Cinque negozianti contro la Regione
Cinque negozianti contro la Regione Non vogliono essere sfrattati Cinque negozianti contro la Regione Accusano: illegale la ristrutturazione del palazzo di via Principe Amedeo La Regione vuole tutto per sé il palazzo di via Principe Amedeo angolo via San Francesco da Paola, dove ha sede l'assessorato all'ecologia, una volta proprietà dell'Enalc (Ente nazionale per il commercio). Cosi ha deciso di sfrattare i cinque negozi al piano terreno: un bar, una tabaccheria, un incisore, un negozio di lane e uno di abbigliamento. Ma gli affittuari, assistiti dagli avvocati Barosio e Caldano, si oppongono: sostengono che un'azione del genere ucciderebbe le loro piccole aziende, che la Regione non ha alcuna necessità dei locali in cui lavorano da anni, e, cosa più curiosa, che il Comune di Torino avrebbe con cesso illegalmente la licenza a ristrutturarli e trasformarli in locali per il pubblico. Circa la prima tesi ricordano che la Regione dispone già in via San Francesco da Paola di 4500 metri quadrati per uffici, più altri 800 nel cantinato per l'archivio: ciascuno dei 78 addetti dell'assessorato all'ecologia dispone, già oggi, di circa 60 metri quadrati, una superficie enorme che nessun impiegato di azienda pubblica o privata ha oggi a disposizione. Neppure sarebbe valida l'ipotesi della necessità di ubicare locali per il pubblico al piano terreno: l'assessorato all'ecologia ha normali rapporti col pubblico paragonabili a quelli di un qualsiasi studio professionale. Sulla illegalità della licenza edilizia del 17 ottobre 1984, che consentirebbe di rìstrut turare anche il piano terreno (nel '78 1 negozi erano stati lasciati tali, quando si era adattato il resto del palazzo a uffici), esiste un ricorso al Tar. In pratica, il programma di attuazione relativo all'isolato compreso tra via San Francesco da Paola e via Principe Amedeo non prevede la realizzazione di un palazzo esclusivamente di uffici. Inoltre la concessione edilizia, peraltro priva di moti vazione, prevede che le opere inizino entro un anno (termi ne disatteso) e che sia chiesto preliminarmente nulla osta dei vigili del fuoco e della Soprintendenza ai monumenti (cosa non fatta). g. b
Persone citate: Barosio, Caldano
Luoghi citati: Comune Di Torino
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