Una rarità di prosa tv l'Enrico IV con Benassi di Ugo Buzzolan

Una rarità di prosa tv l'Enrico IV con Benassi Raitre, confronto con la versione trasmessa ieri Una rarità di prosa tv l'Enrico IV con Benassi E' cambiata molto la programmazione del sabato rispetto a qualche anno fa. Di regola c'era la rivista, finita la quale in pratica era finito tutto. Adesso la programmazione è assai più ricca e ammannisce persino prelibatezze e ricercatezze. Stasera il varietà è assicurato con la ti esposizione tv dal palcoscenico di Taxi a due piazze, farsa delle sorprese e degli equivoci (Johnny Dorelli fra Martine Brochard e Paola Quattrini), con la presenza di Pentatlon e di Bongiorno scacciati dalla sede consueta per via della cagnara internazionale di giovedì. Questo per la dimensione frivola. Ma la dimensione dell'intrattenimento raffinato non è da meno, anzi. La Rai offre tre pezzi di prlm'ordine: un eccezionale Kurosawa di cui si parla a parte, un grandioso Mahler diretto da Bernstein — l'ottava sinfonia detta «dei mille., monumentale, affascinante, della dura ta di un'ora e mezzo, con soli, doppio coro misto e coro di voci bianche — e infine, pur troppo in concomitanza con Kurosawa, una rarità di prosa tv, Enrico IV di Pirandello girato in studio nel '56 con regia di Claudio Fino, protagonista Memo Benassi attorniate da Paola Borboni, Lui sella Boni, Mario Scaccia Franco Volpi. Anzitutto c'è il paragone con l'Enrico /V trasmesso ieri sera, regia di Giorgio De Lui lo, edizione '79 della compa ghia dell'Eliseo, in cui protagonista era Romolo Valli. Ma 11 motivo principale di interesse è la presenza di Memo Benassi, e questo Enrico IV è l'unico documento vivo che ci rimane di lui (esistono alcuni film minori Anni 30 e 40 dove l'attore ha ruoli secondari; e poi il cinema mal gli si adattava), un documento registrato alla fine del '56 pochi mesi prima della morte avvenuta nel '57. Forse 11 nome di Benassi dice poco alle nuove generazioni, ma dice moltissimo a chi se lo ricorda per anni interprete di punta sul palco¬ scenico. Aveva studiato musica e stava per entrare in orchestra come violoncellista, ma d'improvviso — con un suo tipico scarto di indirizzo e di vita — entra nella compagnia di Gualtiero Tumiati e nel '21 è accanto a Eleonora Duse che ritorna alle scene dopo lunga assenza: e come attor giovane (Donna del mare, Città morta, Spettri) emerge d'impeto e prepotenza. Morta la Duse, inizia la carriera di prim'attore: sul filo del rasoio tra reminiscenze dei mattatori principio secolo e apertura verso una recitazione moderna, interiore, tormentata, Benassi si impone per estrosità e intelligenza (memorabile un suo Amleto con 1.Essere o non essere, detto da seduto davanti ai pezzi di una scacchiera). Sino all'ultimo è stato un interprete imprevedibile, dai continui alti e bassi di umori e di temperamento: ma la sua straordinaria maschera fortemente segnata, la sua voce duttile ora morbida ora stridula, la sua irresistibile inclinazione al grottesco e all'eccentrico gli hanno sempre dato, in ogni caso, un posto di spicco e di originalità. Prendiamo l'edizione di stasera per quella che è, realizzata tra Impacci tecnici nel periodo pionieristico della tv: ma a scorci e a lampi, nel sarcasmo tagliente e nella tenerezza desolata della «follia, pirandelliana, la grandezza dell'attore è ancora tutta riconoscibile. Ugo Buzzolan