A Wall Street quota 2000 non è più un miraggio di Ennio Caretto
A Wall Street quota 2000 non è più un miraggio Il mercato dei titoli Usa è esploso guadagnando 25 punti in una sola giornata A Wall Street quota 2000 non è più un miraggio Anche la flessione del dollaro, che si prevede spingerà l'export, aiuta la borsa - I giapponesi sono in allarme WASHINGTON — In una settimana dominata da una nuova caduta del dollaro prima e da un ulteriore crollo del petrolio poi (a New York ha chiuso la settimana a 13,53 dollari il barile), la Borsa ha finito per emergere come la grande protagonista dell' economia Usa. L'indice Dow Jones dei titoli industriali ha sfiorato venerdì l'incredibile quota dei 1700 punti, 400 in più di sei mesi fa, un'ascesa spettacolare e senza precedenti. Dopo il ruzzolone di mercoledì, causato dal monito del governatore della banca centrale, Volcker, che gli interessi non scenderanno, Wall Street è letteralmente esplosa guadagnando 25 punti in una sola giornata. Molti agenti di Borsa non considerano più un miraggio quota 2000, anche se le inevitabili corse ai profìtti di realizzo ostacoleranno periodicamente la scalata. Testimoniando al Congresso sulle flessioni del dollaro, cinque insigni economisti la hanno additata come una delle ragioni del «boom» della Borsa. 'Essa incentiverà le esportazioni e quindi la produzione — hanno spiegato — contribuendo a ridurre il deficit della bilancia commerciale da una parte e ad accrescere il gettito fiscale dall'altra, cosa che a sua volta contribuirà a ridurre anche il disavanzo del bilancio dello Stato». La ragione principale dell'ascesa di Wall Street è considerato comunque 11 calo dei prezzi del petrolio, che taglierà i costi energetici e dunque industriali, e manterrà bassa l'inflazione: a media scadenza, il suo effetto potrebbe tradursi in un ribasso degli interessi, nonostante il monito di Volcker. Sull'andamento del dollaro, gli esperti americani sono però rimasti divisi. La tempesta di questa settimana non ha spaventato i cosiddetti deprezzatori, capeggiati dal ministro del Tesoro Baker: essi vogliono un'altra graduale svalutazione della moneta Usa. Ha indotto invece I cosiddetti apprezzatori, guidati da Volcker, a dare l'allarme: essi desiderano una rivalutazione, e la motivano con la necessità di prevenire una spirale inflazionistica. Gli apprezzatori hanno ora l'appoggio del Giappone, che ha visto il dollaro scendere da 240 yen a settembre a meno di 180 mercoledì scorso, e teme la contrazione del suo export. Il presidente della Confindustria giapponese Inayama ha denunciato il pericolo «di un terremoto sui mercati». In questo agitato panorama monetario, una delle note più positive l'ha fornita la lira, che si è dimostrata straordinariamente stabile e che ha recuperato parecchio terreno in confronto ad alcune monete forti, come il franco svizzero Il dollaro stesso che sembrava dover ri salire sopra le 1600 lire, in una settima na è sceso da 1593 a 1575. I cambisti ritengono che la moneta Usa abbia supe rato il peggio, ma che la sua tendenza a deprezzarsi non si sia esaurita. Essi prevedono un periodo di incertezza di due o tre mesi, in cui i fattori determinanti saranno la ripresa dell'economìa Usa e le trattative per una riforma monetaria internazionale: se entrambe procederanno per il meglio, la posizione del dollaro dovrebbe consolidarsi. Contro l'euforia per il crollo dei prezzi petroliferi, che secondo alcuni rischiano dì scendere sotto i 13 dollari al barile nei prossimi giorni, si sono scagliate insieme le correnti di Baker e di Volcker. Sia il ministro del Tesoro sia il governatore della Riserva Federale, pur non negando che tale crollo arreca benefici alle potenze industriali, hanno sottolineato che la crisi minaccia di mandare in bancarotta alcuni Paesi produttori. Ieri il Messico, il più pericolante, è uscito allo scoperto. In un discorso alla tv, il presidente De la Madrid ha chiesto ai governi e alle grandi banche stranie re un drastico alleggerimento degli in teressi a carico del suo Paese, circa 10 miliardi di dollari l'anno: De la Madrid renderà pubbliche le sue richieste domani. Ennio Caretto
Persone citate: Baker, De La Madrid, Volcker
Luoghi citati: Giappone, Madrid, Messico, New York, Usa, Washington
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