Gorbaciov e il gigante inerte di Frane Barbieri
Gorbaciov e il gigante inerte Le riforme al centro del congresso pcus che si apre martedì Gorbaciov e il gigante inerte Il XXVII Congresso del pcus è destinato a diventare il Congresso di Gorbaciov, come il XVI fu di Stalin, il XX di Kruscev c il XXIII di Breznev. Rappresentano la conferma liturgica di un potere personale acquisito. Sotto questi aspetti le assise, che fra due giorni si aprono al Cremlino, non sembrano promettere sorprese, risolte in anticipo come tutti i Congressi comunisti. Ciò nonostante, nessun consesso del pcus aveva destato tanto interesse, né era diventato un evento di importanza mondiale, come questo (il XX Congresso krusceviano lo era diventato a posteriori). La ragione sta nel fatto che, essendo conosciuto il trionfatore, non si sa tuttora bene chi sia. Non si conoscono i suoi effettivi orientamenti e progetti. Si •specula e si aspetta di scoprire: Gorbaciov sarà un nuovo Kruscev, un nuovo Dubcck, un nuovo Deng, magari un nuovo Lenin o un Marx dell'epoca moderna? Da quello che ha fatto e che è andato predicando in preparazione del Congresso, diremmo che Gorbaciov, più che gli illustri antenati marxisti, richiama Lee Iacocca, in variante sovietica. Non vuole essere un deprezzamento, tanto meno un'offesa. A modo del manager risanatore della Chrysler americana. Gorbaciov guarda all'Urss come a un'enorme impresa dissestata, prima che ad una società la quale ha mancato i suoi obiettivi ideologici. Forse anche di più: trova che l'impresa Urss non ha funzionato perché legata da troppi miti ideologici. Il nodo del Congresso sta infatti in un sostanziale capovolgimento dei ruoli e delle precedenze nel sistema. Il consigliere di Gorbaciov in materia economica, il professor Bogomolov, rivendica «livio precisa linea di demarcazione tra gestione economica e direzione politica». Gli econo¬ misti di Novosibirsk, coordinati dall'accademico Agambeghian, oggi preferiti ai soloni dell'Accademia di Mosca, hanno denunciato pure l'indebita sopraffazione dell'economia da parte della politica. Suggeriscono pure cuna strategia sociale diretta a mobilitare i gruppi interessali al cambiamento e a immobilizzare anelli che possono impedirlo». Il rapporto di Novosibirsk e stato acquisito tra gli atti strategici del disegno gorbacioviano. Ha ispirato le campagne precongressuali, ridotte dalla Pravda in termini propagandistici. Un editoriale indica gli «ostacoli» che starebbero sulla strada indicata dal plenum d'aprile, quello che ha lanciato la linea Gorbaciov. chiamata appunto (di vento d'aprile». Sono: «ti retrogradi, i parolai, i burocrati, i millantatori e i corruttori». Identificati tutti nella lettera di un operaio all'organo del pcus come ola cappa inerte della burocrazia di parlilo». Dai livelli alti, accademici e gerarchici, fino alla propaganda volgare si delinea un fronte di scontro fra potenti raggruppamenti, per non dire un vero e proprio scontro di classe. L'azione di «pulizia», come la qualifica un titolo della stessa Pravda, ha dato i primi esiti della battaglia. Una serie di esautorazioni, sconfessioni e pensionamenti forzati. Alcuni del fronte «retrogradoii hanno tuttavia retto all'assalto, come Scerbi tzky. Kunaev e Ponomariov, per parlare dei più importanti. Sotto un apparente unanimismo emergono anche adesso i motivi che hanno fatto crollare finora tutti i disegni di riforme. Le élites politiche vengono mosse alla resistenza dalla paura che un certo grado di autonomia delle imprese, una certa dialettica economica e di mercato. Frane Barbieri (Continua a pagina 2 In ottava colonna)
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