Presto saranno in libertà 248 terroristi di Roberto Martinelli

Presto saranno in libertà 248 terroristi Presto saranno in libertà 248 terroristi (Segue dalla V pagina) Il ventaglio dei pareri sull'amnistia registra un intervento del ministro della Difesa Spadolini che ha ribadito il suo «no»: «Portare di amnistia oggi non ha giustificazione alcuna e ipotizzare che essa possa comprendere qualsiasi reato di terrorismo è fuori di qualunque ragione politica e non solo politica-. Francesco Paolo Bonifacio, presidente della commissione affari costituzionali del Senato è categorico nel ritenere improponibile oggi un atto di clemenza, in quanto «sono andate distrutte le basi psicologiche di una tale decisione-. <<Per concedere un'amnistia — ha detto — occorre un grande consenso dell'opinione pubblica in mancanza del quale la via della clemenza non è praticabile-. Luciano Violante, già magistrato ed ora vicepresidente della commissione giustizia della Camera ricorda invece che le tesi per il congresso approvate dal comitato centrale del pei già prevedono la possibilità di un provvedimento di indulgenza. -A mio parere — ha aggiunto — se ne può discutere concretamente a condizione che venga approvata la delega per il nuovo processo penale e le riforme dell'ordinamento penitenziario e dei cosiddetti delitti dei pubblici amministratori. L'amnistia e l'indulto non debbono riguardare però le corruzioni amministrative e politiche ed è indispensabile affrontare alcuni gravi problemi sociali prevedendo ad esempio l'estinzione della pena per i tossicodipendenti che si siano già disintossicati o che accettino di disintossicarsi se il trattamento ha poi esito positivo-. Sul fronte del terrorismo. Violante ha suggerito di individuare con chiarezza il concetto di «dissociazione». E' possibile che il tema amnistia venga discusso anche dal nuovo Consiglio superiore della magistratura che si insedierà il 6 marzo. Nino Abbate, il magistrato che ha raccolto il maggior numero di voti, dice: -Mi pare che parlare oggi di amnistia senza una analisi serena degli eventi che hanno contraddistinto gli ultimi dieci anni di vita del Paese sia un fatto prematuro. Ferma restando la necessità di vagliare e giudicare in senso positivo gli atteggiamenti di quanti si sono dissociati dalla violenza e da qualsiasi forma eversiva, diventa estremamente pericoloso invocare una strada definitiva senza avere prima considerato gli sviluppi e analizzato in maniera serrata le conseguenze di ordine generale e particolare-. In passato, il ministro della Giustizia Martinazzoli si era pronunciato contro l'amnistia come soluzione del problema delle carceri, osservando come nel giro di due o tre mesi l'affollamento carcera¬ rio, come l'esperienza insegna, torna ai livelli di prima con l'aggravante che l'immagine della giustizia ne esce offuscata. Nessuna nuova presa di posizione, ma al ministero si fa osservare che si sta lavorando nella direzione molto concreta di riforme radicali per la crisi della giustizia: a cominciare dal nuovo processo penale a tutte quelle Innovazioni destinate a rivitalizzare la macchina giudiziaria del Paese. Roberto Martinelli

Persone citate: Francesco Paolo Bonifacio, Luciano Violante, Martinazzoli, Nino Abbate, Spadolini