Le due torri filippine sul bastione americano

Le due torri filippine sul bastione americano Le due torri filippine sul bastione americano Dietro la condotta Usa, l'importanza strategica delle basi di Subic Bay e Park - La Maginot di isole dal Giappone all'Indonesia ...i^. guawy-1 DALLA REDAZIONE 01 WASHINGTON WASHINGTON — Da sabato scorso, quando, con la rivolta di Enrile e di Ramos, Si aggravò il pericolo di una guerra civile nelle Filippine, le due basi militari americane di Subic Bay e Clark sono in «un più alto stato di preallarme». Nella graduatoria delle emergenze del Pentagono, e questa la misura minima prevista per le crisi: l'ha ordinata un esperto dell'Estremo Oriente, l'ammiraglio Crome, capo di Stato Maggiore delle Forse Armate Usa, ex capo della Settima Flotta, quella del Pacifico. Crome ha cosi voluto indicare da una parte la fiducia degli Usa nel popolo filippino, dall'altra la loro determinazione a difenderle in caso di necessità. Al Pentagono, Subic Bay e Clark sono ritenute insostituibili, e Reagan, nella sua conferenza stampa di due settimane fa, le ha definite «di enorme importanza strategi¬ ci» omnu > > wkihh «i ca». Crome ne ha illustrato succintamente le ragioni: •Sono al centro del nostro bastione difensivo del Pacifico, dal Giappone all'Indonesia». Con la sola eccezione della Corea del Sud, questo •bastione: che correva sulla terraferma, fu trasferito sulla catena di isole che da Tokyo va a Qiakarta dopo la guerra del Vietnam, e la perdita dell'intera Indocina. Per gli Stati Uniti, ha aggiunto Crome, dalle Filippine dipende anche il controllo di alcuni dei 16 stretti internazionali attraverso i quali passano i rifornimenti per l'Occidente, come ha sottolineato Reagan. Finché sono rimasti in Vietnam, gli americani hanno fatto perno soprattutto su Cam Ranh, che oggi è una base sovietica considerata dalla Cina una spina nel suo fianco meridionale. Se perdesse anche Subic Bay e Clark — e il Pentagono è convinto che esse siano i veri obiettivi della puerrifflia comunista nelle Filippine — Washington non riuscirebbe più a contenere la penetrazione dell'Urss nel Pacifico. La Cina e l'Asean, l'Associazione dei Paesi del SudEst asiatico, della quale fa parte Manila, si troverebbero d'improvviso senza protezione. L'altra grossa base americana, Guam, è a alcune migliaia di km di distanza; Singapore, che rappresenterebbe un'alternativa, è troppo a Sud. Per gli Stati Uniti, la Cina e l'Asean, il bastione difensivo Usa lungo le isole è una sorta di Linea Maginot contro gli enormi arsenali russi in Asia. In Giappone, Washington ha oltre 52 mila soldati, 92 cacciabombardieri e porti per la Settima Flotta. Nelle Filippine ha circa 16 mila uomini e 48 cacciabombardieri: molti di meno, cioè, ma Subic Bay è il principale punto di riferimento della Settima Flotta, con le sue tre portaerei, le sue 23 unità da guerra, i suoi 20 sommergibili e le decine di navi scorta. La base ospita inoltre poligoni di tiro (a Crom Valley e a Zambales); e, dal punto di vista dello spionaggio elettronico, radar e computer. La presenza americana più massiccia si registra in Sud Corea, con 41 mila soldati e 186 aerei. Ma quelle forze Usa sono valutate a parte, perché assorbite dal confronto tra Coree. Prima della destituzione di Marcos, il Pentagono intendeva rafforzare le due basi filippine, in risposta al potenziamento della flotta sovietica nel Pacifico. «Senza dubbio — ci ha detto l'ex ambasciatore americano a Roma Gardner — la necessità almeno di non perderle ha contribuito a spingere la Casa Bianca verso la signora Aquino, appena si è capito che Marcos era spacciato». Al Congresso, tuttavia, gli eventi., di Manila ìianno spinto un gruppo di parlamentari. a chiedere uno studio su possibili alternative. L'e alternative sono le stesse che indussero Carter, un feroce critico di Marcos, a pagare cifre enormi, nel '79, per non spostare le basi: Guam, Singapore, Okinama, e, ancora più lontano, Perth in Australia. «Uno spostamento costerebbe tra 4 e 8 miliardi di dollari — ha dichiarato l'ammiraglio Crome — e causerebbe grossi problemi politici. Aprirebbe inoltre una falla spaventosa attraverso la quale l'Urss potrebbe passare con irrisoria facilità».

Persone citate: Aquino, Enrile, Gardner, Ramos, Reagan, Subic Bay