Quando la fonte è iI Kgb

Quando la fonte è II Kgb Quando la fonte è II Kgb Un settore della polizia segreta sovietica si occupa della disinformazione - Una falsa lettera di Reagan al re Juan Carlos sull'ingresso della Spagna nella Nato - Lo «scoop» sul progetto per rilanciare l'immagine di Carter - Guerra di notìzie manipolate nel Medio Oriente - Agenti infiltrati con le credenziali di giornalisti o i e Lo scenario può essere una qualsiasi ambasciata in un Paese occidentale o del Terzo Mondo. Un funzionario della rappresentanza sovietica conversa amabilmente con l'inviato di una grande agenzia di stampa: da argomenti banali il discorso si sposta su qualche scottante tema politico e il funzionario propone al giornalista uno - scoop.: un memoriale •bomba- che rivela aspetti segreti della politica russa o rivelazioni .di fonte sicura- su uno dei tanti punti caldi del globo. Sembra un autentico colpo di fortuna per il giornalista e dopo poche ore sulle prime r -ine dei giornali occidentali si materializza un altro punto a favore per il Kgb nel •grande gioco, della guerra segreta. E' lo schema classico con cui il Comitato per la Sicurezza dello Stato, la potente polizia segreta sovietica, fa scattare i suoi piani per la disinformazione-. E' la Prima Sezione, che si occupa delle attività all'estero, quella che conta nel suo organigramma due uffici incaricati della 'guerra delle notizie-. Sono quelle che gli 007 sovietici definiscono -misure attive-: falsa propaganda collegata alle esigenze della politica estera sovietica, controllo di organismi internazionali, falsificazione di documenti, diffusione di notizie sotto la facciata di fonti al di sopra di ogni sospetto. i servizi occidentali hanno potuto passare ai raggi X i meccanismi di questo settore dello spionaggio sovietico grazie ad un -pentito-: Stanislav Levchenko, agente del Kgb a Tokyo sotto le false vesti di corrispondente della rivista Tempi nuovi, che ha chiesto asilo negli Stati Uniti. E' stato lui a rivelare alcune delle truffe più clamorose messe a segno dal Kgb sul fronte delle informazioni. Nell'81 sui maggiori quotidiani spagnoli fu pubblicata una lettera -esplosiva- inviata da Reagan al re Juan Carlos. Il Kgb per renderla credibile aveva imitato anche la firma del presidente americano. Reagan rivelava le pressioni dei circoli militari e politici attorno al re per decidere l'ingresso della Spagna nella Nato e sosteneva che era il momento favorevole per infliggere alle sinistre un colpo definitivo. In cambio dell'ingresso nella Nato gli Stati Uniti promettevano che avrebbero favorito il ritorno di Gibilterra alla Spagna. Un falso che, nonostante le smentite, ha lasciato nella Spagna, già divisa dal problema della Nato, strascichi di sospetto nei confronti degli Stati Uniti. Un altro scenario ideale per la guerra delle informazioni è stato il Medio Oriente. Nel 79 su un giornale del Kuwait, considerato di solito un osser¬ vatorio autorevole, fu pubbli cato un servizio in cui si rivelava un piano della da per costruire un'immagine decisionista allo screditato presidente Carter. Sarebbe stato ingaggiato un gruppo di terroristi con il compito di orga nizeare il falso sequestro di una nave giapponese nel Golfo Persico. Sarebbero poi intervenuti i commando americani liberando la nave e l'equipaggio. Una storia con risvolti inverosimili ma che venne ripresa a con grande evidenza anche dai giornali giapponesi. Sempre in Medio Oriente il Kgb si è impegnato per sabotare negli Anni 70 le nuove relazioni tra Stati Uniti e Egitto, creando ostacoli agli sforzi di Carter per portare Sadat e Begin al tavolo della pace. Agenti sovietici distribuirono, attraverso canali segreti, alla stampa falsi dispacci dell'ambasciatore americano al Cairo Hermann Eilts e dichiarazioni del vicepresidente Mondale contro la politica di Sa dat. I profughi dall'Urss hanno sempre rappresentato un settore per le manovre della disinformazione. Nel '76 arrivò alle agenzie occidentali una falsa lettera della moglie del tenente Viktor Belenko, fuggito in Giappone con un modello segretissimo del Mig25. Nella lettera la moglie lo supplicava di rientrare in Unione Sovietica ma nonostante il clamore del caso Belenko chiese asilo politico e il prezioso aereo fini nei laboratori del servizi segreti statunitensi. Per far arrivare fuori dall'Urss le notizie manipolate i servizi segreti sovietici sfruttano spesso le difficoltà di lavoro dei corrispondenti a Mosca: messi in difficoltà dai ferrei meccanismi del controllo delle notizie, costretti c utilizzare solo i documenti ufficiali, sono in qualche caso pronti ad accettare informazioni fornite da fonti confi denziali che non sono altro che agenti dei servizi di propaganda. Ma talpe del Kgb sarebbero nascoste anche negli stessi giornali occidentali: si è scoperto ad esempio che uno dei capi redattori di uno dei mag giori giornali giapponesi, Sankei, con una tiratura giornaliera di oltre due milioni di copie, per anni ha collaborato con il Kgb. . d. q n e a a i o e e Mosca. Il capo del Kgb, Chebrikov (a sinistra) e Yuri Andropov durante una cerimonia dell'82