Segnali da Israele

Segnali da Israele FOGLI DI BLOC-NOTES Segnali da Israele QUANDO il capo dello Stato israeliano Herzog (, israck non è mai diventata formalmente repubblica: è rimasta Stato, quasi a rispecchiare la tragica provvisorietà del suo destino) entra nella grande sala del «Jerusalem Theatre», la sera del 28 gennaio, all'apertura formale del Congresso mondiale ebraico", l'applauso è grande e sincero, ma è sempre l'applauso che si riserva a chi è parte del mondo ebraico, non tutto. Il «World Jcwish Congress» — sessantacinque comunità ebraiche aderenti, tutta la Diaspora rispecchiata, la sede centrale a New York, ri- augorosa proporzionalità dei de- salegati al congresso (solo tre Titaliani su settecento delegati: Jil risultato di 40.000 ebrei su tatredici milioni e mezzo) — sta pallo Stato di Israele come la vChiesa cattolica potrebbe stare toa Paesi che pure traggono dal scattolicesimo la loro identità snazionale, come la Polonia o El'Irlanda. nE' una specie di Concilio secumenico israelita, che si riu- anisce ogni cinque anni. Una storia folgorata e drammatica: ucostituito a Ginevra nel 1936, cdi fronte al nazismo già avan- dzante, per sbarrare la strada salla Croce Uncinata. Impegna- tto nella difesa delle comunità cebraiche, soprattutto dell'Eu- cropa centro-orientale minaccia- sta dalla follia nazista unita al udelirio degli antichi e mai dsmentiti pogrom. QUna serie di insuccessi. Nel a'38 Evian, la conferenza inter- snazionale che — nonostante le "suppliche del Congresso mon- Idiale — sbarrò la porta dei lPaesi europei e americani al- tl'emigrazione di ebrei (cinque- Uccntomila ismaeliti tedeschi davevano chiesto asilo). Conse- dguenza: l'olocausto di sei mi- clioni di uomini. Vani gli appelli di Durek Wilncr dal ghetto di Varsa- evia; vani i tentativi di salva- taggio messi in atto dagli ebrei inglesi ed americani. E pSi lo Stato dT Israele0-^ ber "tanta parte costruito dai prò- :r$ghi dell'Europa: pontile Jb1 centrale—e le polemiche sul- li sua integrale rappresentati- vita e le distinzioni fra sionisti e non sionisti e l'universali- smo giudaico contrapposto alla «terza Gerusalemme» di Teodoro Herzl. Un po' la «ter- za Roma» di Mazzini. SONO stato l'unico invita- to dell'Occidente al Con- gresso mondiale ebraico, che ha scelto questa volta Gerusa- lemme per celebrare i suoi cinquantanni, evocanti la lot- ta al nazismo e a ogni forma di antisemitismo. Nahum Goldmann, anima- tote del congresso dopo la guerra, è sempre stato fautore di una politica di non rottura con l'Unione Sovietica. Il figlio, che continua la tradizione, porta il saluto del vertice congressuale prima che io ricordi, nel mio intervento, il dovere anche dell'Unione So- vietica di collaborare alla bat- taglia contro il terrorismo in- ternazionalc, che ha comincia- to a colpire anche obiettivi so- • • ri j- r _ .-, vietici- (.1 diplomatico russo assassinato a Beirut, e non solo quello). Trasformando un mandante in bersaglio. E uno dei passaggi più ap- plauditi del discorso, insieme con l'appello a un atto di lun- eimiranza e di generosità da parte di Israele. «Assicurare una patria ai palestinesi»: dalle posizioni delia cultura occi- V. , . . . .-i - • •,„„_ dentale che ha sempre ricono- scruto il diritto alla vita e alla sicurezza garantita di Israele, quellc parole sono accolte con un consenso, destinato ad an- deipare il consenso che un giorno dovrà pur venire dalle autorirà del governo di Genisalemme. T NCONTRO il Capo dello JLStato. Sono in forma priva- ta; e non faccio diplomazia parallela. Ho deciso di rendere visita solo al vertice dello Stato e al Parlamento (alla Knesset vedrò il presidente dell'assemblea Hillel, vedrò Abbi Eban, vedrò anche Shamir, nella piccola stanza di rappre- sentanza del governo: Perez è assente), Herzog — un laborista umanista, un uomo di grande cultura affinata dall'esperienza diplomatica — mi racconta la sua recente, imprevista e per tanti sconcertante visita al congresso del piccolo partito comunista israeliano, a Geni salemme. «Ho voluto mandare un segnale all'Urss: un segnale di disponibilità e di dialogo», Quei comunisti sono di rito assolutamente e caparbiamente sovietico, "IV torna m mente Tazio IVA ne di un comunista ita liano, Umberto Terracini, con tro l'antisemitismo nell'Urss Uomo della primissima guar dia comunista, protagonista della scissione di Livorno, compagno e rivale di Togliat ti* presidente esemplare dei- l'Assemblea Costituente: ma ebreo che non dimenticava, A Parigi, quasi dieci anni fa, insieme per un convegno sull'antisemitismo nell'Urss, "Una -battaglia che combatté fino alla fine. Riguardo nei m^Vappwtt'.jQualche citazio ne di Terracini: «Fu special mente Stalin a giocare la carta dell'antisemitismo... Né l'antise mitismofu del tutto estraneo alla conclusione del famigerato patto Molotov-Ribbentrop». «L'antise mitismo, magari ribattezzato an tisionismo, diventa una leva del- la grande manovra nazionalisti ca dei governanti sovietici a favo re degli Stati arabi». Mi pare che basti, "DENSO agli equivoci che «t anche di recente hanno caratterizzato la polemica poli tica in Italia. Di «destra» ch difende le ragioni degli ebrei e a é a a o - e e o i e si schiera contro il terrorismo. Di «sinistra» chi cavalca la tigre nazional-populista, magari con contorno di «perfida Albione» (come nei giorni della Lauro). E' vero il contrario. Quasi tutto l'antisemitismo è di destra o di estrema destra, nelle sue scaturigini intellettuali, Unica eccezione: Proudhon Che solo apparentemente era di sinistra. Un socialista da dimenticare. Odiò gli ebrei rito odiò l'unità italiana. ASCIATO il Congresso mondiale ebraico, mi reco a Betlemme. Mi accompagna Tullia Zevi. Devo incontrare il sindaco palestinese Elias Frci. E' una personalità rappresentativa dell'ala moderata che in qualche modo resiste all'ala terrorista dcfl'Olp. E' stato eletto fin dal 1972 nei territori occupati della Cisgiordania. Poi il suo mandato non è stato rinnovato, ma la fiducia dei cittadini ha sostituito l'espressione delle urne, Betlemme è trasformata; pochi anni triplicata. E' un'isola di prosperità in un mare di preoccupazioni, solcato da forme di resistenza armata. Ha realizzato un modus vivendi con Israele: favorito dalle ombre della Terra Santa e dalla convivenza fra cristiani (egli stesso è cristiano ortodosso). Frci mi offre una colazione in un ristorante, gelido. Sembra un accampamento. Ma è festoso e augurale. «Condanniamo il terrorismo, dirà nel brindisi, ma vogliamo una patria». E si appella a me, perché l'Occidente, capisca. «L'Olp deve accettare le risoluzioni deìl'Onu». E poi «ci vuole la conferenza internazionale». «Il tempo non lavora per nessuno»: mi dice mentre mi regala un album di Betlemme, editoria povera, che evoca frammenti di vecchie chiese francescane o salesiane. SOLO in televisione seguo l'entusiasmo di Israele per il ritorno di Sharanski. E' la prima vittoria della linea che vuole. «wareoConrl'Ur&s,*. H«zog, Peres e tutto il Congresso mondiale ebraico. 9qq93uK Ascolto le dichiarazioni di Sharanski. «No, non mi è toccata la tortura fìsica. Non è più funzionale agli obiettivi del regime sovietico. I tempi di Stalin hanno insegnato che l'eliminazione fìsica degli avversari o presati ti tali rappresenta un inutile in gombro della memoria storica collettiva». Gorbaciov sapeva che lo avrebbe detto. E quindi lo ha consentito. E' lecito sperare in un mondo migliore. La via della distensione passa da Gerusalemme. Giovanni Spadolini Teodoro Herzi