I due volti dello «Scudo» Ardua scelta per l'Italia

I due volti dello «Scudo» Ardua scelta per l'Italia Come aderire all'Iniziativa di Difesa Strategica americana I due volti dello «Scudo» Ardua scelta per l'Italia Governo e Parlamento dovranno presto decidere se firmare un accordo per un trasferimento di tecnologie o se spingersi fino a una intesa specifica sulla SPI -1 vantaggi per le difese europee ROMA — // governo e il Parlamento avrebbero dovuto decidere sull'adesione dell'Italia all'Iniziativa di Difesa Strategica americana (SDÌ) tra novembre e dicembre dello scorso anno. Dopo il no di Parigi (ma le industrie francesi potranno collaborare alla ricerca sullo scudo stellare), il si della Gran Bretagna e la firma di un •memorandum of understanding» tra Londra e Washington, dopo il si sofferto e qualificato della Germania Federale (minimizzato il significato politico della decisione, sottolineati gli aspetti legati allo sviluppo tecnologico dell'industria tedesca), l'Italia è rimasta l'unico importante alleato a dover ancora definire il proprio atteggiamento. Motivi politici hanno provocato il ritardo, e il tormentato iter della legge finanziaria ha certo avuto il suo peso. Ma i tempi sono ormai diventati molto stretti ed è quindi probabile che lo «scudo stellare, di Reagan entri tra ì temi della prossima verifica L'obiettivo è una intesa tra i partiti della coalizione che il governo possa presentare al Parlamento per l'approvazione. La scelta appare scontata nel si alla partecipazione delle industrie italiane al programma di ricerca americano. Rimane l'incertezza se limitarsi a un accordo sul trasferimento delle tecnologie, nel quale sia in qualche modo compreso e stemperato quello sulla SDÌ (un po' sulla linea della Germania Occidentale), oppure se spingersi a concludere a un accordo specifico sulla SDÌ in cui sia ovviamente inclusa anche la collaborazione industriale e tecnologica. Vn altro elemento d'incertezza è su chi debba firmare l'accordo con gli Stati Uniti: il ministro degli Esteri Andreotti (e in questo caso verrebbe enfatizzato l'aspetto politico dell'adesione) oppure il ministro della Difesa Spadolini (sottolineando cosi l'aspetto tecnico-militare)? Naturalmente, vi è un concreto interesse delle industrie italiane a salire comunque sul treno dello sviluppo delle cosiddette tecnologie di punta. Ma vi è un altro aspetto, indirettamente collegato al negoziato sul controllo degli armamenti e alla proposta di disarmo del Segretario del pcus Gorbaciov, che rende la scelta particolarmente interessante. Vediamo perché. Lo sviluppo delle tecnologie per la realizzazione di un sistema di difesa strategica porta alla possibilità di una applicazione di quelle stesse tecnologie a sistemi d'arma — non più nello spazio, ma basati a terra — che consentano un significativo potenziamento della difesa convenzionale dell'Europa. Non tanto, o non solo, quindi, sistemi capaci di neutralizzare i missili balistici, ma sistemi in grado di rivoluzionare la difesa aerea e controcarro del dispositivo militare europeo. In effetti, la possibilità che i Paesi europei riescano a conservare gli elementi essenziali della dissuasione, e a } dur- re i mezzi necessari alla credibilità della loro difesa e al mantenimento del loro quadro di sicurezza, non va sottovalutata. Soprattutto nell'ipotesi che le due superpotenze riescano a trovare un accordo nell'ambito del negoziato di Ginevra per la progressiva eliminazione di tutte le armi nucleari, comprese quelle oggi schierate nel teatro operativo europeoIn questa ipotesi, che si spera collegata ad accordi di riduzione delle forze convenzionali e a misure, pienamente verificabili, in grado di accrescere la reciproca fiducia e abbassare il livello del confronto militare tra le due alleanze, la possibilità di poter disporre di armi con un'alta capacità di difesa rappresenta una prospettiva che va attentamente esaminata e, se necessario, concretamente perseguita. In particolare, se esse potessero effettivamente assumere quella funzione dissuasiva che le forze convenzionali di oggi non possono, da sole, svolgere con sufficiente credibilità. In un futuro, forse non lontano, i Paesi occidentali europei potrebbero trovarsi nella condizione di dover contare, molto più di oggi, sulle loro capacità di perseguire i loro giusti obiettivi di sicurezza, rimanendo comunque inalterata la realtà geostrategica del continente. Forse non è senza significato che nella proposta Gorbaciov per un disarmo nucleare entro l'anno Duemila siano compresi anche quei sistemi basati su principi fisici particolari. Cioè proprio quei sistemi come laser ad alta energia laser a elettroni veloci » can noni elettromagnetici che offrono le maggiori prospettive di applicazione alla difesa convenzionale dell'Europa. Maurizio Cremasco

Persone citate: Andreotti, Gorbaciov, Maurizio Cremasco, Reagan, Spadolini