Il Cairo: assediati gli agenti ribelli di Tito Sansa

il Cairo: assediati gli agenti ribelli La metropoli, in mano ai militari, è deserta: oggi il coprifuoco durerà 18 ore il Cairo: assediati gli agenti ribelli Sacche di resistenza in città, alle Piramidi e a Luxor - Trentasei morti, 325 feriti - Un coordinamento dietro la rivolta? DAL NOSTRO INVIATO IL CAIRO — L'ammutinamento degli agenti della sicurezza centrale egiziana è stato circoscritto, ma non domato. Al Cairo vi sono ancora sacche di resistenza degli insorti: nel quartiere di alza, presso le Piramidi; vicino alla moschea di Al Ahzar, quasi nel centro; nei quartieri popolari settentrionali di El Uan; a Heliopolls, vicino all'aeroporto internazionale. Si sono arrese le caserme nel deserto sulle strade per Alessandria e per Ismailia e la guarnigione di Asslut, 400 chilometri a Sud della capitale, mentre invece continuano a resistere 1 poliziotti ammutinati della caserma di Luxor, nell'estremo Sud. Al Cairo non si ode neppure uno sparo intorno agli edifici circondati. Dicono che si vuole evitare uno spargimento di sangue e costringere i ribelli ad arrendersi per fame. Fino a ieri sera, secondo dati forniti dal governo il quale tende a minimizzare, i combattimenti cominciati 48 ore prima hanno causato 36 morti (3Ì ammutinati, due soldati e due civili) e 325 feriti (273 poliziotti, 12 militari e 40 civili, tra cui quattro turisti francesi). Ossama El Baz, consigliere personale del presidente Mubarak, ha detto in una conferenza stampa che •la calma regna su tutto il territorio effigiano» e che «non vi è stata una insurrezione popolare ma solo un movimento isolato, in cinque campi, di agenti della sicurezza: I fatti però lo smentiscono. Il Cairo è una città fantasma, deserta, avvolta in un silenzio irreale. Il coprifuoco ordinato dal governo per prevenire una sollevazione popolare e poter stanare e disarmare gli insorti funziona. Domani resterà in vigore per 18 ore: dalle 9 alle 15 si potrà uscire. Ieri il coprifuoco totale è stato interrotto solo per tre ore, dalle 11 alle 14, per permettere alla popolazione di fare scorta di viveri. Ma la breve pausa dello stato d'assedio non è bastata a ridare vita alla città. Sono rimaste chiuse, e lo saranno anche oggi, le scuole e le università, quasi tutte le fabbriche, gli uffici e i negozi ad esclusione delle banche e delle botteghe di generi alimentari. Ma per le strade, presidiate ogni poche centinaia di metri da pattuglie dell'esercito e sbarrate al crocicchi e ai punti nevralgici da carri armati (T54 sovietici) e da autoblù, do (M113 americane) si sono avventurati in pochi. SI ha l'impressione che la situazione non sia ancora .sotto controllo, benché al I Cairo siano stati fatti afflui¬ re 1 reparti scelti dell'esercito: una divisione corazzata, una divisione meccanizzata e sei gruppi di commandos e di paracadutisti, tra cui 1 famosi «berretti rossi» della Salka, protagonisti sfortunati dell'assalto all'aereo della Egyptair dirottato nell'ottobre scorso da pirati dell'aria palestinesi sull'aeroporto di Malta. Olà scendendo verso II Cairo con un volo speciale dell'Alltalla (il primo giunto dall'Europa dopo la riapertura dell'aeroporto) si avverte la tensione dello stato d'assedio. Il direttore generale dell'aeroporto generale Mustafà Kamal ha un bel dire che •tutto funziona regolarmente, lo spazio aereo dell'Egitto e il campo sono aperti: I fatti lo smentiscono. L'aeroporto è quasi vuoto, oltre all'aereo dell'Amalia (venuto per riportare in Italia 251 connazionali, tra cui 240 dipendenti della società d'investimenti fondiari Fideuram e un gruppo di tennisti azzurri) arrivano solo un apparecchio austrìaco e uno delle linee irachene. L'emergenza viene confermata durante 11 tragitto — una volta tanto velocissimo attraverso le strade deserte — verso il centro. Dappertutto vie bloccate da carri armati messi per traverso, deviazioni intorno a zone dove presumibilmente 1 rivoltosi ancora resistono e intorno al palazzo presidenziale che sembra una fortezza, circondato da una decina di mezzi blindati e protetto da sacchetti di sabbia. Ma il più grande spiegamento di forze lo si vede intorno alla stazione centrale. Arriva un treno, ma al posto delle solite migliaia di passeggeri ne scarica solo una dozzina. La stazione è vuota. Al Cairo regna la calma. Una calma che lascia trapelare l'insicurezza del governo, il quale non ha ancora in pugno la situazione. E' vero che i cinque partiti di opposizione e le autorità religiose hanno condannato severamente la rivolta, proponendo a Mubarak di formare un governo d'emergenza nazionale (ma il Presidente ha respinto la proposta), è vero cjxe la popolazione sta disciplinata chiusa in casa e non ha assecon¬ dato la rivolta degli agenti (salvo casi sporadici di partecipazione ai saccheggi di vetrine e dei locali notturni Thot e Athot dove si esibivano nella danza del ventre le ballerine), è vero anche che non si sente neppure uno sparo nella zona dei grandi alberghi distrutti dalle fiamme o danneggiati (il Jolie Ville, lo Holiday Inn Sphinx, il Mena House Oberoi, il Vendome, l'Etata e l'Atton) e che ai turisti stranieri non è stato torto un capello. Ma il fatto che l'insurrezione dei poliziotti sia stata simultanea in caserme lontane tra loro indica che devono esserci stati una organizzazione e un coordinamento. Negli ambienti giornalistici e diplomatici del Cairo si fa notare che la sollevazione degli agenti non è stata soltanto di natura sindacale, una protesta contro il presunto allungamento del periodo di ferma e contro il basso soldo (di circa 12 mila lire al mese), ma anche una sommossa istigata da movimenti politici. Corre voce che in tasca a molti degli oltre 2 mila rivoltosi catturati, che verranno processati per direttissima, sono state trovate banconote da 10 o addirittura da 50 sterline egiziane, cioè l'equivalente o il quintuplo di un loro stipen- di0" Tito Sansa

Persone citate: El Baz, Holiday, Jolie Ville, Mubarak, Mustafà Kamal