Due guardie di finanza e un poliziotto arrestati per traffico di preziosi reperti
Due guardie di finanza e un poliziotto arrestati per traffico di preziosi reperti Siracusa, in carcere anche altre sette persone, riserbo sull'operazione Due guardie di finanza e un poliziotto arrestati per traffico di preziosi reperti SIRACUSA — Due militari della Guardia di Finanza, un agente di Polizia ed altre sette persone sono state arrestate nel capoluogo siciliano per un vasto traffico di reperti archeologici. L'operazione dei carabinieri si è svolta a Siracusa ed in tre paesi della stessa provincia: Solarino, Floridia e Canicattini Bagni. E' scattata simultaneamente nel rioni dove abitano i dieci accusati che sono stati interrogati poco dopo dai sostituti procuratori della Repubblica, Dolclno Favi e Roberto Permisi. Le due guardie di Finanza e l'agente di Polizia sono stati successivamente accompagnati nel carcere militare di Forte Boccea a Roma. Gli altri sette sono stati rinchiusi nel carcere giudiziario di Siracusa. Sull'azione che è stata preceduta da lunghe indagini e pedinamenti, gli investigatori mantengono un rigoroso silenzio, anche perchè si prevede che possa avere clamorosi sviluppi nelle prossime ore e coinvolgere altre persone insospettabili. E' rimasta segreta persino l'identità dei dieci indiziati finiti in carcere. L'iniziativa dell'indagine è partita dalla procura della Repubblica di Siracusa che ha emesso gli ordini di cattura. Gli investigatori — oltre a non rivelare l'identità degli arrestati e di altre persone ricercate o soltanto sospettate — non hanno nemmeno precisato quali capi d'imputazione siano stati contestati. E' stato invece confermato il sequestro di molti «pezzi» provenienti da scavi clandestini effettuati nelle zone archeologicamente ricchissime dell'antica Siracusa. Tra i reperti requisiti figurerebbero anche alcuni preziosi bronzetti di grande valore che avrebbero potuto facilmente essere collocati sul mercato •nero» dell'arte. Sull'arresto dei tre militari circola la voce secondo cui 1 tre avessero venduto del materiale sequestrato ai tombaroli e ad alcuni professionisti noti per avere portato all'estero materiale archeologico di grande valore. Alcuni reperti inoltre sarebbero stati rapinati qualche tempo fa nell'abitazione di un possidente siracusano.
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