Lo zucchero inglese fa gola a Ferruzzi di Ugo Bertone
Lo zucchero inglese fa gola a Ferruzzi British Sugar nega le trattative, «no comment» del gruppo di Ravenna Lo zucchero inglese fa gola a Ferruzzi Un potenziale affare da 400 miliardi - L'acquisto della società britannica si inserisce in un piano di riordino del settore nella Cee - In palio anche la produzione di benzina con l'etanolo MILANO — L'impero Ferruzzi attraverserà, la Manica? Da Londra rimbalzano le voci di un'avviata trattativa per l'acquisto della British Sugar (giro d'affari '85 di quasi 1.500 miliardi di lire, 4 mila dipendenti, il 60% del mercato saccarifero britannico) da parte del colosso di Ravenna destinato cosi a consolidare il suo primato europeo (tra Béghln-Say ed Eridania Gardini controlla già più di un quinto dello zucchero nella Cee). Da Londra 11 portavoce della Berisford (11 gruppo che controlla la quasi totalità delle azioni della compagnia saccarifera) ha seccamente smentito l'esistenza di trattative per la cessione della controllata. Da Ravenna i portavoce di Gardini si trincerano dietro un diplomatico non comment». Eppure, al di là della cortina del silenzio ufficiale, qualcosa sembra muoversi anche se le anticipazioni rischiano di bloccare la trattativa nella fase più delicata. Innanzitutto, gli stessi dirigenti della Berisf ord hanno riconosciuto nei giorni scorsi la possibilità di una cessione della British Sugar e da mesi sono in corso contatti con più potenziali acquirenti (tra cui l'americana Cargyll). Inoltre, il gruppo Ferruzzi è insolitamente attivo sulla piazza finanziaria londinese in questi giorni ove la locale filiale Comit sta svolgendo un'attiva opera di collocamento dei titoli Agricola presso investitori istituzionali britannici. Propalo la Comit, con la collaborazione della banca d'affari First Boston-Crédit Suisse (che ha curato le principali operazioni finanziarie internazionali delle società italiane sulla piazza di Londra nel corso degli ultimi anni) sarebbe stata incaricata di seguire gli aspetti finanziari della trattativa con la Berisford (la British Sugar è valutata poco meno di 400 miliardi). Al di là delle indiscrezioni sulla complessa partita finanziaria, comunque, c'è l'indubbia convenienza per il gruppo di Ravenna a potenziare il suo primato agricolo a livello Cee. L'Eridania (è stato varato un aumento dl capitale per un importo di 243 miliardi) dispone di ingente liquidità che non si è certo esaurita con l'acquisto della maggioranza Béghin-Say. Grazie a questi mezzi Raul Gardini intende proporsi come il grande leader della ristrutturazione, attraverso tagli di impianti e concentra' zione produttiva, che il settore a livello Cee (la Comunità è il maggior produttore mondiale di zucchero) dovrà af¬ frontare per ridurre l'enorme quota (circa 2 milioni dl tonnellate) di prodotto che giace nei magazzini comunitari. Ma soprattutto, attraverso il controllo dello zucchero, Gardini avrà una carta in più per giocare la partita dell'etanolo, ovvero la produzione di benzina derivata dalle eccedenze di cereali e di bietole. E' una partita strategica di enorme importanza in cui si confrontano interessi enormi, quali quelli dell'industria petrolifera, (è nota l'ostilità dell'Eni al progetto) o di quella chimica. Alla battaglia Gardini si prepara con alleanze indù striali (soprattutto con il pre siderite della Montedison Mario Schlmberni) e con 1 produttori. Dalla sua sono i bieticoltori italiani (coinvolti nell'operazione di rilancio degli impianti ex Moritesi e sottoscrittori a migliaia delle azioni Eridania a loro riservate) e francesi. Il presidente dei bieticoltori francesi, Georges Garinois, siede nel consiglio Béghin-Say in rappresentanza di una quota consistente di capitale detenuta dal coltivatori. Manca solo il tassello inglese (una carta da 400 miliardi), Insomma, perché Gardini possa affrontare nelle condizioni migliori la competizione per l'etanolo. Ugo Bertone
Persone citate: Ferruzzi, Gardini, Georges Garinois, Mario Schlmberni, Raul Gardini
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