Il divorziato non insegnerà religione

Il divorziato non insegnerà religione Le prime decisioni dei vescovi per l'applicazione delle norme del Concordato Il divorziato non insegnerà religione I maestri delle elementari e delle materne dovranno seguire un corso di aggiornamento entro 1*87 - La Cei non accetta l'accordo sulla scelta autonoma a 14 anni, ma aggiunge: «Non vogliamo litigare con l'Italia» CITTA* DEL VATICANO -1 divorziati non potranno insegnare la religione cattolica nelle scuole pubbliche. E' questa una delle decisioni prese dal vescovi Italiani, riuniti in assemblea straordinaria alla «Domus Mariae», e Illustrata Ieri da mons. Giuliano Agresti, «ordinario» della diocesi di Lucca. Spetta a ogni singolo vescovo concedere o revocare l'idoneità agli insegnanti di religione, in base all'intesa firmata il 14 dicembre dal Card. Ugo Poletti, presidente della Cei, e dal ministro della Pubblica Istruzione Franca Falcucci. L'assemblea ha stabilito 1 tre casi di revoca: accertata e grave carenza circa la retta dottrina cattolica; la mancanza di abilità pedagogica; comportamento morale notoriamente contrario alla disciplina cattolica. •£' indubbio — ha detto — che si porrà una questione di principio. Non è accettabile che un divorziato insegni la religione cattolica, che prevede l'indiasolubilità del matrimonio. Se si porranno dei casi personali, saranno esaminati volta per volta*. Molti dei circa ventimila insegnanti di religione già In servizio sono sacerdoti, ma la percentuale del laici sta crescendo. E l'allargamento alle elementari e alle materne dell'ora di religione porrà problemi nuovi su grande scala. In questi due ordini di scuola, insegnante di religione e insegnante di classe possono essere la stessa persona; e il controllo della loro affidabilità, secondo i canoni di comportamento della morale cattolica, rischia di non essere un'impresa facile. La •migliore qualità» dell'insèBVìam'éntóV havàmniesso Mons.: Agresti, «resta iljpro^ blèmìtpl'ù^gl-ossò'dupàrWnó? stra*. Gli insegnanti delle elementari e delle materne, che vogliano Insegnare la religione, dovranno fare un corso di aggiornamento obbligatorio entro l'87.1 vescovi, alla fine della discussione dovranno votare su cinque temi, o schede. La prima riguarda 1 programmi (da ridefinire, o inventare) per 1 vari ordini di scuola. Poi viene l'approvazione e il nulla osta dei libri di testo. Terzo punto è quello dell'Idoneità degli insegnanti, mentre le ultime due schede riguardano gli Istituti religiosi abilitati a qualificare i docenti, e 1 titoli accademici validi allo stesso scopo. «/ corsi di formazione teologica attuale — ha detto Mons. Agresti — non saranno sufficienti. Dovranno essere riformati in base a un nuovo programma*. In particolare sul problema delle materne e delle elementari si è soffermato il segretario della Conferenza, Mons. Egidio Caporello, che ha rilevata injvun intervento scritto *ie distanze esistenti ormai da anni fra gli educatori e le educatrici di questa scuola e le strutture della Chiesa, distanze che vanno ora colmate*. Mons. Agresti ha negato che 1 vescovi Italiani accettino l'accordo, raggiunto dal partiti della maggioranza e dal pei a gennaio, sull'abbassamento a quattordici anni dell'età in cui gli alunni possono scegliere da soli se se¬ guire o no i corsi di religione. Abbiamo promesso di non litigare con l'Italia — ha aggiunto — e abbiamo ingoiato altri rospi pur di perseguire il bene comune. Noi vescovi non abbiamo la volontà di litigare con il Parlamento, ma la Cei difenderà le sue posizioni finché potrà*. Mons. Agresti ha confermato, In attesa di dati precisi ed ufficiali, la tendenza dei genitori a iscrivere i ragazzi (fino alla terza media) all'ora di religione. E confortati da questa- 'risposta piuttosto ampia* i vescovi si batteranno perché siano le famiglie a decidere fino al limite dei diciotto anni. *La Chiesa pensa che tutta una forma di vita adolescenziale in Italia non sia autosufficiente. Bisogna stare con i ragazzi per vedere quante volte sono plagiati, sono stravolti, fragili*. La Cei sta difendendo le sue posizioni nella commissione paritetica e continuerà a difenderle. Durante la discussione fra i partiti, i vescovi avevano fatto sapere di essere disponibili a un com¬ promesso sul sedici anni, ma: la tesi dei quattordici anni ha prevalso. La de non viene, messa sotto accusa: 'Credo, che abbia fatto il possibile. D'altronde abbiamo detto di volere una collaborazione fra Stato e Chiesa, cerchiamo di raggiungere gli obbietivi trattando. Cercheremo di non far fare altre vignette sul ministro della Pubblica Istruzione*. Nel pomeriggio, dopo la discussione sulle schede, si è cominciato a parlare di retribuzione del clero. E' stata let-. ta la relazione preparata da Mons. Attillo Nlcora. A tutti 1 vescovi 11 presidente della" Caritas, Mons. Mario Castellano, ha inviato una lettera per ricordare che 1 beni della Chiesa sono sempre stati de-. stlnatl «a tre precise finalità:., il culto divino, il sostentamento del clero e i poveri*. E per chiedere alle diocesi che 'nella nuova struttura si abbia riguardo per i giovani emarginati, per gli anziani, specie se soli, e per gli immigrati del Terzo Mondo. Marco Tosattl

Persone citate: Agresti, Card, Egidio Caporello, Giuliano Agresti, Mario Castellano, Ugo Poletti

Luoghi citati: Italia, Lucca