dall'orda dei •selvaggi'. Perfino le misure olimpiche e ultracalibrate di Paul Klee si rivelano nutrite da un ardore esistenziale sottostante, da un flusso di inquietudini notturne. Del resto, siamo giusti, è a tutti-noto e da sempre che l'arte tedesca ha partecipato alle avanguardie ruggenti dei primi decenni non già of¬ frendo geometrisml sereni, costruttivismi integri (questi bisogna lasciarli all'olandese Mondrian o al russo Malevie), bensì aggregazioni oggettuali stupefacenti e aggressive, attraverso i vari nuclei dell'esperienza Dada, in altre parole, il mondo tedesco ha avuto un grande Dadaismo, forse il maggiore, il più articolato: Max Ernst, a Colonia, Raoul Hausmann, Hannah Hòch e soprattutto Kurt Schiatterà, a Berlino. La mostra" non lo nega, anzi, documenta accuratamente queste presenze di rilievo, ma ciò non toglie che le faccia apparire come rari nantes, togliendo loro quel- 'evidenza che avrebbero ■ avuto in altre stagioni. D'altronde, come negare che perfino molti protagonisti del Dada tedesco si precipitarono poi, oltre il 1020, a negare quella loro fase •internazionalista» e a rituffarsi nell'Espressionismo di sempre, magari praticandolo nei modi monumentali e museali che erano richiesti dal •richiamo all'ordine' allora dominante? I casi di Grosz e di Christian Schad stanno a dimostrarlo, accanto a quelli di Max Beckmann o di Otto Dix, che dalle inquietudini Dada non furono neppure scossi. E così via, sempre all'insegna del medesimo copione. Che dunque dedica poco spazio alle poetiche successive: all'Informale, anche se in tale ambito non si è potuto ignorare un grande •isolato», Wols; alle ricerche neorazionaliste del primi Anni Sessanta, vicine all'arte cinetica e •programmata» che si stavano conducendo anche in casa nostra (Otto Piene, Ounther Vecker); al clima Pop e oggettuale (molto magro, in effetti, dato che potè allineare, in Germania, il solo Konrad Klapheck); al successivo clima concettuale e •povero», dove però spicca un protagonista recentemente scomparso, Joseph Beuys. Ma evidentemente gli organizzatori anelavano a giungere agli «ultimi», anzi, ai penultimi, a Quei sei o sette pittori, ormai avviati verso la cinquantina, che dal 70 in poi, indifferenti alle poetiche del momento, hanno rilanciato il clima dell'Espressionismo patrio e atavico. Si tratta degli oggi acclamati e super-valutati, anche sul piano economico, Sigmar Polke, Geor Baselitz, A. R. Penck, Markur LUpertz, Jorg Immendorf, Anselm Kiefer. Con loro, l'operazione •nostalgia», auspicata dal postmoderno (e da prendere quasi alla lettera* come desiderio,, , di un •grande ritorno»), si compie òlla perfezione, il.~>. cerchio si chiude, e sembra di assistere a una reviviscenza del lontani protagonisti del Ponte. Senato Barili! E. Heckel: «Fratello e sorella» (1911), tra le opere in mostra alla Staatsgalerie di Stoccarda di dubbio la selezione dei questo quadro d'insieme rifrendo geometrisml sereni