Reagan nell'isolati Grenada «Una lezione per i sandinisti»

Reagan nell'isolati Grenada «Una lezione per i sandinisti» Due anni e mezzo dopo la parentesi marxista e l'invasione Reagan nell'isolati Grenada «Una lezione per i sandinisti» . i «Oggi nel Nicaragua c'è una situazione analoga alla vostra allora» - Incontri con nove Capi di governo dei Caraibi - Nella visita-lampo omaggio ai caduti Usa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Due anni e mezzo dopo {Invasione che lo portò all'apice della popolarità negli Stati Uniti, Reagan ha ieri visitato lisola di Grenada, un tempo considerata una seconda Cuba, una pericolosa «portaerei naturale de ir Urss» nei Caraibi, e oggi meta di aiuti governativi e investimenti privati americani. La visita, durata appena 4 ore, gli ha consentito di rendere omaggio ai 19 soldati Usa morti nei combattimenti, di discutere lo sviluppo economico della regione con 9 capi di governo dell'area, e soprattutto di riproporre il confronto tra Washington e Managua. Con un folto seguito, che comprendeva tra gli altri il segretario di Stato Shultz e il ministro della Difesa Weinberger, Reagan è sbarcato all'aeroporto di Grenada, incominciato dai cubani e finito dagli americani, osannato da una folla che comprava, a 7 dollari l'uno, magliette con la scritta «Missione di salvataggio» e «Arrivati appena in tempo». Il premier Blaise aveva proclamato una giornata di festa nazionale. La riunione con i capi di go verno dei Caraibi ha portato alla luce i drammi della povertà e della corrasione, e quindi i pericoli di rivolusioni o di golpe. Due anni fa, Rea gan varò la cosiddetta -ini ziativa del bacino caraibico', che nel 1996 dovrebbe portare alla formasione di una sona di libero scambiò. Ma i risultati sono stati mediocri: sono stati creati 35 mila nuovi posti di lavoro, ma le esportasioni verso gli Usa non sono aumentate, anzi sono scese di oltre il 20%. Per ovviare alla crisi, il Presidente non ha offerto nuovi aiuti, ma ha proposto incentivi per attirare gli investimenti privati. Nel discorso pronunciato prima di accomiatarsi, Reagan ha paragonato la situazione creatasi negli ultimi mesi in Nicaragua con quella dell'isola prima dell'invasione: l'accostamento deve avere fatto scorrere brividi lungo la schiena della leadership sandinista a Managua. Il presidente ha ricordato la mattina dell'ottobre '83 in cui i suoi consiglieri lo svegliarono per dirgli che i premier dei Caraibi volevano un intervento militare Usa a Grenada. «Fin dal primo giorno — ha detto — nutrimmo per voi una profonda preoccupazione... Oggi vediamo svilupparsi nel Nicaragua un'analoga concatenazione di eventi... E* ora che insieme dimostriamo ai sandinisti, ai cubani è alle loro accolite che il progresso è legato alla libertà e alla democrazia». *La ripresa del confronto con il Nicaragua era stata anticipata da Reagan ieri e l'altro ieri in due incontri con i leader del Senato e della Camera. Il Presidente ha detto di voler riprendere gli aluti militari ai contras, i ribelli antisandinisti, troncati due anni fa, e di volere abolire le restrizioni in vigore per gli aiuti •umanitari', restrizioni che proibiscono interferenze del Pentagono e dei servizi segreti: «Non si possono combattere gli elicotteri sovietici pilotati dal cubani con bende e zanzariere». 17 Presidente ha indicato di voler dare ai contras cento milioni di dollari nell'86, di cui 70 milioni a fini bellici, e 30 milioni per l'assistenza economica e le strutture logistiche. e. c.

Persone citate: Reagan, Shultz, Weinberger